“BC CHATS WITH SEB TORTELLI”

Scritto mercoledì 29 Gennaio 2020 alle 12:48.

Quando hai l’oppurtunità di fare due chiacchiere con un PILOTA e sei gasato più di ogni altra cosa e…….nulla, sentite qua!!!

Buona lettura!

Sono le 23:30 di domenica 26 Gennaio, mi squilla il telefono come accade ormai mille volte al giorno oggi come oggi, tra sms, whatsapp, chat Instagram e via dicendo. Si tratta di un messaggio su whatsapp, apro la conversazione, è un amico con cui ho condiviso la maggior parte delle mie uscite crossistiche e che ora gestisce e organizza eventi nella pista di Baccalamanza, in linea d’aria distante qualche centinaia di metri da casa mia; tradotto, se qualcuno gira io da casa mia lo sento.
Tra l’altro in questo periodo, diciamo almeno da dicembre a febbraio, per via del clima la mia regione (Sardegna) ormai da diversi anni è la meta ideale o per le vacanze crossistiche di tanti appassionati del nord, o per gli allenamenti di piloti veri e propri, dalle future promesse ai pro affermati del mondiale. Ah, comunque, avevo ricevuto un messaggio su whatsapp dicevo, si … Ma non uno dei tanti, perché è uno screen di una conversazione, giusto qualche battuta diciamo, e il primo messaggio grosso modo è questo “Ciao, sono Seb Tortelli, vorrei sapere a che ora apre la tua pista domani …”


“Ca**o !!” La prima cosa che ho pensato, “Domani mi fiondo la !!!”
Una precisazione : io il cross ho smesso di seguirlo più o meno da quando ho smesso di praticarlo, stiamo parlando del 2007 all’incirca. Da quel periodo in poi tutto quello che so è giusto qualcosa sentito indirettamente in qualche conversazione tra amici che ancora lo praticano e con i quali sono comunque costantemente in contatto.
Non ho quindi mantenuto l’interesse, non sono mai andato a vedere girare nessuno di quelli buoni in tutti questi anni, ho giusto fatto un’eccezione un anno esatto fa per Cairoli ed Herlings, ma (non me ne vogliano) con uno stato d’animo un po’ diverso, più che altro la curiosità di vedere come un top top rider del mondiale affronta gli ostacoli nella pista che conosco meglio. Ma si, magari poi ci scappa la foto di rito, perché no … In ogni caso, così, se capita dai, senza fare salti mortali.
Ma per Tortelli, (ripeto, non me ne vogliano gli altri due), ho avvertito tutt’altro entusiasmo.
Anzitutto Sebastien Tortelli è esploso proprio nel momento in cui io mi sono avvicinato al motocross, ero appena adolescente, e poi cosa posso dire di lui … Avete presente la parola “grinta” ? Ecco, se penso a questa parola, il primo pilota che mi viene in mente è lui, una guida entusiasmante, uno smanettone all’ennesima potenza, gas spalancato da quando si abbassava il cancelletto in poi. Faceva paura Tortelli, sulla moto metteva sempre tutto quello che aveva. È uno di quei piloti che ti spinge ad andare oltre i numeri e a non considerare un pilota “solo” per i titoli vinti. Tortelli ha vinto meno di altri. Ma Tortelli ha battuto Stefan Everts, lo ha battuto e poi è subito andato via dall’Europa per inseguire il sogno americano. L’America l’aveva già assaggiata già quell’anno mentre il mondiale era ancora in pausa, quando ancora si correva il supercross al Coliseum di Los Angeles, all’epoca chi era interessato ad avere una carriera negli States se aveva la possibilità, cioè trovare supporto in loco (non era scontato trovare un team a cui appoggiarti che ti desse la moto e meccanico), partecipava a una o più gare del supercross prima dell’inizio del mondiale. Quel giorno una gran pioggia rese la pista fangosa, il fango in una pista supercross fa si che la gara diventi un terno al lotto e poi, se proprio vogliamo trovare un tallone d’Achille agli specialisti americani, il cui livello medio all’epoca era veramente stellare, sicuramente era la guida sul fango. E infatti Tortelli vinse clamorosamente quella gara, non so se avesse già il contratto in tasca o se fu quella gara determinante, ma di certo c’è che l’anno dopo Seb si presentò a tempo pieno da campione del mondo in carica e su una Honda ufficiale. Non scelse certamente la strada più facile, il supercross si può quasi considerare uno sport diverso dalle gare all’aperto, e poi all’epoca ti dovevi confrontare con gente come (uno su tutti) McGrath, Lusk, Windham, LaRocco, Albertyn, e il debuttante astro nascente Carmichael.
Fare questa premessa era doverosa, anche un po’ prolissa, ma è importante inquadrare il periodo storico; Tortelli non ha certo scelto la strada più facile. E detto fuori dai denti, fosse rimasto in Europa, almeno i due mondiali successivi, visti anche gli infortuni di Everts, non dico che li avrebbe vinti a mani basse, ma avrebbe solo potuto perderli.

