LOST IN TRANSLATION…..MX!!! #10

Scritto giovedì 26 Settembre 2013 alle 14:45.

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Lost in translation….MX!!!

Articolo by Luca Serafini

 

Ormai decimo appuntamento di questa rubrica seguita dal nostro Luca,  ancora aneddoti divertenti, magari non trovano discussione, ed ecco che noi ve le proponiamo da commentare insieme agli appassionati!

Quindi, buona lettura e CLICCATE il link per commentare!

http://forum.mxbars.net/viewtopic.php?f=18&t=69685

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NDT (Nota del traduttore): dovete lavorare, studiare… ma soprattutto allenarvi in moto, quindi non riuscite a leggere tutto quello che viene pubblicato in rete? O l’inglese non vi aiuta? Ecco un po’ di chicche e curiosità che potrebbero esservi sfuggite, pronte e “cucinate” per una veloce e agevole lettura!

 

Parla Chad Reed: “Lo squalo australiano”

“Avete mai guardato uno squalo dritto negli occhi? È come guardare Chad Reed. Gli squali sono predatori solitari, determinati, feroci, animali con i quali è bene non scherzare”. Questo è Reed versione 2014 per il team manager di Two Two Motorsports, Dave Osterman.

Tu sei un pilota che ama il MXdN ed è orgoglioso di parteciparvi. Nessun rimpianto per averci rinunciato quest’anno?

Chad Reed: “No, rimpianti no. Con la posizione che ho nel mio team… avevo preparato il materiale, avevo anche fatto fare l’abbigliamento, era tutto predisposto. È stato del tutto spiacevole mollare a questo punto, ma è stata la soluzione migliore per me. Dopo Elsinore il mio obiettivo è essenzialmente di concentrarmi su me stesso, tornare in salute e in forma fisicamente. E, per giunta, sono in causa con l’amministrazione della mia contea e non posso utilizzare nessuna delle due mie piste outdoor per gli allenamenti (NdT: tutto il mondo è paese!). Questo ha frapposto un grave ostacolo al mio programma di allenamento”.

Hai lanciato qualche messaggio criptico sui social media: con quale moto sari il prossimo anno?

Chad Reed: “Non c’è molto che posso rivelare in questo momento. Posso dire che ho scelto la moto e che stiamo andando avanti per definire il tutto. La foto del mio presunto parafango KTM è stata una delle più cliccate! Ecco come sono adesso: mi diverto! Non è che depisto, mi diverto! Sono stato al punto di avere un’ottima offerta dal team RCH, uno che stimo tantissimo”.

E, a quanto si dice, hai rifiutato una grossa somma di denaro pur di mantenere il tuo team.

Chad Reed: “Sì, potevano essere circa 2 milioni di dollari prima ancora di mettere il sedere sulla moto, una volta sommati i miei sponsor personali. Ci ho pensato per un mese, ho provato la moto e ho scelto in base a quello che pensavo fosse meglio per me. A questo punto della mia carriera non continuo per i soldi. Mi sarei sentito un fallito a sciogliere il team Two Two Motorsports. Come proprietario del team mi piace avere la flessibilità di fare quello che credo. E, a dire la verità, la moto che ho provato non è come mi ricordavo io. È stato, in un certo senso, il fattore decisivo. Il telaio è cambiato da quando la guidavo io. Penso che il telaio, ora, sia come tutti gli altri, proprio troppo rigido. Per me e per quello che mi aspetto da una moto, non c’era il feeling che cercavo”.

Quindi, facendo due conti, rimangono KTM e Kawasaki. Se lasciamo da parte le voci su Husqvarna.

Chad Reed: “Husky non è ancora pronta per un programma negli Usa. Non guiderò un’Husqvarna”.

Si è parlato molto della possibilità che tu faccia team con Mitch Payton, che tu possa diventare il suo riferimento per la 450.

Chad Reed: “Sì, ne abbiamo discusso. Io lo ammiro molto e apprezzo quello che può mettere sul tavolo. Chi lo sa? Io sono convinto al 99% che sarà con PC, a che livello e con che moto spero di poterlo annunciare fra poche settimane”.

Hai rinunciato al tuo desiderio di avere un secondo pilota?

Chad Reed: “No, per niente! Uno dei motivi per cui ancora non dico niente di ufficiale è per via del possibile secondo pilota. Vedremo. Se ci sarà, sarà eccezionale. Questo è l’obietivo”.

Potrai tornare sul podio?

Chad Reed: “Sono convinto al 100% di poter vincere gare e correre per il titolo, che sia Supercross o Motocross. Se riesco ad avere la moto che mi dà il feeling di cui ho bisogno… tutto dipende poi dal riuscire ad allenarmi come ho bisogno. Non è un segreto, questo appena finito è stato il mio peggiore anno per quanto riguarda la forma fisica. Non ho mai faticato così tanto. Il mio ginocchio ha fatto schifo, ora l’ho sistemato. Ma è stato un problema dopo l’altro”.

RacerX

 

800 x 2014 = 250: “Mike Alessi a sorpresa”

Mike Alessi sta pensando di tornare in 250 per la prossima stagione. In effetti ci aveva già pensato per il 2013, ma poi all’ultimo ha deciso di rimanere in 450. Plurivincitore di gare in 250 e già pretendente al titolo, se arriva preparato e con una buona moto, non vedo motivi perché non debba trovarsi davanti. Forse il migliore di tutti i tempi nelle partenze, fare l’holeshot una gara dopo l’altra è un grande vantaggio e, poi, molte volte la classe 250 si decide sulla consistenza. Mike ha consistenza da vendere. Con queste premesse e con tutte le variabili del caso, Mike potrebbe essere la sorpresa del prossimo campionato Motocross outdoor.

