Interview, five minuts with Ricky Carmichael – The GOAT

Scritto martedì 18 Dicembre 2018 alle 08:23.

Abbiamo avuto il piacere di trascorrere 5 minuti con una grande leggenda del nostro sport. The GOAT “Greatest Of All Times”, alias Ricky Carmichael. Risponde alle domeande sui piloti MXGP e AMA, MXoN 2018 e altre cose. Grazie Ricky per il tuo tempo! Speriamo di rivederti presto in Italia!

We had a pleasure to spent 5 minuts with a big legend of our sport. The GOAT, alias Ricky Carmichael. He answer at the questions about riders MXGP and AMA, MXoN 2018 and other things. Thanks Ricky for your time! We hope to see you soon again in Italy!

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Intervista e traduzione by Ryan Introvigne

PS: avevamo ancora qualche domanda da porgli, ma i tempi erano molto ristretti, è stato molto disponibile come al solito Ricky, un UOMO d’altri tempi, un ragazzo che ha ancora la passione per questo sport e ama quello che ha fatto! Grazie Ricky!

Ciao Ricky, la prima domanda riguarda il grande evento recente del MXON 2018. Qual è la tua opinione sull’America che non riesce a portare a casa il Trofeo da molti anni? Come mai non abbiamo più il Ricky o il James di turno?
Si il Motocross of Nations è stata una gara divertente da vedere, un mucchio di persone mi chiedono come mai l’America non vinca questo evento da anni e la motivazione è che questi ragazzi pensano solo al Supercross, per questo motivo vediamo questa differenza tra i piloti MXGP e gli americani. I piloti europei sono sempre concentrati sul motocross e penso che invece gli americani si concentrino solo sull’indoor, facendo il minimo indispensabile per portare a termine la stagione Outdoor. Onestamente penso che non gli interessi più di tanto il motocross, loro cercano sempre di migliorare nel Supercross.

Al giorno d’oggi sembra che i piloti americani non abbiano tempo per questa gara, eppure nella tua epoca il numero totale di gare da disputare in una stagione era praticamente lo stesso e tu eri sempre in prima linea per rappresentare gli USA…come mai?
(Ride ndr) E’ un pò differente oggi la situazione per i piloti americani, non so se ho la risposta alla tua domanda…oggi viviamo in un mondo differente da quello in cui correvo io…il mondo intero è differente, i ragazzi sono differenti, è una nuova generazione. Non posso parlare per loro, e penso che neanche loro sappiano darti una risposta. Loro hanno le loro opinioni evidentemente.

Forse i soldi hanno preso il sopravvento sull’orgoglio?
(Sorride ndr) Non lo so…cioè alcuni di loro guadagnano davvero bene ma molti altri guadagnano molto meno di quello che pensiate.

Segui la MXGP e cosa ne pensi in generale?
Si la seguo un pò, non le guardo tutte ma vedo tutti i risultati. Penso che abbiano raggiunto una velocità incredibile, ovviamente penso a gente come Herlings, nessuno è al suo livello..ma anche gli altri sono davvero bravi. I piloti MXGP al giorno d’oggi sono molto differenti da quelli contro cui correvo io, il loro stile è molto migliorato, la loro tecnica è molto più aggiornata, hanno sicuramente molta più velocità. Senza nulla togliere ai piloti contro cui correvo io, ma quelli di oggi sono davvero parecchio meglio come stile di guida, sono divertenti da guardare. Hanno scoperto in cosa eccellono e stanno migliorando sempre più.

Pensi che il miglioramento dei piloti MXGP sia dovuto al fatto che corrono su piste più rovinate?
No, penso che il motivo sia unicamente il fatto che i nostri piloti non amino il motocross, lo odino e non gli piaccia neanche allenarsi nell’outdoor, gli interessa solo il Supercross. L’unico motivo per cui corrono il motocross delle nazioni è che così facendo evitano l’ira dei tifosi! I tifosi gli dicono di tutto sui social media e così loro vanno a correre. Semplice.

Un consiglio che daresti per rendere il nostro sport più popolare e famoso?
L’unico consiglio che posso dare ai piloti che rappresentano il nostro sport è quello di dare il loro meglio e rappresentarlo nella migliore maniera possibile in modo che sia più attraente per i grossi sponsor.

E per gli organizzatori?
Gli organizzatori devono essere come una strada “a doppio senso” non a senso unico..devono lavorare con un solo obbiettivo e una sola visione che è quella di rendere lo sport più grande possibile.

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