SEASON 2019 MXGP: alcune considerazioni!

Scritto martedì 17 Settembre 2019 alle 12:43.

Stagione 2019 MXGP: alcune considerazioni!

Articolo by Ryan Introvigne
 
Si è conclusa domenica la stagione MXGP 2019. Una stagione lunga, 18 Gran Premi che hanno messo a dura prova i Team ed i Piloti, non solo fisicamente ma anche in termini di Budget.
In MXGP era iniziato tutto nel migliore dei modi per Antonio Cairoli, alla ricerca del decimo titolo iridato, tabella rossa e condizione fisica ottimale. 
Quando il destino sembrava segnato, qualcosa inizia a cambiare: in Trentino, a Pietramurata, davanti ai suoi tifosi accorsi in gran numero dalla Slovenia, Tim Gajser riesce a domare prepotentemente Tony in uno dei suoi GP di casa. Si dice che sia dovuto al tipo di terreno non congeniale ad Antonio, alla gestione dei punti di vantaggio in ottica campionato…ma sembra che qualche certezza sia venuta meno.
A distanza di circa un mese siamo di nuovo in Italia, questa a volta a Mantova, e complice il terreno sabbioso amico ed il meteo inclemente Cairoli riesce ad ottenere un 1-1.
Ma qualcosa è cambiato, Gajser sta crescendo e si sta avvicinando a Tony. In Portogallo ad Agueda, il secondo segnale e la conferma: Tim bissa la vittoria di Arco e Tony inizia a mostrare qualche lieve debolezza. I presentimenti si riveleranno presto veritieri purtroppo.
Infatti nei seguenti GP di Francia, Russia e Lettonia il siciliano raccoglie pochi punti, molti meno del previsto, mentre Gajser inanella una serie di vittorie. Il punto peggiore arriva a Kegums: un Tony ormai quasi incapace di reagire allo sloveno, cade duramente durante i primi giri di gara due su una delle piste per cui ha sempre avuto un forte sentimento di amore/odio, sede di grandi rimonte ma anche di battute d’arresto come al MXON 2014…e come si rivelerà quello dell’edizione 2019.
La caduta porta come conseguenza un infortunio alla spalla ed il siciliano si ritrova le sue speranze infrante, quel decimo titolo che sembrava così vicino, complice anche l’assenza di Jeffrey Herlings, rientrato da vincente proprio a Kegums e immediatamente re-infortunato, sembra svanire.
Da quel momento in poi è un assolo di Gajser che si trova ad amministrare un consistente vantaggio, gli avversari che potevano contrastarlo si perdono per strada: Desalle cade ad alta velocità in Russia fratturandosi una gamba, qualche sprazzo lo mostra Febvre ma incappa anche lui nel secondo infortunio della stagione in Svezia, Paulin non sembra più essere il pilota capace di vincere manche come qualche anno fa.
Il finale, pressoché anticipatamente già scritto, racconta del rientro di un Herlings in forma non ottimale ma capace già di vincere, di un Coldenhoffstrepitoso che inanella 5 Podi consecutivi e due vittorie di GP in sequenza (ottime notizie per la squadra olandese al Nazioni), della fantastica prestazione dell’inglese Max Anstie che riesce a vincere una manche nell’inferno di Lommel con un polmone solo in pratica (Max è stato ricoverato in seguito per un pneumotorace).
Il finale di stagione porta con sé anche alcune perplessità: quella di piazzare un GP d’Italia in un autodromo nella settimana di Ferragosto, quella della scelta di terminare un Mondiale (per fortuna già deciso) con due GP, rispettivamente in Turchia e Cina, totalmente anonimi ma che avrebbero potuto invece essere la sede di consacrazione dei nuovi Campioni MXGP/MX2, magari con una lotta all’ultima gara, con un cancelletto semivuoto, davanti ad un pubblico quasi inesistente, in Paesi con poca tradizione e cultura crossistica, dove anche i papabili campioni difficilmente avrebbero avuto un seguìto di tifosi connazionali, ed in piste che sembrano livellate verso l’appiattimento tecnico, anonime e senza spunti che le facciano restare nella memoria.
 Il Motocross necessita ed è composto anche da spettatori, atmosfera, tradizione e passaggi tecnici mozzafiato sui quali gli atleti, meglio se numerosi, possano esprimersi al meglio. Senza questi ingranaggi, il meccanismo non funziona.
 
In MX2, la suspense è venuta a mancare solo in occasione del GP di Inghilterra: Prado si fa male ad una spalla in allenamento a Malagrotta ed è costretto a saltare il Gran Premio inglese. 
Il danese Thomas Kjer Olsen si fa trovare preparato all’appuntamento e sul bellissimo tracciato di Winchester ottiene una doppia vittoria e si porta subito in testa al Mondiale.
Jorge ed il suo mentore Claudio De Carli non sembrano preoccupati, anzi sorprende la relativa calma con il quale rispondono alle interviste nei momenti successivi. 
Il pilota spagnolo si presenta infatti al terzo Gran Premio a Valkenswaard con la bellezza di 44 punti da recuperare, non proprio una passeggiata. Il prosieguo della stagione rivelerà il motivo di tale sicurezza: Jorge si rivela nettamente superiore, quasi di un’altra categoria per gestione di gara e velocità rispetto ai suoi avversari. Nei successivi GP lascerà solo le briciole, saranno infatti solo 3 le manche non vinte, a favore dei vari GeertsVlandereen e Olsen.
Poche le notizie positive per i giovani italiani, Cervellin è autore di una stagione incostante, nella quale alterna ottimi piazzamenti a prestazioni incolore, Bernardini non è presente in nessuna prova, ed il resto della truppa italiana ottiene pochi punti.
Notizie ottime arrivano invece dall’Europeo: in 125 Guadagnini domina la stagione, dopo il suo exploit a Riola in sella alla Husqvarna 250 2t, e Forato dopo essere stato in testa al campionato EMX 250 per parecchie gare deve cedere il titolo per pochi punti, ma i due ragazzi del Team Maddii fanno ben sperare per il futuro. L’importante è che rimangano concentrati sull’obiettivo e si dedichino con grande determinazione al loro lavoro: il nome di Maddii sarà per loro sicuramente una garanzia in tal senso.

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