GP of Qatar 2015 – Il giorno dopo!

Scritto lunedì 2 Marzo 2015 alle 23:38.

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Eccoci qui dopo una trasferta “toccata e fuga” di due giorni in Qatar a raccontarvi quello che abbiamo visto con i nostri occhi.
Cominciamo dalla pista. Per quanto riguarda lo scenario era tutto molto suggestivo. Tenete conto che la pista di motocross è stata costruita di fianco al circuito di Losail dove corrono le Moto GP e l’ impianto e’ situato letteralmente in mezzo al nulla a una ventina di chilometri da Doha. Tutto perfetto, tutto pulito e tutto ordinato.
Il tracciato era bello e adeguato a un mondiale anche se molto particolare vuoi per la luce artificiale e il tipo di terreno. Il venerdì era parecchio inzuppato e si è subito scavato fin dall’ iniziato rendendolo in parecchi punti mono traiettoria. Questo è andato un po’ a discapito dello spettacolo perché i piloti faticavano a trovare linee alternative e quando si facevano sotto per tentare il sorpasso si riempivano letteralmente di questa sabbia chiara e molto appiccicosa. Insomma chi era in mezzo al gruppo di sicuro non ha avuto vita semplice.
E’ stata una gara particolare con dei risultati particolari. Di sicuro nessuno voleva fare il passo più lungo della sua gamba e rischiare di compromettere la sua stagione fin dalla prima gara.

 

MX2

I fari della scena erano tutti puntati sulla prestazione di Jeffrey Herlings aka “The bullet” (il proiettile) perché dopo aver tentato il tutto per tutto correndo, forse un po’ incoscientemente, l’ultima gara di campionato con una piastra e tante viti nel femore per non farsi strappare il titolo dal suo allora compagno di squadra Jordi Tixier ha approfittato di tutta la off season per curarsi non andando in moto.

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Herlings è tornato in moto solo un paio di settimane fa con tutte le paure e i blocchi mentali che uno stop forzato così lungo possono portare. Però una volta dietro al cancelletto e’ tornato la solita macchina da guerra che tutti conoscevano. Lui stesso durante la conferenza stampa del venerdì ha dichiarato che stava girando al 60-70% delle sue capacità a causa della scarsa preparazione fisica e perché deve ancora testare e mettere a punto la nuova moto. Una volta sistemate queste due cose dice di essere in grado di tirare giù tranquillamente un paio di secondi. Che dire… Welcome back Bullet!!!

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Dopo la vittoria delle due manches e del GP, quando la tensione è calata, Jeffrey si e’ sfogato con un pianto liberatorio. Questo ci fa capire quanto fosse importante per lui questo rientro.

 

MXGP

Per quanto riguarda la MXGP, tutto il mondo si aspettava il confronto Cairoli-Villopoto. Confronto mai avvenuto in tutto il weekend, almeno direttamente. Tutti i fan dovranno pazientare ancora un po’.

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In qualifica Tony si aggiudica il miglior cancelletto mentre lo statunitense arriva ottavo. Nella prima manche partono tutti abbastanza bene ma alla prima curva manca un pilota. Manca Villopoto. L’americano è rimasto fermo al cancelletto dicono per un problema elettrico che sta facendo tribolare il team Kawasaki da un po’ di tempo. Quando riesce a riaccendere la sua Kawa è ormai ultimissimo. Inizia a spingere forte e risale fino a metà gruppo poi si aggancia con Butron al quinto giro. Ciò nonostante riesce a finire nono, mentre davanti tutte le posizioni restano pressoché invariate.

 

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La seconda manche e’ caratterizzata da un’altra partenza a missile di Nagl che mette dietro tutto il gruppo. Anche in questa gara ci sono stati pochissimi sorpassi e in molti casi i piloti hanno terminato la gara nella stessa posizione in cui sono partiti dando origine ad una gara un po’ monotona per gli spettatori. Unica nota della manche, purtroppo negativa, è stata il ritiro forzato di David Philippaerts costretto a uscire per una rottura della ruota posteriore dopo una bella bagarre con Bobryshev. Che sfiga!

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La pista del Qatar è molto particolare e da fuori non sembra nemmeno terra. Vedere i piloti riempiti con palettate di fango appiccicato addosso fa capire quanto sia difficile correre in questo GP, infatti anche le cadute sono state parecchie. Non sono mancati neanche i guai alle moto con freni bloccati, motori fumanti e leve del cambio incastrati da pietre. Le luci da fuori fanno sembrare che sia giorno ma nel tracciato c’erano dei cambi di visibilità non indifferenti e le voragini che si sono create in pista fanno pensare a un bombardamento. Questo ha reso ancora più difficile e particolare la prima gara della stagione, come un lunedì, come il primo giorno di scuola dopo le vacanze estive, pesantissimo!

Le ultime considerazioni che vogliamo fare sono sul famoso duello che tutti si aspettavano e che non è mai arrivato, vuoi perché i due campioni non si sono mai trovati per destino o vuoi perché non volevano ancora incontrarsi!

Venerdì sembrava che Cairoli avesse già capito come sarebbe andato il sabato sera, una qualifica perfetta, partenza in testa e amministrazione della gara per non sprecare energie. Questo ci faceva già sperare ad una doppietta del nostro campione. Lui ovviamente nel weekend era tranquillo e sereno, rilasciava interviste, faceva foto con i fans e nei tempi di pausa scherzava come al solito. Tony si trova a “casa” in questo mondiale e vuole arrivare alla fine in un modo solo!

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Riguardo Villopoto, vi diciamo quello che è apparso ai nostri occhi. Se pensavamo a lui negli stadi americani, ci veniva in mente un personaggio mitologico, una persona intoccabile, inavvicinabile, ma è proprio il contrario, nel paddock anche lui trova il tempo per interviste, foto, autografi e scambi di battute con Tixier, dove racconta un aneddoto in pista facendo il classico gesto della ruota che scivola sulla rampa con la moto a gas spalancato facendo ridere tutti. Questo per far capire che Ryan era sereno, anzi, per dire come direbbe un amico, Ryan era easy, lui sa che ci sono dei momenti per essere seri ed altri per scherzare.

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E’ proprio quando diventa serio che cambia totalmente, con i tecnici attorno a lui descrive le sue sensazioni e ascolta i consigli accettandoli. Il ragazzo sembra il secchione di turno col taccuino per prendere appunti e imparare tutto quello che serve senza dimenticare nulla. Per noi sta imparando e il suo primo giorno di “scuola” ha già portato insegnamenti. Ryan conosce bene il valore di ogni singolo pilota e non sminuisce mai un avversario e dalla “brutta” esperienza del Qatar avrà già capito molto più di noi semplici appassionati!

Quindi l’ ultima cosa che vi possiamo dire è che non abbiamo ancora visto nulla, anzi no, abbiamo visto un Nagl perfetto alla prima gara e che per fortuna lo spettacolo è appena cominciato. Ci sono ancora 17 gare davanti a noi e sia Antonio che Ryan dovranno ancora incontrarsi nel loro cammino e il round che succederà, speriamo solo che vinca il migliore!

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