Dopo essermi sbizzarrito con il “mio” mondiale 500, lascio spazio al secondo articolo di Famopar Fabio Foresio, che ci racconterà un capitolo del duello che, dopo Rinaldi vs Maddii, ha di nuovo colorato d’azzurro la classe 125 per diverse stagioni: stiamo parlando di Alex Puzar contro Chicco Chiodi nel 1997, la rivincita del 1995.
1997 (125 cc): ANCORA TU…
Lo ammetto, quando Kaiser mi aveva contattato per trattare le storie dei mondiali del passato non immaginavo che avrei parlato del campionato del mondo 125 del 1997. Sono piemontese e ho avuto la fortuna di conoscere e vedere allenarsi Alex Puzar quando era al culmine della sua carriera, ma il mio vero idolo è sempre stato Chiodi, quindi, una volta che vi ho avvisati delle mie “tendenze”, vi garantisco che cercherò di trattare l’argomento senza essere di parte.
Puzar e Chiodi, per quanto siano due pluricampioni a livello mondiale, sono letteralmente agli opposti, sia come carattere, sia per l’allenamento e lo stile in sella alla moto. Alex Puzar (classe ’68) potrebbe essere definito con molti aggettivi, anzi forse bisognerebbe inventarne di nuovi, ma in breve posso dire che è ed è stato il vero e proprio “genio e sregolatezza” del cross italiano: spettacolare, dotato di un enorme talento, un personaggio a tutto tondo che faceva sempre parlare di sé sia dentro che fuori la pista. Alessio Chiodi (classe ’73), invece, potrei riassumerlo con una sola parola: dedizione. Un ragazzo semplice con una mentalità vincente, una professionalità straordinaria ed una guida pulitissima, fatta di passaggi precisi e movimenti sempre perfettamente coordinati.
Sembra passato un secolo da quando, nel 1984, Rinaldi ha portato a casa il primo titolo mondiale di motocross per l’Italia; da allora sono successe tante cose e il nostro Paese è diventato sempre più protagonista della scena mondiale, ma nel 1997 ancora nessuno sa che stiamo per entrare in un triennio semplicemente indimenticabile. In quell’anno troviamo i nostri due piloti italiani reduci da un 1996 abbastanza deludente: entrambi, dopo essersi contesi il titolo della 125 nel 1995 (di cui leggerete in futuro, quindi non vi anticipiamo niente n.d.r.), avevano deciso di salire di categoria e correre nel mondiale 250, Alex in sella alla Honda nel Team dei fratelli Becchis e Chicco con la Yamaha del team Rinaldi, ma la loro annata era stata avara di risultati ed a fine stagione tutti e due erano arrivati piuttosto delusi e demotivati.
A fine ’96 Alex Puzar è ufficialmente un pilota ritirato, tanta è stata la delusione per la stagione andata male in 250, ma poi un’offerta della TM per correre nel mondiale 125 fa di nuovo scattare in lui la molla: Alex si fa prendere dalla sfida di portare sul tetto del mondo, per la prima volta, una moto italiana guidata da un italiano, per cui si ributta nella mischia con grande entusiasmo, entrando nel team diretto da Bertino Castellari. Nella 125 il piemontese si trova di nuovo di fronte Chicco Chiodi, che è rimasto alla Yamaha ma è passato al team De Carli ed ha deciso di tornare nella categoria che gli ha dato le migliori soddisfazioni per rilanciare la sua carriera. Siamo passati da un duello all’ultimo sangue per il titolo in 125, al “salto” in 250 fallito, all’annuncio del ritiro di Puzar e poi, di nuovo, alle battaglie in 125… sempre loro due, inesorabilmente avversari in pista ma uniti dal destino, che ha fatto un giro di due anni per riportarli esattamente dov’erano prima: come cantava Battisti “ancora tu… ma non dovevamo vederci più”?
Insieme alle nostre due punte di diamante ci sono tanti altri piloti che vogliono portare a casa l’alloro mondiale: la Yamaha ha un vero arsenale con l’americano Bob Moore (campione nel 1994) ed il nostro Erik Camerlengo nel team Magic Bike di Giorgio Foi, i due francesi Frederic Vialle e David Vuillemin con la Yamaha France ed il vicecampione del mondo, l’inglese Paul Malin; c’è James Doob con la Suzuki, Alex Belometti ed il veterano Michele Fanton sulle Kawasaki del Team Platini, l’altro francese Luigi Seguy e lo svizzero Philippe Dupasquier con le TM, e poi c’è Claudio Federici, il giovane talento romano alla ricerca di riscatto sulla Husqvarna del Team Italia diretto da Corrado Maddii, dopo un 1996 che doveva essere segnato dalla sua consacrazione ed è invece passato tra un infortunio e l’altro.
