GIUSEPPE LUONGO INTERVIEW – “Dare qualcosa di nuovo…”

Scritto lunedì 17 Ottobre 2016 alle 19:57.

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Traduzione by Riccardo Rosa Salva

Un interessante intervista al Signor Motocross, Mr. Giuseppe Luongo, chi l’ha fatta è il nostro amico Geoff Meyer di MxLarge, domande su quello successo al Nazioni, a risposta del pubblico e una direzione di Motocross nuovo come tipologia di gara, una cosa che parecchi la vedono come un pericolo per il nostro amato sport, ma Luongo racconta molto!

Buona lettura!

MXlarge: Ciao Giuseppe, prima di tutto vogliamo sapere cosa hai provato durante gli MXGP Awards, quando un grande numero di Ex Campioni del Mondo e Campioni AMA, ed Ex vincitori di GP ti hanno ringraziato per il tuo coinvolgimento nelle loro carriere e per aver aiutato questo sport, e ti hanno anche consegnato un regalo. Come è stato per te quel momento in cui tutti abbiamo visto che ti sei emozionato? 

Luongo: “É stata una sorpresa ed è stato un po’ strano. Tutti hanno mantenuto il segreto ed io ero sicuro di come doveva svolgersi il programma degli Awards.. ma all’improvviso qualcuno ha cominciato a chiamare i piloti e a quel punto ho pensato che forse i piloti volevano fare qualcosa di speciale per il “Dream Team” (David Bailey, Johnny O’Mara e Ricky Johnson, che Luongo aveva invitato a Maggiora.) Pensavo che fosse qualcosa legato a loro. Non ho mai visto così tanti grandi campioni tutti insieme. A volte alle gare nel paddock puoi vedere dei grandi piloti, ma questa era la storia del nostro sport proprio qui, tutti insieme. Non ho ancora avuto l’occasione di contare quanti titoli ci sono tra tutti questi piloti. Campioni AMA Supercross, Campioni del Mondo. E poi mi hanno chiamato e mi hanno consegnato una targa. Mi ha fatto tornare in mente quando ero un piccolo bambino che andava alle gare di motocross, e facevo il tifo per Michele Rinaldi e gli altri piloti Italiani. Per uno come me che è arrivato a questo sport da tifoso e che ora lo fa di mestiere, e ormai da molto tempo, è stato davvero molto toccante ed emozionante. Di solito nel mondo del business a volte ti ringrazia un organizzatore o i media, ma perché fa parte del business.. ma vedere tutti quei Campioni insieme, e vederli che mi dicono grazie.. a parte la mia famiglia che è una cosa che sono fortunato di avere ogni giorno, nel mio lavoro questa è probabilmente la cosa più bella che mi è mai successa, è stato un momento impareggiabile.”  

L’ultimo Motocross of Nations è stato uno dei migliori a cui abbiamo mai assistito, con il Dream Team presente e con delle bellissime gare combattute. Che ne pensi?

Luongo: “Sono d’accordo e non sono d’accordo. Sono d’accordo perché è stato un evento pieno di emozione che ha fatto storia. È stato un giorno in cui abbiamo ricordato quello che è stato probabilmente il miglior MXoN di sempre, quello del 1986… ho ringraziato il Dream Team per la miglior gara di sempre nell’86 ma in realtà allora non c’era stata molta gara… hanno vinto facendo 1-2,1-2,1-2, quindi non era stata proprio una corsa normale ma più un sogno.. Il solo fatto di aver ricordato e celebrato la storia è stata una cosa straordinaria, e poi le battaglie in pista sono state fantastiche, ma l’ultimo MXoN è sempre il migliore.. l’anno scorso abbiamo pensato lo stesso dopo Ernee, e non dimentichiamoci di Franciacorta nel 2009, e Matterley Basin nel 2006, o ancora Ernee nel 2005, o in Germania nel 2013, o a Lommel nel 2012. A livello emozionale direi di si che questa ultima edizione è stata speciale, ma non posso davvero dire che sia stata la migliore, non è stata come Matterley Basin nel 2006 o Franciacorta nel 2009, perché a quelle due edizioni del MXoN c’erano molti, tantissimi spettatori.”

Ci sono stati gli anni nel 2001, 2002, e 2003 in cui è evidente che il MXoN aveva perso un pò del suo lustro. Poi c’è stato un anno con Competition Park e poi si è passati in Spagna con la Dorna, e in alcuni di quegli anni il Team USA non si  neanche presentato. È cambiato tutto ora non è vero?

