Lost in translation….MX!!!
Articolo by Luca Serafini
Il nostro Luca si sta riprendendo dall’infortunio purtroppo (si scherza Luca, ma queste perle ci mancano quando non ci sei!), la rubrica più gustosa del momento continua ad oltranza anche questa settimana con chicche di ogni genere sul nostro amato sport, mercati americani, europei, campionati motocross, supercross, piloti, situazioni e tanto altro per il 2014, sempre più succulenti gli argomenti, vi proponiamo di commentare insieme agli appassionati!
Quindi, buona lettura e CLICCATE il link per commentare!
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Sfortunatamente sono di nuovo fermo per infortunio, quindi posso dedicare parte del mio tempo libero a tradurre per gli amici di MxBars qualche notizia o curiosità che potrebbe esservi sfuggita! Torna quindi la rubrica Lost in translation, in attesa di tornare in pista!
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Villo smette?: “A pensar male… ci si azzecca!”
Forse la finale Sx di Las Vegas è stata l’ultima gara ufficiale di Villopoto. Sempre più indizi, infatti, fanno pensare che Villopoto, a soli 26 anni, abbia intenzione di appendere il casco al chiodo e rinunciare alla conquista nel 2015 del suo 5° titolo Sx. Da tempo sul filo della rottura, a causa del calendario sovrumano, del superallenamento fisico, della pressione psicologica, dei rischi sempre crescenti, Ryan desidera riacquistare una vita “normale” dopo aver dedicato totalmente la sua, fin dai 3 anni, al motocross. Si vocifera che l’operazione ai legamenti del ginocchio non sia andata proprio benissimo e che ci sia bisogno di un secondo intervento, che metterebbe in forse un’adeguata preparazione al prossimo campionato. Altra voce riguarda la presunta messa in vendita della sua tenuta in Florida, con le piste di allenamento e la base operativa di Aldon Baker, per trasferirsi con la compagna in California. Non ci resta che spulciare gli annunci immobiliari per vedere se è vero… nel tal caso, “due indizi… fanno una prova!”.
Peccato, proprio mentre due veterani, Reed e Stewart, hanno riscoperto il gusto di andare in moto!
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Villo sul doping: “Le responsabilità di un campione”
“Per me, per la mia posizione, per la squadra che ho dietro, dal personal trainer al team ufficiale, la Monster Energy Kawasaki, ho sempre affermato: potete testarmi quando volete. Noi tutti ci mettiamo un grande impegno e non possiamo permetterci di affrontare un rischio possibile come quello del doping o di scivolare su una buccia di banana. Sono convinto che anche Dungey sia nella stessa situazione”.
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Che casino!: “Chi sanziona chi?”
Se tutto sembra confuso… è perché lo è.
Ci sono tre differenti enti organizzatori (AMA; AMA Pro Racing; FIM), due serie (Supercross e Motocross); due agenzie antidoping (WADA; USADA) e due modalità di test (urine nel Supercross; sangue e urine nel Motocross).
Il test a cui è risultato positivo Stewart riguarda una gara Supercross, gestita e controllata da FIM, AMA e WADA. Tale campionato è al momento finito,
Il campionato Motocross in corso riguarda AMA Pro Racing e USADA.
A questo punto, nessuno sa con certezza cosa succederà. Ma quasi di sicuro Stewart sarà al via sabato prossimo a Muddy Creek perché la sospensione sancita dalla FIM non riguarda il Campionato gestito da AMA Pro Racing.
MX Sports AMA Pro Racing ha rilasciato questo comunicato stampa:
“La sospensione provvisoria di James Stewart sancita dalla FIM in questo momento non coinvolge MX Sports AMA Pro Racing o il Campionato Lucas Oil Pro Motocross”.
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David Bailey: “Sempre a favore del neck brace”
Quando è uscito il primo modello di neck brace, hai registrato un video nel quale esortavi tutti a indossarlo. Ci sono ancora molti pareri discordanti sulla sua efficacia…
David Bailey: “I motori a 4 tempi, la maggiore velocità, i salti, le cadute a corpo morto… sono tutti fattori in aumento ed era logico, secondo me, pensare a una protezione per la parte del nostro corpo più vulnerabile. Mi sarebbe piaciuto che non fosse indispensabile, ma come è oggi il motocross, succede di cadere andando veloci e di rischiare di giocarsi il collo! A quelli che dicono che il neck
brace può danneggiare la schiena, rispondo che è un nonsenso. Ci vuole veramente molta forza per rompere quelle vertebre e il pezzo di appoggio non è resistente a sufficienza per fare questo tipo di danno. È la mia opinione e dei medici che ho interpellato”.
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Già si guarda al 2015: “La danza dei manubri”
Tommy Searle non ha ancora ritrovato la forma migliore dopo il suo infortunio al polso e con il team CLS Kawasaki che lascia la MXGP nel prossimo anno, è in cerca di un manubrio per il 2015. Searle meriterebbe una team ufficiale (Honda HRC?), considerando il suo livello precedente, ma ora ha bisogno di ritrovare il podio, o almeno risultati nei cinque, prima della fine dell’anno.
I rumors dicono che Blake Bagget il prossimo anno lascerà il team Pro Circuit. Non si sa se sia vero, ma ne parlano in tanti. I possibili approdi? KTM, in Red Bull o TLD.
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Van Horebeek: “La forza di Tony”
“Io non attribuisco la sua forza alla costanza e regolarità, perché siamo in più di uno ad essere regolari. Io direi che il punto di forza di Cairoli è di non infortunarsi e di essere forte mentalmente. Anche se ha un problema, sa passarci sopra grazie alla sua forza mentale. Guarda il caso della ruota a Valkenswaard. Quanti altri piloti al suo posto avrebbero finito la gara? Non getta mai la spugna. Credo questo sia vero anche per KTM. Da loro, anche se si rompe qualcosa, non si rompe mai completamente…”
Sei stato compagno di team di Jeffrey Herlings. Dev’essere stato interessante?
“Mi ha molto motivato. Vivevo con lui e vedevo com’era. Poteva magiare delle patatine fritte tra le due manche e vincere lo stesso; ma capivo di essere differente, perché se lo avessi fatto io non sarei arrivato nei dieci! Mi è stato di aiuto perché ho capito che dovevo migliorarmi. Credo che l’unico pilota veramente più veloce di me sia Tony Cairoli. Jeffrey è ancora un ragazzo. È migliorato, eccome! Ma mi piacerebbe vederlo in MXGP, perché non penso che ci spazzerebbe via!”.
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Ci vediamo al prossimo appuntamento con altre chicche sfuggite………..!!! 
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