La stagione mondiale comincia nella lontana Indonesia, in una giornata di caldo ed umidità opprimenti che mettono a dura prova piloti e moto. Nella prima manche Chiodi conduce dall’inizio alla fine, davanti a Moore, Vialle e Federici; Puzar cade in partenza e deve prodigarsi in una furiosa rimonta che termina all’ottavo posto. Nella ripresa Chicco indovina un’altra prova perfetta e raccoglie una doppietta ideale per cominciare al meglio la stagione; dietro di lui Puzar riesce a regolare Moore e Vialle.
La seconda prova si corre in Francia, a Pernes les Fontaines, una pista piena di saliscendi dal fondo duro e polveroso. I francesi sono molto motivati, ma nella prima manche Chiodi si conferma rullo compressore, andando a cogliere la sua terza vittoria di fila, seguito dal giovane locale Xavier; in gara-2 i francesi non lasciano niente al caso e Vialle, Seguy e Maschio piazzano una tripletta, mentre Chiodi col quarto posto fa gli stessi punti di Vialle ma gli cede la vittoria del GP per via della discriminante della seconda manche. Puzar, in difficoltà col terreno duro e con una TM ancora non perfettamente a punto, è fuori dai dieci ed in classifica generale accusa già un ritardo di 33 punti.
A Bellpuig, in Spagna, si disputa la terza gara del campionato. La pioggia accompagna la corsa per l’intero week end ed in queste condizioni il favorito d’obbligo è Puzar, vero specialista dei fondi fangosi (come recita anche la scritta sul retro dei suoi pantaloni “Mud Man”). La prima manche però viene vinta da Bob Moore, mentre Chiodi riesce a resistere a Puzar e a precederlo sul traguardo, al secondo posto. In gara-2 Moore è di nuovo al comando, ma Alex è una furia e regala spettacolo sulla pista viscida, inventandosi delle traiettorie impossibili; nel finale l’americano sotto pressione cade, cede la vittoria a Puzar e, pur conquistando comunque il GP col secondo posto, riporta un brutto infortunio al gomito che lo costringerà a saltare alcuni GP. In classifica Puzar riesce a recuperare ben 10 punti a Chiodi, che paga una brutta seconda manche.
Si arriva così in Austria, sulla pista di Schwanenstadt, dove Puzar nel magico 1990 aveva colto una superba vittoria. In classifica generale Chiodi conduce con 96 punti contro i 78 di Vialle, i 73 di Puzar e i 72 dello sfortunato Moore, assente per il già accennato infortunio al gomito. Nella prima manche Chicco approfitta di una scivolata di Alex per precederlo sul traguardo, con Federici terzo. Nella seconda manche il piemontese parte al comando e ci resta fino alla fine, facendo desistere il bresciano da ogni tentativo d’attacco e andando anche a vincere anche il GP; Federici è di nuovo terzo in rimonta, per un fantastico podio tutto italiano.
La quinta prova si disputa a Maggiora, sul circuito al Mottaccio del Balmone, una delle più belle piste del mondo e tempio del cross italiano. Nella prima manche Federici precede Chiodi, Puzar ed un giovanissimo Thomas Traversini, l’altro pilota del Team Italia; nella seconda vince Puzar, davanti a Chiodi e Massimo Bartolini, in un ordine che rispecchia fedelmente quello della classifica assoluta del GP: è un autentico tripudio per i colori azzurri. Nella generale del campionato Chiodi e Puzar hanno fatto il vuoto alle loro spalle, facendo già capire che il discorso per il titolo sarà una questione ristretta a loro due.
Ma è a Foxhill che si corrono le manche più belle del campionato. Il GP della Gran Bretagna ormai da tre anni è un vero e proprio evento, con un doppio appuntamento (nello stesso week end si disputano le gare della 125 e della 250) disputato su una pista dall’indiscutibile fascino. Nella prima manche Chiodi, Federici e Puzar danno spettacolo, concludendo nell’ordine dopo aver combattuto per tutto il tempo; in gara-2 è ancora il bresciano a prevalere, centrando una doppietta nonostante il fastidio di un infortunio allo scafoide, davanti Puzar, Federici e Fanton. È un momento d’oro per il cross italiano e, grazie alla vittoria di Foxhill, Chiodi guida la classifica generale con 207 punti, 30 di vantaggio su Puzar; terzo è Federici a quota 134, quarto Vialle (che ha saltato l’appuntamento inglese per infortunio) a 105, quinto Maschio a 95 e sesto Fanton a 75.
In Slovenia, al GP successivo, le cose non vanno molto bene per i nostri, o meglio… non vanno come ormai ci eravamo abituati, ma non c’è comunque di che lamentarsi: Puzar è limitato dalla febbre, Chiodi da una caduta nella prima manche, ma i nostri giovani si dimostrano pronti a prendere il testimone e tenere alti i colori azzurri sul podio. Con un terzo ed un primo di manche, Federici vince il GP davanti a Camerlengo, mentre Vialle, vincitore di gara-1, deve accontentarsi della terza piazza assoluta; Chiodi è quarto e guadagna ancora terreno sul suo rivale.
