GIUSEPPE LUONGO INTERVISTA – GP DEL QATAR!

Intervista di Geoff Meyer

Traduzione by Luca Serafini

Il presidente della Youthstream Giouseppe Luongo sta lavorando duramente per creare un Campionato Mondiale Motocross FIM che sarà ancora vivo fra vent’anni e che non collassi sotto i colpi della recessione mondiale. L’obiettivo principale è cercare sempre nuove idee e forti partnership con nuovi Paesi.
In un’epoca in cui chiudono piste storiche, i Campionati nazionali perdono piloti e team e il pubblico diminuisce perché le famiglie soffrono economicamente per la crisi economica, Luongo cerca risposte e cambiamenti che sono al 100 per cento necessari per tenere a galla il nostro sport.
Già negli anni scorsi per alcuni Gran Premi ci siamo avventurati in Paesi come il Sudafrica, l’America, l’Australia anche se questi Paesi sono anch’essi in difficoltà per la recessione come avviene in quasi tutta Europa. Il passo successivo per Luongo era di trovare Paesi e città interessate a far crescere la propria immagine nello sport. Ecco allora il Qatar, la Tailandia e l’India. Tre delle economie più forti del mondo.
La tappa di apertura del Campionato Mondiale Motocross FIM 2013 sembra davvero una delle più stravaganti ed eccitanti che il nostro sport abbia visto da lungo tempo, se non da sempre.  Non solo ci sarà l’incognita di Doha in Qatar, ma vedremo anche il motocross in notturna e in più le classi MX1 e MX2 combinate.
Come appassionato mi piace l’idea, molti piloti con cui ho parlato sono eccitati dall’idea, ma naturalmente ci sono anche molti fans della vecchia scuola che lo vedono come un cambiamento spiacevole nello sport che amano.
Abbiamo deciso di sederci con Giuseppe Luongo e di chiedergli lumi sul futuro a breve termine del nostro sport e di questo eccitante Gran premio del Qatar.

Giuseppe, per prima cosa, con quanta trepidazione aspetti la tappa di apertura del Campionato Mondiale Motocross FIM di quest’anno?
Luongo: Sono molto eccitato, perché penso che sia qualcosa di eccezionale, intendo dire che la tappa del Qatar ha molte novità assolute, è la prima volta che corriamo un Gran Premio nel Medio Oriente, la prima volta che abbiamo un GP in notturna e anche la prima volta che i piloti della MX1 e MX2 gareggiano assieme. penso che queste tre cose rendano davvero unico questo GP. Sono convinto che da questo insieme scaturiranno molte cose buone.

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Ho visitato Dubai con la mia famiglia nel 2012 e sono rimasto meravigliato dall’ammontare della ricchezza e come tutto là sia ben organizzato. Tu hai visitato il Qatar di recente, qual è la tua opinione su quella regione?
Luongo: Sono appena tornato dal Qatar e conosco la professionalità del lavoro che svolgono con il circuito, con la Federazione, di sicuro sarà un evento veramente grande. Questa gente organizza la gara di MotoGP da 11 anni e sanno come rendere veramente memorabile un evento. Anche la sistemazione degli addetti ai lavori nel paddock, il media center, il ristorante, gli alberghi, tutto è veramente impressionante.

Cosa mi dici della pista?
Luongo: La pista che abbiamo realizzato assieme agli organizzatori è molto, molto bella. Sarà qualcosa di grandioso. Lavoriamo a stretto contatto anche con il presidente della Federazione per avere la trasmissione televisiva in tutto il mondo, non solo di quella del Qatar, ma di tutte le tappe del Campionato Mondiale Motocross FIM. Sono convinto che laggiù la pista sarà veramente buona. È complicato dire a cosa assomiglia. Noi cerchiamo di rendere i circuiti il più diversi fra loro e questo è quello che rende il nostro Campionato speciale, perché noi tocchiamo e corriamo in diversi continenti e anche su diversi tipi di piste, siano essi di sabbia, duri o argillosi, o terra morbida noi proviamo a dare ai piloti la possibilità di affrontare belle sfide in diverse condizioni. In Qatar ritroviamo tutti i tipi di terreno dell’area in cui sorge la pista: c’è sabbia, c’è argilla e c’è terra. Le rampe dei salti sono, ovviamente, molto stabili e abbiamo sezioni dove c’è veramente una bella pista di Motocross. La pista è un po’ di tutto. Naturalmente dove ci sono i salti e le sezioni tecniche il fondo è più duro. Cerchiamo di lavorare per renderla unica e speciale nel calendario del campionato.