Luongo: “Si, ma il problema non era la Dorna, perchè c’erano state pressioni “lobbistiche” dall’America. Credo che la Dorna e la FIM siano state le vittime di quello che è successo ( a partire da Competition Park). Quando abbiamo ripreso il MXoN dalla Dorna, il Motocross delle Nazioni era arrivato al suo livello più basso. A Bellpuig ci sono stati solo 4mila spettatori, e anche in Belgio ce ne sono stati forse 10mila. E poi siamo arrivati a quello che è oggi. Questo è certamente successo grazie alla cooperazione della FIM, degli organizzatori, e anche della AMA, perché c’è stato un momento in cui è stato molto difficile gestire AMA e FIM, ed è stato un momento cruciale. Abbiamo dovuto lavorare sulle relazioni tra i due per far tornare questo evento come era una volta.”

 

Quanto è importante secondo te in questi periodi difficili e di crisi, credere in un evento” come il MXoN o in una nuova idea come quella del Riders Cup?

Luongo: “É la stessa cosa, quello che importa è il valore del “prodotto”, quando l’idea è buona e fatta al momento giusto, allora si può continuare. Se avessimo avuto paura di investire nel MXoN nel lontano 2005 allora forse non sarebbe diventato l’evento che è adesso. Bisogna credere nel “prodotto” e ora (che è consolidato) possiamo portare il MXoN in qualunque posto vogliamo, e forse (Speriamo di no! n.d.r. ) succederà lo stesso per la SMX.”

Secondo te cosa rende il concetto della Riders Cup un successo?

Luongo: “Ne ho avuto la conferma il venerdì sera da Tim Gajser, Ryan Dungey e Romain Febvre, perchè è una pista in cui possono lottare insieme un pilota di supercross e uno di motocross, in cui si possono divertire e gareggiare insieme a distanza ravvicinata. Questa gara è stata una sfida perché nessuno credeva che sarebbe stata davvero diversa. Durante la settimana prima della SMX molti piloti europei si sono allenati sulle piste supercross, ma l’intento era di creare qualcosa di diverso. A parte il pubblico, per me quello che conta è il successo dell’evento in termini di formula di gara e tipo di pista, è così che possiamo dare qualcosa di nuovo allo sport. Il numero degli sponsor si può vedere solo sul conto bancario della Youthstream, e grazie alla trasmissione in diretta in televisione, sulle televisioni di tutto il mondo, l’evento è già da considerarsi un successo. Per le case costruttrici è stato un grande successo e così gli sponsor hanno avuto un ritorno sul loro investimento. La cosa principale di questa gara è che venga organizzata in Europa, ma perché no anche in America..” 

Parlaci della decisione di non andare a Glen Helen per il MXoN dell’anno prossimo. È un grande circuito ma forse non così ottimale in quanto ad atmosfera.. è evidente che lì il pubblico è sempre stato poco.

Luongo:  “Allora, voglio dire le cose molto chiaramente. Bud Feldkamp è un “gentleman” ed un mio grande amico con cui sono stato recentemente a cena a Salisburgo, in Austria. Siamo amici, lui è un bravo uomo d’affari e per lui Glen Helen è solo una grande passione perchè la sua attività principale è nel campo delle pulizie o qualcosa del genere. Non è mai stata una questione di soldi, e abbiamo collaborato per ogni ogni evento che abbiamo organizzato insieme. Ad ogni gara che abbiamo organizzato a Glen Helen la Youthstream ha perso più soldi di Glen Helen, perché la condizione principale è sempre stata che almeno lui potesse coprire i costi, e questo è un dato di fatto. Non è mai stato un problema di “gettone” perché ad essere onesto lui non ci ha mai pagato i diritti. Non è che Luongo arriva e chiede più soldi, ma da come abbiamo visto negli ultimi anni in generale il pubblico del motocross in America è calato, come è successo anche all’USGP a Glen Helen. Abbiamo corso a Charlotte e lì invece il numero degli spettatori è stato molto buono, e ora sappiamo che lì c’è un mercato da migliorare. Ma dopo Maggiora è impensabile correre un MXoN senza un pubblico enorme, anche perchè Glen Helen è un posto talmente grande in cui anche se arrivassero 15000 persone si disperderebbero per la pista e non avremmo mai l’atmosfera che c’è in Europa. Il Nazioni non si fa solo per far soldi, è un evento che fa bene allo sport. Anche nella MXGP ad alcune gare non c’è un grande pubblico come in altre, ma abbiamo sempre un grande pubblico televisivo perché ci sono sempre milioni di persone che vedono le gare in TV. Le nostre gare sono le più viste al mondo. Ma la cosa più importante per il MXoN è l’atmosfera e per questo abbiamo bisogno di un pubblico molto numeroso, e per questo motivo non abbiamo voluto rischiare, anche perché adesso non è il momento giusto per l’America. Penso anche che ci sia gente che non aspetta altro che ci sia un cambiamento per avere la loro occasione per essere negativi e protestare, ma io credo che sia stata una buona scelta e torneremo in USA nel 2019 e penso che andremo in una delle piste del National preferite dal pubblico. E a giudicare da quello che vediamo sui social media non abbiamo sbagliato perché parlano già delle stesse piste che stiamo adocchiando. Quello che vogliamo è portare questa gara (MXoN) nel cuore dei tifosi Americani. Stiamo parlando con l’AMA e con le persone che organizzano questo sport in USA, e stiamo cercando una buona opportunità per tutti di collaborare per riportare lì il MXoN, come a Budds Creek nel 2007. A volte per poter fare due passi in avanti sei costretto a farne uno indietro.”

