UNA BIRRA COL KAISER: Pagelle season 2012 MX2!!!

Scritto venerdì 28 Settembre 2012 alle 18:46.

Arrivanano anche le pagelle inerenti alla categoria MX2 del Campionato del Mondo Motocross, il nostro  Kaiser non risparmia nessuno e la sua tastiera può fare male, ma fondamentalmente è un bravo ragazzo, peccato ami un colore di moto…..:-)

E per chi si fosse perso le pagelle della MX1, CLICCATE il link!

https://www.mxbars.net/2012/09/27/una-birra-col-kaiser-pagelle-season-2012-mx1/

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HERLINGS: 9,5 Qualcuno dirà “come fai a non dare 10 ad uno che ha vinto 9 GP ed è stato tabella rossa dalla prima all’ultima gara?” Semplice: perché in tante, troppe occasioni la ruota della fortuna ha girato dalla sua parte, quindi non mi ha convinto al punto da arrivare al 10. Non si discute la velocità del pilota, né mi voglio soffermare sulle polemiche che ha scatenato con le sue bravate; semplicemente sono convinto che la vera differenza tra lui e Searle l’abbia fatta esclusivamente la moto che Jeff aveva sotto il sedere. Eccetto le gare sabbiose, ovviamente.

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SEARLE: 9 Avrebbe meritato il titolo tanto quanto Herlings e lo ha dimostrato tutte le volte che si è trovato testa a testa con l’olandese. Senza il doppio zero in Lettonia il mondiale avrebbe avuto tutta un’altra storia, perché Herlings stava cominciando a soffrire la pressione di un avversario che non mollava un centimetro; dopo quella battuta d’arresto Searle ha capito di non poter più vincere il mondiale e ha corso solo per la gloria, ma ha comunque risposto “presente” ogni volta che è stato chiamato a grandi prove.

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VAN HOREBEEK: 8 In quello che sarà ricordato come il mondiale MX2 più scarso degli ultimi anni, anche un pilota che per anni è stato un onesto comprimario, messo nelle condizioni giuste (leggi alla voce KTM ufficiale), è riuscito finalmente a ritagliarsi un ruolo da grande protagonista. Jeremy non ha vinto nessun GP, ma ha collezionato podi a ripetizione che gli sono valsi il terzo posto finale: la seconda guida ideale per uno che doveva vincere il titolo. Molto probabilmente l’anno prossimo in MX1 la musica sarà diversa; in KTM lo sanno meglio di noi e gli hanno detto: “Ti abbiamo fatto godere questi due anni, ma adesso non è più roba per te. Grazie e arrivederci.”

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ROELANTS: 7 Anche lui “beneficiario” del calo drastico del livello del campionato, che gli ha permesso di occupare stabilmente posizioni che per anni aveva faticato a raggiungere, era partito a spron battuto, facendo addirittura tentennare i vertici del team CLS sulle gerarchie dei due piloti in squadra. Poi qualche “tronata” di quelle che lasciano il segno gli ha fatto abbassare la cresta, ma è riuscito comunque a portare a casa il primo GP della sua carriera (Lettonia), prima di farsi male definitivamente e chiudere in anticipo la sua stagione. Avrebbe senz’altro meritato il quarto posto, ma non di più.

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NICHOLLS: 7 Bella sorpresa quest’inglese tutto cuore e grinta. Sempre tra i primi 10, nel finale di stagione è cresciuto ulteriormente ed è andato ad affermarsi come il primo del “gruppone” in cui hanno stazionato per tutto l’anno i piloti che non sono riusciti a fare il salto di qualità, quelli che sono rimasti sempre fuori dalla lotta per il podio a combattere tra loro per le briciole lasciate dai primi quattro.

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TIXIER: 5 Per giustificare il fatto che fosse uno dei tre fortunati a disporre di una KTM ufficiale, ci hanno ripetuto tutto l’anno che “Everts e Beirer vedono in lui il talento per emergere” e che “se è nel team KTM un motivo ci sarà”. Bene, ora che la stagione è finita c’è qualcun altro, oltre ad Everts e Beirer, che vede in questo francese il talento per diventare un campione? Si è fatto fregare in classifica da Nicholls (ho detto Nicholls, non Roczen o Barcia), non è mai minimamente riuscito ad impensierire gli altri quattro piloti ufficiali e l’unica volta che è salito sul podio è stata in Lettonia, per via dei ritiri di Herlings e Searle. L’anno prossimo alcuni dei migliori passeranno in MX1, all’orizzonte non si affacciano grandi fenomeni e quindi Tixier potrà puntare al podio con più costanza, ma mi sa che non sarà il caso di farsi illusioni sulle sue doti.

