IL MIO NATIONAL (The American dream)

Scritto mercoledì 23 Maggio 2012 alle 13:17.

IL MIO NATIONAL (The American dream)

Alberto Herholdt alias teddy

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E’ stata la mia seconda volta… stessa pista, stessa grara, ancora la prima del National.
Un’esperienza fantastica!
Piu’ bella di quella dell’anno scorso anche se molto diversa, meno umana del solito, nel senso che non c’era quel contatto umano con i piloti tipico delle gare americane. In generale l’aria era tesa. Tante cose nuove ed incognite su tutte lo sbarco di Roczen negli otdoors ed il passaggio alla Suzzu di JS7.
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Iniziamo dalla 250.

Tutti (fotografi, personaggi dei vari team e tifosi in giro) parlavano solo di Roczen. Si domandavano cosa avesse potuto combinare e chi poteva impensierire. C’era molta attesa per la sua prestazione. Lui era bello teso ed e’ stato per tutto il giorno un vero fantasma. Usciva dal camion 2 minuti prima della manche e ci rientrava non appena aveva finito di girare concedendosi al pubblico solo nel classico quarto d’ora di autografi. Purtroppo non ho avuto modo di parlarci ma devo dire che ha fatto la sua porca figura… ha dimostrato che non ha nulla a che invidiare ai suoi colleghi a stelle e strisce. Secondo me avra’ solo bisogno ancora un paio di gare per ingranare bene e capire come funziona oltre oceano: 110% da quando scende il cancelletto a quando non si vede la bandiera a scacchi. Qui non c’e’ tempo di ragionare o amministrare come al Mondiale. Roczen ha tutto a suo favore: ha buoni rapporti con tutti nel team, sopprattutto con De Coster, e’ assistito dalla sua famiglia (madre e padre sempre presenti) e si e’ trovato una bella figliuola americana.

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Il ragazzo c’e’ ed e’ gia’ mooolto iuesei!!! 8)

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Per quanto riguarda il suo team mate, Marvin, beh le cose purtroppo per lui non mi sono sembrate cosi’ rosee… ok che e’ appena ritornato da un infortunio alla mano che pero’ a detta sua non gli da tanto fastidio, secondo me c’e’ parecchia rivalità tra i due e il clima di tensione a mio avviso si respira. Credo anche che non si senta cosi’ “protetto” dal buon vecchio Roger che sta sempre piu’ avendo un occhio di riguardo per Kenny. Questa cosa secondo me lo prova un po’ mentalmente oltre al fatto che secondo me ha ancora una guida molto “europea” non sempre vincente sui pistoni americani.

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Staremo a vedere cosa succedera’… :roll:

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BAM BAM Barcia era molto teso anche lui, silenzioso e con poca voglia di scherzare anche se sempre molto disponibile a scambiare qualche chiacchera e a cazzeggiare un po’ con i suoi “Italian buddies”. La tensione si percepiva anche sul suo meccanico che non mollava un secondo la moto. Alla Honda non scherzano. In pista regala sempre un gran spettacolo guidando sempre al limitatore e facendo cose con la moto che solo lui sa come fa.

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Il mio preferito. 8)

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Bagget. Che dire di Bagget? Beh il ragazzo ha dimostrato di avere le palle quadre. In un giro, l’ultimo giro con la pista devastata ha gasato ben due sorpassi all’esterno a pilotini del calibro di Barcia e Roczen. Pazzesco! Non ci sono altre parole per descriverlo. Anzi no una ce ne…

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Alieno! :shock:

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La 450.

Nella classe maggiore mancavano dei personaggi di peso come Reed e Villopoto ma c’era un pilota che aveva tutti gli obbiettivi dei fotografi migliori del mondo su di lui, sempre. Sto parlando di JS7, grande attesa della giornata per il suo rientro dopo alcuni anni negli outdoors e per il suo recentissimo cambio di casacca. Ha dimostrato ancora una volta di essere il piu’ veloce in pista, quello che in qualifica ti tira solo due giri e ti fa il miglior tempo, quello che ha girato tutto il giorno senza rischiare niente, quello che secondo me girava all’ 80%, quello che ti vince due manche, quello che sara’ il peggiore incubo di Dungey negli outdoors 2012.

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Black and yellow! :P

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Per quanto riguarda Dungey… beh una star. Uno che vuole fare la star anche se c’e’ qualcuno che gli sta togliendo un po’ di luce e questo lo fa incazzare, lo fa incazzare eccome! Secondo me si e’ accorto benissimo che Stewart ne aveva un tot di piu’, che lo teneva lì, ci giocava come fa un felino con la piccola gazzellina prima di darle il colpo fatale. Deve sperare negli errori di Stewart per combinare qualcosa questa stagione e risparmiare qualche lente a strappo.

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Tutto in salita. :?

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Alessi. Uno che sul culo ha stampato “The Stallion”. Imprevedibile come uno stallone. Sempre al limite fin dalle qualifiche tirando due lunghi spaventosi portandosi via gli striscioni pubblicitari. Gli va di culo che da loro le reti verdi non ci sono. Per fortuna! Uno pero’ che nonostante tutto ti piazza sempre un holeshot. Uno che in pochissimi secondi ti passa 40 cavalli imbizzarriti e’ già a meta’ dell’ opera.

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Cavallo pazzo!

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Poi c’e’ lui, Andrew Short. Si avete capito bene proprio lui. Si e’ sparato un bell’ holeshot riuscendo a tenere dietro per 4 curve Stewart. Un veterano del paddock. Conosce ed e’ amico di tutti, piloti, personaggi dei team e fotografi. Alla fine della seconda manche della 250 va a complimentarsi con Roczen per la sua prestazione e lo invita a girare da lui.

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Emozioni.

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Questa e’ la mia breve ma intensa esperienza tassellata in America.
Non faccio il fotografo, non sono un giornalista.
Sono solo un ragazzo veramente appassionato che e’ riuscito a realizzare il suo sogno… The American dream! :P :P :P

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Teddy

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