Quindi il futuro dello sport, o una buona parte del calendario, sarà fuori Europa? Forse con il 50% delle gare in Europa?
Luongo: Per me, è molto complicato e semplice allo stesso tempo. L’Europa la conosciamo bene, e non è una novità, le cose non vanno e il futuro non è roseo. Lo sport ne soffrirà, perché quando la gente non ha soldi può permettersi solo il necessario, come cibo, i mutui da pagare, i vestiti. Le prime cose a cui rinunciano sono gli hobby o la partecipazione a eventi sportivi o spettacoli. Dobbiamo trovare una soluzione in modo che tutti quelli che lavorano in questo sport mantengano i loro posti di lavoro e quando guardate al paddock trovate 2.500 persone e se non troviamo una soluzione, queste persone perderanno il lavoro. Dobbiamo cercare un mercato dove l’economia è in crescita, dove l’economia è stabile.
Un altro aspetto che rilevo è che gli organizzatori il posti come il Qatar, la Tailandia. il Brasile e il Messico sono molto entusiasti di avere un Gran Premio. Poiché la situazione in Europa è diversa, noi ci rimettiamo soldi in molti Paesi europei e anche il pubblico che assiste alle gare talvolta non è contento. Quando andiamo in questi paesi extraeuropei, sono così contenti di vederci. Ora stiamo trattando con altri paesi come l’Indonesia, l’India e l’Argentina, e questa gente è entusiasta di avere un Campionato Mondiale Motocross FIM. Vogliono un Gran premio e un nuovo sport nel loro Paese. Dobbiamo andare in posti dove la gente vuole investire su di noi, per i piloti, per i team, per i meccanici, per i media. Dobbiamo trovare denaro fresco, perché se rimaniamo in Europa dobbiamo tagliare i costi fino anche al 50%, e questo significa che dovremmo ridurre del 50% la gente che lavora nei GP.

Avendo visto la MotoGP in Qatar non sembra che ci sia un gran afflusso di pubblico. Posso immaginare che questa gara sia soprattutto per la televisione. Quanto è importante questo per la diffusione mondiale in Tv che hai organizzato?
Luongo: Di sicuro la televisione è importante: lo sport, i team e le organizzazioni vivono più per la copertura televisiva che per i fans che accorrono in pista; il pubblico al circuito è importante per l’Europa perché copre il costo degli organizzatori, ma per eventi come questo in Qatar la televisione è molto importante e noi lavoriamo duramente per creare qualcosa in ambito televisivo che porti lo sport a più persone, non solo ai fans abituali del motocross. Penso che potremmo avere delle belle sorprese, perché nel medio Oriente ci sono molte persone che guidano moto da cross. Guidano tutti nelle dune e credo che potremmo rimanere sorpresi dalla partecipazione di pubblico. L’attività in fuoristrada è molto grande in quest’area.

Ovviamente sarà importante l’illuminazione, ci puoi dire qualcosa in proposito?
Luongo: Quest’anno non avremo un impianto di illuminazione permanente, la società che provvede al compito metterà le luci sulla pista e sanno che dovranno illuminare bene perché non possiamo avere zone d’ombra, quindi i tralicci dell’illuminazione dovranno avere altezze diverse per ridurre le ombre. Queste sono le stesse persone che curano l’illuminazione per la MotoGP e loro hanno avuto dei problemi con i riflessi sull’asfalto. Ovviamente questi sanno quello che fanno e l’illuminazione sarà perfetta, sono grandi professionisti. Dal prossimo anno renderemo permanente l’illuminazione, quest’anno dobbiamo ancora svilupparla.

Il Qatar, quindi, è un progetto a lungo termine?
Luongo: Sì, è un progetto lungo, il futuro è di rendere stabile il GP del Qatar, ma a causa delle relazioni che abbiamo stretto per realizzare questo evento, c’è un altro Paese del medio oriente che vuole organizzare un gran premio, quindi questo è entusiasmante per il futuro.

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