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TONUS: 5 Avrebbe potuto essere l’anno buono per emergere, come è capitato a Van Horebeek e Roelants, ma si è fatto male prima ancora di cominciare la stagione e, quando è tornato, ha faticato a carburare. Il podio nella gara conclusiva di Teutschenthal è una consolazione troppo magra per uno con le sue ambizioni.

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ANSTIE: 4,5 All’inizio dell’anno leggevamo ovunque sue dichiarazioni in cui si sentiva sicuro di poter stare costantemente con i primissimi, magari anche provare a giocarsi il titolo. Alla fine dell’anno lo troviamo settimo, con un solo podio all’attivo (a Lierop, quando gli avevano comunicato che si sarebbe dovuto trovare un manubrio per il 2013), senza essere riuscito a superare nemmeno Roelants, che ha chiuso la stagione con quattro gare d’anticipo per via del suo infortunio. Non è stato incostante, non è proprio mai andato forte.

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LUPINO: 5 Perlomeno lui non ha dichiarato di ambire a chissà quali piazzamenti, ma sarebbe anche ora che li ottenesse… Era pure partito discretamente, con qualche piazzamento incoraggiante, ma, invece di progredire, è andato in calando col passare delle gare e ha finito anche col perdere quella posizione nella top ten che aveva lungamente occupato. L’anno prossimo, con la Kawasaki ufficiale, sarà decisivo per capire dove potrà arrivare la sua carriera. In verità lo diciamo tutti gli anni, ma questa volta non ci sarà più spazio per prove d’appello.

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OSBORNE: 6 Per un organizzatore fa sempre comodo averlo tra i partenti di una gara, perché è dotato di uno stile estremamente spettacolare che manda in brodo di giuggiole il pubblico; inoltre, se becca la giornata buona, va anche molto forte, quindi il suo già annunciato ritorno in America sarà sicuramente una perdita per il mondiale. Però non è un campione, né tantomeno uno su cui fare affidamento per una stagione intera, vista la sua pericolosa inclinazione all’infortunio, quindi non mi sento nemmeno di biasimare chi non gli ha fatto grandi proposte per la MX1.

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CHARLIER: 4,5 Infortuni a raffica e pochissime prove di livello in questo 2012 per l’ex campione europeo, approdato al mondiale ormai tre anni fa tra grandi proclami e ancora, a quanto pare, non riuscito ad esprimere al massimo il suo talento. Ammesso che questo non sia il massimo del suo talento, perché ormai qualche dubbio è lecito anche porselo.

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LARRIEU: 4,5 In questa sagra di promesse mancate che è la MX2 di oggi, non si poteva non dedicare qualche riga anche a Loic Larrieu. Dopo aver stupito tutti nel 2009 pareva destinato ad un futuro radioso, ma ha inspiegabilmente perso la via e non è più riuscito a fare ordine nella sua carriera; ha provato anche a tornare alla corte di Ricci, che lo aveva lanciato nel mondiale con tanto successo, ma neanche la cura del manager di Modena è riuscita a risollevare la sua debole fibra. Poi, all’improvviso, il cambio di moto ed un lampo a Faenza, che ha fatto crescere i dubbi sulla competitività delle Husqvarna. Sono stati proprio i penosi risultati dei compagni di squadra che si sono succeduti accanto a lui a fare le fortune di Lupino.

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ZECCHINA: 4 Dimenticare in fretta ogni singolo metro percorso in questa stagione è l’imperativo da cui deve assolutamente ripartire quella che è stata definita da tutti la migliore speranza del nostro cross. Fare finta che non sia successo nulla, ritrovare fiducia, voglia e convinzione; non è facile nemmeno a dirlo, figurarsi quanto sarà difficile per Simone rimuovere davvero il ricordo di questo sciagurato 2012, che potrebbe avere ripercussioni per tutta la sua carriera. Eppure, con un po’ di fortuna e le scelte giuste, potrebbe ancora non essere stato compromesso niente: anche per Cairoli il primo anno di mondiale fu un disastro…

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ALTRI ITALIANI: 5 Poco o niente ci aspettavamo, poco o niente hanno ottenuto. Se si pensa che i migliori sono stati Cervellin e Monticelli, che sono riusciti perlomeno a rimediare qualche punto qua e là, si realizza perfettamente la dimensione (scarsa) dei giovani italiani impegnati nel mondiale.

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