Articolo by Kaiser
Le tradizioni vanno rispettate, e quella delle pagelle ormai per me è una tradizione, con tutti i caratteri di vecchiaia e costanza che sono tipici del concetto di tradizione. Una tradizione sempre più rara, tanto che mi sono ridotto a scrivere solo una volta all’anno, ma che comunque tengo a perpetrare, almeno finché posso.
Quest’anno abbiamo assistito ad un mondiale, checché ne dica Luongo o l’informazione “di regime”, ancora più deludente di quello dell’anno scorso (che già di suo non era stato memorabile) e costellato principalmente dagli infortuni. I motivi? Tanti, troppi. Alcuni li stiamo dibattendo da anni senza giungere a soluzione ed altri non dipendono da chi è responsabile della gestione del campionato (leggi alla voce “crisi economica”); sta di fatto che i tentativi di cambiare le cose vengono fatti praticamente ogni anno, ma senza ottenere risultati. Più che riforme ragionate, sembrano virate di chi naviga a vista, senza un vero progetto a lunga scadenza. A meno che qualcuno non creda che la modifica del nome da MX1 a MXGP sia di un’importanza determinante…
Per come siamo messi adesso, c’è solo una cosa che potrà, di colpo, restituire al Mondiale tutto l’appeal che ha perso negli anni. Uso due parole: Ryan Villopoto. Arriva? Non arriva? Il sogno di un confronto lungo una stagione intera con Cairoli sta tenendo sulle spine tutto il mondo del cross molto più dell’attesa per qualsiasi GP, per qualsiasi campionato Supercross o per qualsiasi Nazioni. Figuriamoci cosa succederà se dovesse davvero decidere di venire a correre in Europa…
Io non faccio pronostici su questa vicenda, anche perché i pronostici li sbaglio tutti. Mi sento solo di consigliare al promoter di adoperarsi in ogni modo affinché Villopoto si trasferisca davvero da noi, perché è un’occasione più unica che rara di rilanciare un campionato che, anno dopo anno, il promoter stesso ha affossato. Detto questo, lascio il mestiere a chi è del mestiere e mi metto a spagellare.
CAIROLI: 10 Ogni anno dico che mi sono stufato di dargli i voti. E lo dico davvero: non c’è più gusto neanche a vedere le sue gare, figuriamoci a commentarle. Potrei fare un copia-incolla di quello che ho scritto l’anno scorso, che tanto il succo è sempre lo stesso: fa quello che vuole, quando vuole, dove vuole. Gli avversari partono tutti già sconfitti e sarà così finché non arriverà qualcuno con l’ambizione di batterlo (ragionevolmente uno tra Herlings e Villopoto), oppure non uscirà di scena lui.
DESALLE: 7 Alla faccia di tutte le batoste che ha subito, dei rospi che ha dovuto ingoiare e delle frustrazioni figlie di una sfilza di secondi posti, lui continua a scendere in pista con la convinzione di poter riuscire, prima o poi, a sconfiggere Cairoli. Il suo problema è che Tony sa di essere superiore e quindi non sente la pressione nel duello con lui, anche se qualche volta gli arriva dietro. Lui, invece, si fa prendere dalla sfida e finisce per andare oltre il suo limite: il volo di Maggiora, infatti, avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi di un polso rotto. Io, comunque, non smetterò mai di applaudire questo fantastico pilota, che meriterebbe un titolo mondiale solo per la caparbietà con cui corre e che, anche quest’anno, è stato quello che ha vinto più GP dopo il Marziano.
VAN HOREBEEK: 9 Che salto di qualità che ha fatto Jeremy quest’anno! Da buon comprimario a protagonista assoluto, capace di infilare podi a raffica, di vincere il suo primo Gran Premio in MXGP e di laurearsi, con pieno merito, vicecampione del Mondo. Peccato per l’infortunio che ha condizionato i suoi ultimi Gran Premi, ma non avrebbe comunque potuto fare meglio di quello che ha fatto. E probabilmente non potrà neanche farlo in futuro, perché credo proprio che sia arrivato al top della sua carriera.
STRIJBOS: 8 Anche per lui una stagione fantastica, con tanta regolarità di piazzamenti e qualche acuto di altissimo livello. Il ritorno sul podio iridato 7 anni dopo il secondo posto del 2007 testimonia il grande carattere di questo pilota, che ha saputo superare momenti difficilissimi e ritornare, un passo alla volta, a competere tra i top rider della massima categoria. I suoi piazzamenti mi fanno riflettere anche su un’altra cosa: con Desalle e De Dycker l’anno scorso e Van Horebeek e Strijbos quest’anno, il Belgio ha i quattro migliori piloti della MX1 alle spalle dell’imbattibile.