L’ottava prova si corre in Germania, sulla pista di Gerstetten, e la pioggia la fa da padrona: è l’occasione per Puzar di riaprire i giochi. Il campione di Ceva non si fa pregare e da vita ad una grande prova, con un primo e un terzo di manche, facendosi precedere dal solo Vialle (secondo e primo) nell’assoluta. Chiodi, invece, penalizzato dalle cadute, rimedia solo un quarto ed un quattordicesimo posto, lasciando sul campo molti punti.
Dopo uno stop di tre settimane, durante le quali i team di De Carli e Maddii si trasferirscono nel nord Europa per allenarsi sulla sabbia, si arriva al GP finlandese sulla pista di Vantaa. Bob Moore ha finalmente recuperato la forma e nella prima manche torna alla vittoria, davanti a Chiodi e Maschio, mentre Puzar è quinto dopo una lunga rimonta. In gara-2 assistiamo probabilmente al più bel duello della stagione tra i nostri due campioni: Puzar nelle prime fasi passa al comando superando Vialle, ma incappa in una scivolata e viene ripassato dal francese, trovandosi Chiodi incollato alle spalle; Alex e Chicco, però, ne hanno più di tutti, si liberano di Vialle e poi cominciano a lottare tra loro per la vittoria, e alla fine a prevalere è il bresciano della Yamaha, che si aggiudica il GP ed uno scontro diretto importantissimo per il morale.
Decima prova in Slovacchia, sulla pista di Velke Vherce. Nella prima manche Federici sembra avviato verso una sicura vittoria, ma comincia a piovere e all’ultimo giro il romano cade, lasciando la vittoria a Dupasquier; Chiodi si classifica secondo, Maschio terzo, Puzar quarto ed il povero Claudio solo quinto. Nella seconda manche è uscito il sole a rendere il fango appiccicoso e le condizioni del tracciato sono al limite della praticabilità; su questo terreno Puzar è pressoché imbattibile e infatti va a vincere la manche, davanti a Chiodi ed al tedesco Jasinski. Nell’assoluta Chicco fa suo il GP per un solo punto su Puzar, con Dupasquier terzo.
Il penultimo appuntamento si disputa sulla pista belga di Neeroeteren e Chiodi si presenta con 24 punti di vantaggio su Puzar. Mattatore della giornata è uno scatenato Frederic Vialle, che vuole strappare il terzo posto in classifica a Federici e piazza una splendida doppietta; Puzar ci crede ancora e conquista due secondi posti importantissimi che gli permettono di recuperare 8 punti a Chiodi, terzo e quinto. Si deciderà tutto nell’ultima prova a Lierop.
La terribile sabbia olandese è tradizionalmente un terreno avverso ai nostri piloti, grandi specialisti dei fondi duri, ma il destino ha voluto che il duello mondiale tra italiani si dovesse risolvere proprio qui. I due primattori sono distaccati di 16 punti: Puzar non deve fare altro che attaccare, mentre Chiodi non può fare troppo affidamento sul vantaggio, sulla sabbia l’errore è sempre dietro l’angolo ed è un attimo lasciare per strada punti preziosi. È un GP particolare, questo di Lierop, perché le caratteristiche del terreno permettono ad alcuni specialisti locali di emergere dalle retrovie ed inserirsi in posizioni potenzialmente decisive per la lotta al titolo; in particolare tra i più agguerriti ci sono il giovane Erik Eggens, Marcel Van Drunen ed il vecchio campione John van den Berk. Il 1997, però, si conferma anno magico per i colori italiani e nella prima manche Federici smentisce prontamente il tabù della sabbia, andando a cogliere una magnifica vittoria proprio davanti a Van Drunen. Ma tutti gli occhi sono sui due grandi contendenti: Chiodi e Puzar inizialmente fanno gara insieme a ridosso dei primi, poi Alex scivola e Chicco cambia ritmo andando a recuperare fino al terzo posto, un piazzamento che, associato al quinto posto di Puzar, gli permette di portarsi a +20 in classifica e laurearsi Campione del Mondo. L’ “omino” ce l’ha fatta: è riuscito finalmente a conquistare quel titolo che rincorreva da anni, mettendo a tacere tutte le voci che lo avevano già bollato come un eterno secondo.
Nell’ultimo via del campionato Chicco festeggia al meglio il suo n.1, andando a vincere la manche davanti ad Eggens: con questo successo il bresciano chiude la stagione con 8 vittorie di manche e 5 GP, in testa al mondiale dalla prima all’ultima gara. Un Puzar ormai demotivato fa invece segnare l’unico ritiro della sua stagione, causa una botta al ginocchio, e per la seconda volta nella sua carriera deve accontentarsi del secondo posto nel mondiale 125. Claudio Federici completa la festa azzurra andando a conquistare il terzo gradino del podio: per la prima volta nella storia tre italiani sono ai primi tre posti del mondiale. A fine stagione Claudio e Chicco si uniranno ad Andrea Bartolini nel Cross delle Nazioni di Nismes, andando a cogliere un secondo posto assoluto che eguaglierà quello del 1989 come miglior risultato di sempre del team italiano; almeno fino al 1999, quando lo stesso terzetto entrerà definitivamente nella storia…
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