 

Dicono di Tony: “I segreti del suo successo”

Jacky Martens, ex Campione del mondo: “Tony è così forte perché è una persona che ha sempre dovuto lottare duramente per arrivare dov’è. Viene da una storia nella quale ha dovuto sempre fare tutto da solo, fin dall’inizio delle sua carriera agonistica. Sa quanto sia difficile arrivare al vertice e rimanerci. Ha lavorato duro per diventare bravo in tutto. Ha messo a punto la sua tecnica, ovviamente, e sa come guidare meglio di chiunque altro. La chiave del suo successo è la determinazione. È un esempio per ogni altro pilota per come si allena e per come si comporta con gli altri”.

Jeffrey Herlings: “Tony è il pacchetto completo. Fa ottime partenze, ha un grande team dietro di sé, ha la condizione fisica, ha la velocità. Non riesco a identificare una sola cosa che gli manchi come pilota. Ecco perché è sette volte Campione del mondo! Non ti regalano i titoli! Non è che scrubbi meglio o abbia una velocità in curva così superiore agli altri: È la combinazione di tutto. Vince i Campionati perché oggi come oggi rappresenta il pacchetto completo nel motocross”.

Davide Guarneri: “Adesso è imbattibile. Ogni pilota ha un suo punto forte – velocità, curve, partenze, preparazione fisica, ecc. – ma adesso come adesso lui li ha tutti. Grandi partenze, grande forma, più un’ottima moto che gli calza a pennello. Ha lavorato nella giusta direzione per avere la moto giusta fin da quando ha cominciato a vincere. Ha una KTM ufficiale, ma è stato lui ha fornire il giusto feedback per farla funzionare secondo le sue esigenze, e ci è riuscito. È anche molto forte mentalmente. Io vengo dal norditalia e lui dalla Sicilia ed è un tipico siciliano. Normalmente prendono le cose con filosofia, senza stressarsi troppo”.

Stefan Everts: “Se avessimo gareggiato assieme nei nostri rispettivi momenti migliori, ci sarebbe stata una bella competizione! Ma con linee molto diverse. Lui guida al massimo fino alla bandiera a scacchi, cosa che facevo anch’io. Conservando sempre qualche energia extra per gli ultimi giri nel caso ce ne fosse bisogno. È un pilota molto intelligente e guida con molta tecnica. E nei primi giri non si lascia prendere dall’eccitazione agonistica e non commette mai errori. Ma non credo che sia frutto della mia influenza: semplicemente con gli anni continua a evolvere come pilota.Continua a impressionarmi con quello che riesce a fare. Sembra avere sempre qualcosa di riserva alla fine della gara. Se ha bisogno di andare più forte, di solito può farlo. Ed è anche così rilassato. Non sente la pressione. Sa quello che può fare, è intelligenete e guida con una grande tecnica. È fisicamente in forma. Ha tutto quello che serve e l’ha capito molto velocemente! A me sono serviti molti più anni per capirlo! Sulla moto Tony ed io abbiamo due stili molto diversi. Lui guida molto aggressivo e non sta in piedi così tanto come me. Io guidavo più fluido e parzializzando, dove lui invece è più pesante sul gas”.

E Cairoli dice di sé: “Non sono io così bravo, sono gli altri che non riescono a battermi! Io faccio quello che ho imparato in tutti questi anni, come per esempio di non guidare mai al limite. Non sono mai al limite, perché quando guidi così è facile cadere e farsi male. Quindi il mio obiettivo è di non essere mai completamente al limite. Qualche volta devi spingere per mezzo giro, ma mai guidare al limite per più di un giro. Credo di avere del talento innato, regalo dei miei genitori. E anche una buona forma fisica. Non perdo mai la concentrazione perché la mia preparazione fisica è sempre buona, per tutta la stagione. Quando non mi sento bene, non spingo al massimo. In qualche gara quando non sono al top, non voglio rischiare di cadere per forzare troppo. Rimango nei miei limiti e mi conservo. Non do il 100%… forse neppure l’80%. Se tiri troppo, rischi di cadere e di dover ricominciare da zero. La mia tattica di gara è sempre la stessa: fare una buona partenza e prendere un po’ di margine. Se questo non mi riesce, guardo cosa stanno facendo gli altri e cerco di capire l’evolvere della situazione. Perché non riesco ad andarmene o perché gli altri sono più veloci o se devo migliorare in qualche sezione della pista. Poi, verso la fine della manche, cerco di tirare di più. La mia forma è buona, ma non mi alleno più degli altri. Faccio le stesse cose. Non credo di essere diverso fisicamente. Ma ho imparato a guidare risparmiando le forze. Non direi di avere sempre le linee migliori. Alcuni hanno delle linee più efficaci delle mie. Quando sono in gara, cerco di mantenere le mie linee e di non cambiarle spesso, perché se cambi in continuazione rischi di cadere. Io voglio rimanere sempre in sicurezza, è il mio stile”.

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Ci vediamo al prossimo appuntamento con altre chicche sfuggite………..!!! :-D

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