FROSSARD: 6 Alla prima stagione senza infortuni dopo un’eternità, chiude al quinto posto assoluto. Da uno con la sua fama ci si aspetterebbe di più, considerando che Desalle, Nagl, Bobryshev, Paulin, Searle, De Dycker ed altri hanno tutti saltato diversi GP per infortunio, ma credo che per Steven vada giudicato positivamente anche solo il fatto di essere riuscito ad arrivare a fine anno tutto intero. Per tornare competitivi ci sarà tempo: il caso di Strijbos insegna.
PAULIN: 5,5 Quando c’è, è sempre tra i grandi protagonisti, sia per i risultati, che per i salti da squilibrato con cui fa emozionare le folle. Il suo problema è sempre lo stesso e ormai ci abbiamo fatto il callo: verso metà stagione si perde e non riesce ad essere incisivo come nelle prime e le ultime fasi (non a caso ha vinto il primo e l’ultimo GP). Quest’anno, in verità, non c’è stato modo di verificare questa tesi, perché un lungo infortunio gli ha fatto saltare tutta la parte centrale del campionato. Sta di fatto che partiva per vincere ed è arrivato ottavo.
NAGL: 6 Partito a spron battuto e perso tra i soliti problemi fisici, è riuscito a salvare la stagione nelle due gare finali sudamericane, in cui ha mostrato grande velocità ed è tornato anche a vincere un GP. Anche con lui non scopriamo nulla: non vincerà mai un titolo mondiale, ma se becca la giornata buona (e gli altri non sono in vena) non ce n’è per nessuno.
DE DYCKER: 5 Si è fatto male in una maniera talmente assurda che si fa fatica a crederci. La sua stagione è stata condizionata dai problemi fisici patiti in inverno, ma lui non ha mai dato l’idea di voler davvero guidare sopra il dolore: mai uno sprazzo, qualche giro in testa o qualche battaglia grintosa. La dimostrazione di questo concetto l’ha involontariamente data a Lommel, l’unica gara in cui ha veramente messo in pista l’orgoglio e ha fatto capire di aver corso tutti gli altri GP col freno a mano tirato.
GUARNERI: 6,5 Confronto col compagno di squadra stravinto e piazzamento nella top ten finale (la prima volta dal 2010, anno del debutto in MX1). Ha la grande qualità di essere continuo e di portare quasi sempre la moto al traguardo; una dote preziosissima se si vuole concludere la stagione in buona posizione. Meriterebbe una chance in qualche team di punta, magari come seconda guida.
PHILIPPAERTS: 6 Sinceramente, non mi aspettavo più di quello che ha fatto. Si è trovato all’improvviso a lanciare un team che potrebbe rappresentare per lui il futuro anche dopo le corse, per cui immagino che più di una volta abbia pensato più a tornare a casa tutto intero, piuttosto che a rischiare per guadagnare una posizione abbastanza ininfluente. Solo a Maggiora ha messo da parte i calcoli e ha dato davvero tutto, mettendo sul piatto ogni rischio pur di ottenere un buon piazzamento.
RATTRAY: 4 La KTM puntava su di lui per lanciare il brand Husqvarna nella classe regina del Mondiale, ma Tyla ha toppato completamente, passando più tempo dal fisioterapista che in sella. Un quarto di manche come miglior risultato è decisamente troppo poco, per un pilota che sei anni fa aveva lasciato l’Europa da Campione del Mondo e da rivale numero 1 di Tony Cairoli.
SEARLE: 5 L’altro vecchio rivale di Cairoli in MX2 ha mostrato una preoccupante involuzione rispetto all’anno scorso, in cui aveva già lasciato più di qualcuno con la bocca storta. Van Horebeek, che in MX2 prendeva batoste sonore da lui, è il vicecampione del Mondo; Tommy, invece, ha arrancato per tutto l’anno tra infortuni e piazzamenti ai margini della top ten. Se De Carli riuscirà a recuperare anche lui, guadagnerà ufficialmente il titolo di santone.
MX2
TIXIER: 8 Ha corso da campione vero solo una gara, l’ultima. 1 GP su 17 che, con tutte le coincidenze favorevoli del mondo, gli è bastato per conquistare un titolo mondiale che non avrebbe potuto vincere nemmeno alla Play Station. Tuttavia, non è certo colpa sua se Herlings, Tonus e Coldenhoff si sono infortunati, se Ferrandis è discontinuo come una vincita alla lotteria e Gajser e Febvre sono ancora troppo acerbi. Jordi s’è trovato al posto giusto, al momento giusto… e ha tirato fuori gli attributi proprio quando sembrava che non sarebbe riuscito a vincere un titolo che gli era stato offerto sul piatto d’argento.
