Il mondiale, la “gioiosa macchina da guerra”

Scritto venerdì 26 Febbraio 2016 alle 20:02.

Schermata 2016-02-26 alle 22.01.13

Articolo by Kaiser

Il mondiale, la “gioiosa macchina da guerra”

Sarà che ormai le gare internazionali di preparazione non creano più la giusta suspense, saranno gli impegni, sarà che crescendo ci si emoziona di meno… però mi fa uno strano effetto trovarmi alla vigilia del campionato del mondo e non pensarci. Quand’ero bambino cerchiavo la data sul calendario. Ma è meglio che non mi abbandoni ai ricordi, per carità, sennò m’intristisco.

Ci siamo, il mondiale 2016 è al via. MXGP, un nome orrendo e per giunta pure scopiazzato, a cui non voglio proprio abituarmi, perché più lo pronuncio e più mi sembra un codice fiscale. Ma non è certo questo il problema principale del motocross moderno e non è certo questa la sede per dilungarsi in discettazioni sull’operato di chi comanda il circus del cross mondiale, per cui passiamo oltre.

Si arriva alla prima gara con l’infermeria già piena: Tixier, Karro e De Dycker non ci sono, Desalle va in giro con un braccio solo, Townley ha un ginocchio che fa i capricci e anche i due grandi favoriti, Cairoli e Febvre, hanno subito piccoli infortuni nella loro preparazione invernale. Ecco, se proprio volessimo parlare di problemi del motocross moderno, dovremmo cominciare parlando della facilità con cui i piloti si fanno male. Però non siamo qui a parlare di problemi, Dio ce ne scampi!

Qatar per cominciare, poi la domenica dopo Thailandia; per la terza prova si tocca l’Europa e poi un altro bel voletto per la doppia trasferta sudamericana di Argentina e Messico. Considerando che alla prima gara i piloti al via della MXGP sono già appena 20, cosa dobbiamo aspettarci in Messico? Riesumeremo qualche team manager per rimpinguare il cancelletto e non farla sembrare una gara di regionale UISP? Tanto gente come Everts, Smets o Bartolini a 50 anni va comunque più forte del messicano di turno. Ma in fondo è divertente vedere questi pittoreschi piloti locali che si prendono canestri di secondi a giro, no?

Nonostante il numero sempre più esiguo di partenti, il punteggio continua ad essere uguale a quello di chi organizza gare da 100 iscritti: ormai basta pagare la tassa di partecipazione ed arrivare al traguardo per guadagnare qualche punto mondiale. I punti iridati un tempo erano un premio da sudarsi innanzitutto qualificandosi, e poi correndo una bella gara; l’anno scorso Cairoli, con tutto il rispetto, fece punti a Maggiora passeggiando con una mano sola. Ma non siamo oltranzisti: vogliamo togliere ad una Mariana Balbi (apprezzabile per ben altri motivi) la possibilità di entrare nella classifica del Mondiale?

Negli ultimi anni il numero dei GP è cresciuto: ora siamo a 18 e sembra che in futuro si voglia aumentare ancora. Non credo che esista nel mondo del motorsport un campionato con ben 36 risultati utili. Al Nazioni, su 6 risultati, c’è la possibilità di scartarne uno; al mondiale, su 36 risultati, non sono concessi scarti. Ad un fessacchiotto come me sembra un paradosso, anche perché poi i piloti sono costretti a correre infortunati pur di non cedere una singola manche, col rischio di complicare ulteriormente la loro situazione. Però sono sicuramente io a sbagliare.

A fine anno si terrà la prima Riders & Manufacturers Cup: nient’altro che una gara dentro uno stadio a squadre in base alla moto con cui si corre. Mi auguro che il montepremi cospicuo promesso dagli organizzatori non si riveli un’arma a doppio taglio, perché mandare i piloti a scannarsi in una pista da supercross senza un periodo di allenamento specifico può portare qualcuno a spingersi oltre il limite e farsi male. Forse sarebbe più intelligente reintrodurre i premi gara nei GP iridati, ma non facciamo sempre i criticoni, perbacco!

Ché qui stanno per cominciare e quest’anno, oltretutto, le gare potremo vederle solo a pagamento. Allegria!

.

SEGUITECI QUI!!!

https://www.facebook.com/mxbars

https://twitter.com/MxBars

http://instagram.com/mxbars/

.