AMA VS FIM – Il caso James Stewart

Scritto giovedì 18 Dicembre 2014 alle 15:19.

La questione anti doping e la sospensione di Stewart alle gare ha suscitato molto interesse nel nostro Forum/MxBars, infatti parecchi non capiscono come la situazione sia poco chiara e lamentano il disgusto da autorità del genere, prima una sospensione, poi la presa di coscienza che la sostanza si poteva usare, poi il fatto che tale permesso sia stato presentato in ritardo, in sostanza un gran delirio, infatti anche su Vital MX un altro forum americano non riescono a capirci, ma loro hanno lasciato alcune grandi novità riguardanti la vicenda di James Stewart e il test anti doping, come sappiamo Stewart è stato sospeso per 16 mesi e riprenderà le competizioni l’11 Agosto 2015.

Secondo un post di Guy B dice di aver ricevuto una copia di una lettera di Rob Dingman, presidente e amministratore delegato di AMA, a Vito Ippolito, Presidente della FIM, il tutto da una fonte anonima. Nella lettera, che potete leggere qui, l’AMA delinea problemi nella gestione della sospensione a James Stewart, che è stato annunciato in data odierna (CLICCATE QUI). Appena avremo altre notizie sulla questione le pubblicheremo di sicuro, non smettete di seguire.

Qui sotto la lettera a cui facciamo riferimento tradotta dal nostro Luca Serafini, buona lettura!

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Dicembre 17, 2014

A Mr. Vito Ippolito

Presidente della Federazione Internazionale Motociclistica

Caro Vito,

è con grande disappunto che ti scrivo circa l’annuncio riguardante la decisione della Corte Disciplinare Internazionale della FIM (CDI) per la sentenza riguardante James Stewart Jr. In conformità con la cronica cattiva gestione del caso da parte della FIM, il modo in cui è stato fatto l’annuncio è stato ugualmente mal gestito.

La mancanza di scambio di informazioni con l’AMA e con il Promoter del Campionato lungo tutto il tempo del procedimento è stato un comportamento incredibilmente dilettantesco e del tutto inaccettabile. L’AMA non è stata ancora ufficialmente informata della sentenza. Benché fossimo in copia conoscenza in una e-mail inviata al Promoter del campionato e avessimo ricevuto una copia del vostro comunicato stampa, noi non abbiamo mai ricevuto niente dalla FIM che ci informasse ufficialmente della sentenza. Come Ente co-sanzionatore del campionato AMA Supercross e, aspetto ancor più importante, Federazione essa stessa membro della FIM, la FIM ha l’obbligo di notificare all’AMA una sentenza che ha effetti negativi su diversi Campionati nazionali americani, come anche su Campionati internazionali e su uno dei nostri associati.

Senza una notifica ufficiale ricevuta direttamente dalla FIM, l’AMA considera ogni informazione riguardo qualunque pilota come una comunicazione privata confidenziale e, in quanto tale, non possiamo informare o chiedere il parere dei nostri partners contrattuali. Poiché si presuppone che siano la Federazione membro FIM locale (AMA) e i suoi partners contrattuali ad attuare le sanzioni deliberate dalla FIM, è imperativo che la FIM stessa chieda e prenda in considerazione le nostre considerazioni collettive. Né l’AMA né i suoi partner hanno avuto l’opportunità di esprimere il loro parere sulla vicenda.

La comunicazione della Corte Disciplinare Internazionale della FIM (CDI) arriva all’incirca con tre settimane di ritardo oltre i 30 giorni dalla data della sentenza, trascorsi i quali la FIM avrebbe dovuto rendere noto la sua decisione. Il fatto che il giudizio abbia richiesto 8 mesi dalla data del test antidoping è intollerabile.

Egualmente intollerabile è che la FIM incolpi il sig. Stewart per questo ritardo. Può anche essere vero che la documentazione medica del sig. Stewart, con il parere della Commissione Medica Internazionale (CMI), non sia stata completata fino a settembre, ma questa questione

riguarda solo la sua richiesta di Esenzione per Uso Terapeutico (TUE). Poiché sembrerebbe che il riconoscimento dell’Esenzione Terapeutica non abbia influito sulla sentenza della CDI, il ritardo attribuito alla pratica del sig. Stewart con la CMI è irrilevante e non è la causa del ritardo con cui la FIM ha gestito il caso.

In più, poiché la Commissione Medica Internazionale (CMI) ha successivamente riconosciuto al sig. Stewart l’Esenzione Terapeutica (TUE), ciò ha chiaramente stabilito che la presenza nel campione prelevato di una sostanza proibita fosse per un uso terapeutico lecito. Avvalorato il legittimo uso medico, la trasgressione commessa dal sig. Stewart è stata sostanzialmente una mancanza nel compilare un’appropriata e completa richiesta documentale e non un tentativo di ottenere un vantaggio prestazionale. Per questa ragione, la sanzione comminata al sig. Stewart non è commisurata con l’infrazione.

Non solo il sig. Stewart ha già scontato una pena sostanziale non avendo potuto partecipare a una significativa quantità di eventi durante il periodo di sospensione provvisoria, ma la sanzione sembrerebbe voler punire l’AMA e i suoi partner contrattuali. Una sospensione di 16 mesi è arbitraria e stravagante. Non sembra proprio una coincidenza che la tempistica della squalifica coincida con la fine del Campionato AMA outdoor, ma permetterebbe al sig. Stewart di competere nel Campionato AMA Supercross del 2016, sanzionato dalla FIM.

Mi aspetto, ed è la mia speranza, che il sig. Stewart faccia appello contro la sentenza della FIM al Tribunale Arbitrale dello Sport (CAS) di Losanna, in Svizzera. Sfortunatamente per colpa dell’irragionevole ritardo della FIM nella questione, questo appello non potrà essere deliberato dalla CAS in tempo utile perché il sig. Stewart possa partecipare alla prima gara del campionato AMA Supercross 2015.

Cordialmente

Rob Dingman

Presidente Associazione Motociclistica Americana AMA

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Lettera in originale:

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