LOST IN TRANSLATION…..MX!!! #12

Scritto venerdì 11 Ottobre 2013 alle 16:02.

MOTO_JMB_250_HRC_1989

Lost in translation….MX!!!

Articolo by Luca Serafini

 

Eccoci con l’undicesimo appuntamento di questa rubrica seguita dal nostro Luca,  un ritorno al MXoN 2013, dove si possono leggere alcune chicche che sono volate o non percepite… magari non trovano discussione, ed ecco che noi ve le proponiamo da commentare insieme agli appassionati!

Quindi, buona lettura e CLICCATE il link per commentare!

http://forum.mxbars.net/viewtopic.php?f=18&t=69685

NDT (Nota del traduttore): dovete lavorare, studiare… ma soprattutto allenarvi in moto, quindi non riuscite a leggere tutto quello che viene pubblicato in rete? O l’inglese non vi aiuta? Ecco un po’ di chicche e curiosità che potrebbero esservi sfuggite, pronte e “cucinate” per una veloce e agevole lettura!

Honda: “Il ritorno mancato”

Ritornata ufficialmente nel motocross mondiale alla fine del 2010 dopo anni di incertezze, Honda non ha ancora trovato la strada della vittoria e, nell’ultima stagione, è stata ancora la meno performante dei costruttori impegnati nel Mondiale MX1.

Yves Demaria: “Se consideri l’impiego di energie, di mezzi e di denaro, il rapporto investimenti/risultati è deludente. Non conosco tutte le cause, ma visto dall’esterno e per aver corso per lui, so bene che Paolo Martin vuole dire la sua su tutto. Le scelte tecniche possono non essere sempre ottimali, perché anche quando tu hai i materiali migliori, devi avere anche un’equipe tecnica al top per far progredire tutto il “pacchetto”. Non credo che Bobryshev sia un grande sviluppatore di moto e Nagl in KTM aveva un diverso modo di lavoro, perché gli europei si muovono diversamente dai giapponesi. Da quello che si sa, la moto è sviluppata in Giappone, poi questo materiale deve essere adattato all’Europa e, tra i due mondi, c’è un bel passo in avanti da fare, perché i piloti giapponesi che sviluppano le moto non sono al livello degli europei e anche le piste non hanno niente a che vedere con quelle del Mondiale. È quindi importante avere una base solida e dinamica in Europa che lavora in collaborazione con i giapponesi, perché c’è un continuo bisogno di sviluppo. Mancano senz’altro a Honda dei piloti vincenti, perché affinché un team vinca occorrono buoni tecnici, buoni meccanici, ma anche un pilota al top. Oggi, non sembrano esserci tutti questi fattori: è molto tempo che Honda non vince, penso che ci voglia uno choc per ripartire su basi nuove”.

Lorenzo Resta: “Noi eravamo pieni di speranze quando Honda ha annunciato il suo ritorno ufficiale. Oggi siamo ancora lontani dagli obiettivi. A livello tecnico, abbiamo tutto quello che serve per vincere, abbiamo dei buoni piloti, ma non vinciamo. Abbiamo delle moto superbe, dei piloti che sono secondo me i meglio pagati, ma non funziona. È frustrante. Tutti si impegnano a fondo. Paolo lavora come un forsennato con lo staff tecnico. Escluso il 2011 (7 podi per Bobryshev), siamo a corto di risultati. Da due anni cerchiamo di capire, analizziamo cosa fanno gli altri per migliorarsi. Pochi altri team forniscono ai loro piloti delle moto ufficiali per gli allenamenti, meccanici per gli allenamenti, un medico dedicato che li segue… niente è lasciato al caso! Abbiamo avuto un po’ di sfortuna, abbiamo fatto degli errori di gioventù e li abbiamo pagati. Nel 2012 abbiamo approvato delle scelte tecniche della Casa azzardate e abbiamo avuto difficoltà a ricevere tutto il materiale e sviluppare a dovere la moto. Quest’anno, siamo tornati a una moto più convenzionale, più facile da mettere a punto. Ma continuiamo a non vincere. Non è facile da accettare! Se guardiamo ai risultati ottenuti in dieci anni con delle moto sviluppate internamente, con dei piloti come Pichon o Jorgensen, ci si aspettava di ottenere dei risultati analoghi se non migliori. Da una parte è un bene, perché questo conferma come, nel motocross, il pilota giochi ancora un ruolo importante. Lo abbiamo appena visto con Simpson che ha vinto a Lierop davanti alle moto ufficiali. Max ha avuto una stagione difficile. Da Mantova ha continuato ad avere solo problemi. Un infortunio, un’intossicazione alimentare, un’epatite… Arrivando da noi, si è dovuto adattare alla moto. Quest’anno non abbiamo visto il Max che conosciamo. Bobby si è infortunato dopo Valkenswaard, il che ha mandato all’aria il suo campionato. Ma in tre anni, non si può parlare solo di sfortuna. Bisogna rimettere tutto in discussione, capire i nostri errori e reagire. Quando vedi cosa è successo a Frossard nelle ultime due stagioni, dopo che era uno dei migliori piloti al mondo, ci diciamo che non siamo i soli ad avere problemi. Si può forse dire che Rinaldi non sia capace di guidare un team? No di sicuro! Penso che ci siano dei cicli, che si debba trovare la chiave per aprire la porta giusta e cambiare il ciclo. Vorrei avere un giorno Antonio, Clément o Gautier sulle nostre moto per vedere cosa farebbero. E vedere se un tale pilota cambierebbe gli eventi. Qualche volta ce lo domandiamo!”.