Raccontaci del calendario MXGP per il 2017.

Luongo: Ci saranno 20 GP e ce ne sono 5 in lista d’attesa. Speriamo di scegliere i posti migliori. Come sapete la Thailandia è stata annullata e al suo posto c’è l’Indonesia. Tutte le case costruttrici adorano l’idea di andare in Indonesia perché con i suoi 250 milioni di abitanti è il mercato del motociclo più in crescita, e per questo è così importante. Cominciamo in Qatar, Indonesia, Argentina e Messico, e poi si viene in Europa. È tornata la Svezia e anche San Marino, niente Inghilterra perché ci sarà lì il MXoN 2017, ma entra la Russia con cui abbiamo firmato un accordo a lungo termine, e vogliono andare a Orlyonok (dove c’è stato il mondiale Junior), e poi a Mosca e a St. Petersbourg. Vogliono coprire tutte le aree più grandi della Russia e per questo vogliono queste tre località. Poi avremo Charlotte il primo weekend di settembre, e il MXoN a Matterley Basin il primo di Ottobre.”

É un calendario molto fitto, questo sport sembra sia cresciuto molto negli ultimo 15 anni, cosa ne pensi?

Luongo: “Dovete sapere che quando abbiamo preso le redini del motocross nel 2003/2004 c’erano solo 11 richieste di GP. E da lì siamo partiti, ed ora siamo arrivati al limite perché abbiamo un accordo secondo cui non ci possono essere più di 20 Grand Prix, e abbiamo già 5 piste in lista d’attesa. Quindi si, la MXGP gode di ottima salute e, nonostante quello che si può sentire da alcune persone, i GP sono organizzati bene perché se stessimo perdendo soldi non saremmo in questa condizione positiva. Per noi è sempre importante cercare di andare in pari con gli organizzatori. È successa una cosa del genere in Germania dove gli organizzatori, dopo aver ricevuto la promessa di un finanziamento dalle autorità locali, per due o tre anni hanno investito un sacco di soldi per migliorare la propria struttura ma poi non hanno ricevuto niente e così sono venuti da noi, pensavano che avrebbero dovuto fermarsi ma noi abbiamo trovato per loro una soluzione finanziaria che gli ha permesso di continuare, perché sono un partner di cui ci fidiamo. Guardate come molti dei nostri organizzatori sono qui ormai da tanto tempo, e questo grazie al fatto che alla fine con noi riescono sempre a trovare una soluzione.”

La gara a Charlotte è stato un evento fantastico, è piaciuto a tutti. C’è attesa ed entusiasmo per l’anno prossimo?

Luongo: “É stata un successo da tutti i punti di vista, e ovviamente è stata difficile a causa del tempo.. fortunatamente siamo stati solo sfiorati da quella perturbazione tropicale, grazie a Dio ci ha solo sfiorati. Intendo dire che cambiare il programma è stato un peccato, ma era caduta talmente tanta pioggia che non c’era altra possibilità. C’è stata una buona affluenza di pubblico, ma può essere molto di più. C’è stato brutto tempo in tutta l’area intorno a Charlotte e per questo molte persone avevano paura che sarebbe stata cancellata e non si sono mossi di casa. Perdipiù c’era anche un evento Nascar a sole due ore e mezza da Charlotte. Adesso stiamo pensando di fare la gara il lunedì, che è una festa nazionale. Venerdì è la giornata dello sport universitario, e sapete bene quanto gli Americani siano appassionati di questi eventi. Domenica c’è la gara Nascar, e solo lunedì non c’è niente. In realtà era una pista da Supermotocross, e mi piace questa parola adesso, perché in effetti era più supercross che motocross. Ai piloti è piaciuta e questa è la cosa importante, perché quando i piloti si divertono di conseguenza si diverte anche il pubblico.”

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