HERLINGS: 6 Ho seriamente faticato a trovare un numero con cui valutare la stagione di Jeffrey: qualunque voto, infatti, potrebbe essere fuori luogo. Questo cavallo pazzo ha buttato via un titolo mondiale già vinto per fare a gara con gli ottantini in un evento di beneficienza, dopo essere tornato in sella in tempi record per un infortunio alla spalla che gli aveva già fatto saltare un GP nella prima parte di stagione. Nonostante questo, ha provato a correre con un femore rotto ed ha sfiorato un’impresa che sarebbe stata più incredibile di qualsiasi doppietta o qualsiasi rimonta dall’ultimo al primo posto. È un pilota esaltante, sia nel bene che nel male, e cioè è quello che serve ad un Mondiale sempre più piatto e svuotato di personaggi. Spero solo che gli sforzi incredibili a cui sta sottoponendo il suo fisico in questi anni non finiscano per presentare il conto, accorciandogli significativamente la carriera.
FEBVRE: 8 Un meritatissimo posto sul podio per il pilota che ha mostrato la crescita migliore dalla scorsa stagione. Adesso è a tutti gli effetti un top rider, con tutte le qualità che gli si confanno: costanza, grinta e velocità. Se non ci fosse Herlings, l’anno prossimo potrebbe partire con tutte le carte in regola per giocarsi il titolo.
GAJSER: 8 Una seconda parte di stagione eccezionale per il giovanissimo talento sloveno, alla sua prima stagione completa nel Mondiale. Non ho ben capito se sia una testa calda difficile da gestire, ma sicuramente in KTM qualcuno una rosicchiatina alle unghie per averlo fatto scappare alla Honda se la starà dando.
TONUS: 6,5 Era partito fortissimo, tanto da sognare di poter addirittura fare lo scherzetto a Herlings. Poi Jeffrey ha ripreso in mano la situazione e lui si è fatto male per la centotrentasettesima volta in carriera, chiudendo la sua esperienza nel Campionato del Mondo con un sesto posto che, per come si sono messe le cose alla fine, ha un sapore amarissimo.
FERRANDIS: 7 Ha vinto la prima manche del campionato, ma non è più riuscito a ripetersi. Se non altro quest’anno è stato molto più spesso coi primi, collezionando numerosi piazzamenti da podio, però è ancora troppo incostante per giocarsi seriamente il titolo.
TONKOV: 5 Dopo le brillanti performance dello scorso anno, tutti si aspettavano di trovarlo costantemente in lotta per le prime posizioni. Invece il russo non è mai riuscito a finire sul podio, nemmeno per una manche, ed ha clamorosamente perso il confronto con il molto più efficace compagno di squadra Febvre.
BUTRON: 4,5 Altra grande delusione di questa MX2 2014. L’anno scorso era riuscito a chiudere addirittura sul podio finale, mentre quest’anno ha confermato solo la straordinaria abilità nelle partenze; per il resto è sembrato il cugino scarso di quel cagnaccio che nel 2013 prendeva a gomitate tutti quelli che gli capitavano a tiro.
ANSTIE: 6 Un pazzo scatenato, passa da una domenica da dominatore ad una in cui fatica a finire nei dieci. Se non altro è riuscito a togliersi la soddisfazione di vincere il primo GP della sua carriera; un premio che avrebbe meritato già alla prima gara, quando è stato clamorosamente tradito dalla moto.
CHARLIER: 4 Sempre peggio. Deve cambiare aria al più presto, e per fortuna il regolamento lo obbliga a farlo, perché in MX2 la sua carriera è arrivata ad un preoccupante punto di stagnazione. Anzi, di ribasso.
GUILLOD: 6,5 L’incredibile exploit dello scorso Nazioni non era solo il famoso “quarto d’ora di gloria che ogni uomo ha nella sua vita” definito da Andy Warhol. Era il segnale di un pilota cazzuto, che è migliorato gara dopo gara e che a fine stagione è arrivato addirittura a giocarsi le vittorie di manche.
MONTICELLI: 6 Stava correndo la migliore stagione della sua carriera e, a tratti, aveva fatto vedere di potersi affacciare anche nelle posizioni di vertice. Solo che non c’è stato verso di correre più di 2-3 GP in santa pace e senza infortuni; alla fine è partito il legamento e si sono chiusi definitivamente i giochi. Speriamo che nel 2015 ritrovi la condizione psicofisica giusta.
LUPINO: NG Tre GP mediocri in MX2, uno incoraggiante in MX1 e poi l’infortunio al ginocchio, che ha posto fine alla sua stagione. Una stagione un po’ così, alla “cazzo di cane”, che non ha portato a nulla, se non a rimpiangere l’ennesima occasione sprecata. L’anno prossimo si va in MX1 a scatola chiusa.
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