E insomma, arrivo alla pista, parcheggio e lo riconosco subito, è dentro il tracciato a guardare i suoi ragazzi che girano, sembra ancora un ragazzo, di certo a vederlo non gli dai i 41 anni che ha.
Aspetto che finiscano la manche e mi avvicino al suo furgone, lo chiamo, si gira e immediatamente mi sorride e molto volentieri mi concede la foto di rito.
A quel punto per quanto mi consente il mio inglese, ci scambio quattro chiacchiere …
Anzitutto, oggi come oggi, è impegnato con la sua scuola di motocross e corre ancora … In bici, mountain bike per la precisione. Ma non gare qualsiasi.
Seb fa gare della durata di 24h, sono gare che si corrono in squadre da 4 ciclisti, di questi, due rispondono al nome di Cedric Souberais uno, e di Jean Michel Bayle l’altro. Si proprio lui, l’unico pilota nella storia in grado di vincere mondiale e ama supercross.
Gli chiedo se avrebbe girato, mi dice “si” e indica un 125, “dai, sul serio usi il 125 ? Come mai ?”
“Mah si dai così, per divertirmi, uso qualsiasi cosa, oggi c’è questa”
Inutile dire che non avrei desiderato di meglio, vederlo su un 125, meraviglioso !
Mi rendo conto che è molto disponibile, allora continuo a chiacchierarci, la conversazione è a tre, partecipa anche Fabio, proprio lui che mi ha avvisato della sua presenza. Prendendo spunto dal fatto che avrebbe usato una moto a due tempi, gli dico che a parer mio, avendo corso nel periodo spartiacque 2t/4t, forse per lui se il cross fosse rimasto ancora un po’ a 2t sarebbe stato meglio, “Ma no, mi piace molto il 4t …” (e certo che ti piace, un pilota vero vuole usare il mezzo più veloce possibile 😁) Lo spirito della mia affermazione però era un altro, e cioè dire che per il suo stile di guida molto aggressivo, sicuramente è stato un interprete del due tempi eccezionale sicuramente molto più di altri e probabilmente avrebbe raccolto di più … “Può darsi …” Mi dice. Ma io non contento allora faccio l’esempio opposto : “Pensa ad Everts, lui sicuramente per via del suo stile di guida ha beneficiato più di altri dell’introduzione del quattro tempi” … “Aaah beh, si certo, penso anch’io …”

-Questa sua risposta mi ha dato un certo compiacimento, nel senso che mi è parso di capire vista la sua spontaneità di aver realmente incontrato la sua approvazione, cioè giusto per farvi capire, non è stato il classico “si sì …” per tagliare corto e compiacere un fan rompicoglioni che magari oltretutto non capisce un c…. 😁
Parliamo ancora un po’ della sua carriera, notiamo che oltre ad essere stato un pilota veramente emozionante, ha corso con mostri sacri, uno di questi, Ricky Carmichael, è stato anche suo compagno di team, due volte; sia in Honda (2002) che in Suzuki (2005) “A very good guy” mi dice (Carmichael è in assoluto sopra chiunque il mio idolo motocrossistico).
“Quell’anno (2005) andavo veramente forte, poi purtroppo mi sono rotto il polso, e quindi …” Gli infortuni lo hanno tartassato per più della metà della sua carriera, almeno dal 99 in poi. Anche il mondiale 97 lo finì in anticipo per un infortunio, chiudendolo comunque al quarto posto.
Comunque lui Carmichael di certo una volta lo aveva battuto, e non in una gara qualsiasi, parliamo del Motocross delle nazioni del 2000 corso a Saint Jean D’Angely, ok in casa sua, ma nella terza manche, dopo una brutta partenza Tortelli fece una rimonta impressionante, arrivò a prendere l’americano che era davanti a tutti col trofeo di squadra in tasca, ma nonostante questo cercò a tutti i costi di tenerlo dietro; il giorno però Seb era assolutamente incontenibile e si portò a casa almeno la vittoria di manche.
“In effetti -gli faccio notare- tu sei stato un po’ sfortunato (ci pensa un po’ e quasi annuisce) secondo me sei stato fortissimo e velocissimo, ma quello che hai vinto non rispecchia il tuo reale valore”
A quel punto con grande umiltà minimizza, “Mah si dai, io penso sia andata bene così tutto sommato … è andata bene così dai (sorride)”
Nel 2006 tornò in Europa con ktm ufficiale che lo ingaggiò per tentare di interrompere il dominio di Everts, e Tortelli diede prova di essere perfettamente in grado, mostrando una velocità incredibile e vincendo subito la prima manche sulla sabbia a Zolder … Poi purtroppo in Portogallo alla terza gara un brutto infortunio mise fine alla stagione e di fatto anche alla sua carriera, a 28 anni ancora da compiere.

Lo vediamo finalmente indossare il casco, e ci regala un paio di giri belli tirati (c’erano dubbi ? 😂)
È stato emozionante vederlo guidare dal vivo e su un 125.
Oltre questo, manterrò il ricordo di un ragazzo veramente disponibile e sorridente, è stato un vero piacere conoscerlo … Fate un giro su YouTube per avere un’idea di chi era Sebastien Tortelli 👍🏽👍🏽👍🏽

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