Moto Verte: HRC dovrebbe riprendere direttamente in mano le redini del team MX1, che schiererà ancora Nagl e Bobryshev, che hanno un contratto di due anni con Honda Europe. Non è ancora ufficiale, ma HRC si occuperà direttamente del team ufficiale, che sarà ancora operativo nella struttura di Paolo Martin. Roger Harvey di Honda Europe ha intanto confermato che il team Honda 24MX (ex LS) riceverà un appoggio ufficiale. Contrariamente a voci che giravano al MXdN, Honda non fornirà, invece, materiale ufficiale in MX2. I due team che beneficiano del sostegno di Honda Europe (J Tech e Gariboldi) svilupperanno in proprio le moto, con la Casa che terrà d’occhio la categoria nel caso uno dei piloti (Desprey per J Tech o Gajser per Gariboldi) si troveranno ben piazzati in Campionato.

 

La coda delle polemiche sull’inno: “Sprechen sie Deutsch?”

Stefan Everts: “Quando viene suonato l’inno Usa, gli americani devono togliersi il cappello e mettere la mano destra sul cuore. Quando viene suonato un inno di un altro Paese, non devono mettere la mano sul cuore, ma devono togliersi comunque il cappello in segno di rispetto. E dovrebbero venire puniti quando rappresentano il proprio Paese in una cerimonia pubblica e non mostrano rispetto verso un altro”.

Eli Tomac: “Sul podio non riuscivi a sentire niente, i fans erano impazziti e non capivo che cosa stesse succedendo. E se non hai mai sentito prima l’inno del Belgio e se non capisci il tedesco dell’annunciatore, non era facile seguire le fasi della cerimonia. Non è stato assolutamente un gesto intenzionale degli americani”.

 

Quando la Tv cambia le regole: “La discriminante della seconda manche”

Broc Glover: “Nel 1981 ho partecipato all’USGP 500cc a Carlsbad. Nella prima manche sono caduto e finito secondo e poi ho vinto la seconda. Pensavo di aver trionfato nel GP, ma all’epoca contava la somma dei tempi e con mio disappunto la vittoria andò a Carlqvist, per due secondi. È stato un errore di valutazione da parte mia e del mio team. Per ironia della sorte, l’anno successivo il programma televisivo Wide World of Sports, che copriva l’evento, disse agli organizzatori che non gli piaceva che per sapere chi fosse il vincitore occorresse così tanto (per il computo dei tempi). Se volevano che si trasmettesse l’evento, era necessario sapere immediatamente chi fosse il vincitore, sulla linea del traguardo, perché il motto del programma era ‘The thrill of victory and the agony of defeat’ (L’eccitazione della vittoria e l’agonia della sconfitta). Volevano avere queste emozioni, volevano poter mettere un microfono in faccia al vincitore e allo sconfitto, per raccogliere le loro emozioni. Così le regole vennero cambiate. Per i successivi 4 anni l’USGP venne svolto con le regole AMA secondo le quali la discriminante per determinare il vincitore dell’assoluta è data dal piazzamento nella seconda manche”.

.

Se volete commentare potete CLICCARE il link…

http://forum.mxbars.net/viewtopic.php?f=18&t=69539

Ci vediamo al prossimo appuntamento con altre chicche sfuggite………..!!! :-D

.