PAGELLE FINE STAGIONE MX1 2013!!! by Kaiser!

Scritto giovedì 12 Settembre 2013 alle 09:57.

KAISER

E così, in un baleno (o almeno a me è sembrato tale), siamo arrivati alla fine anche di questo mondiale 2013. Avrei tante riflessioni da fare sulla situazione del nostro amato campionato; così tante che preferisco, per ragioni di spazio, non affrontarle ora. Per il momento vi lascio queste “innocue” pagelle di fine stagione, ma credo proprio che tornerò presto a farmi vivo con tematiche più ampie.

By Kaiser

Vai con la MX1.

A. CAIROLI: 10 Mi sono quasi stancato di commentare le sue stagioni. Sempre più padrone assoluto della situazione, riesce a migliorare ancora la già disarmante superiorità esibita nel 2012, conquistando il podio in tutti i GP, tranne la Repubblica Ceca e l’Inghilterra, e vincendo almeno una manche in tutte le piste, tranne Maggiora e Loket. Vince e addirittura perde quando gli pare. Come Pino la Lavatrice: “non c’è nessun problema, tu mi dici quello che devo fare e io lo faccio.”

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C. DESALLE: 8 Come Cairoli, anche lui colleziona podi a raffica, ma gli manca il guizzo per battere il nostro campione, e anche questo non lo scopriamo certo oggi. Il finale di 2013 è forse uno dei periodi migliori della sua carriera e gli ha permesso, per il quinto anno consecutivo, di chiudere sul podio il campionato della classe regina; a suo modo anche questa è un’impresa, che nella storia del motocross è riuscita a pochissimi (forse lui è l’unico ad averla compiuta senza aver mai vinto un titolo) e che testimonia l’indiscutibile valore del pilota belga, ma anche la generale scarsità di altri piloti di spicco. Il problema è la mancanza di ricambio: dalla MX2, infatti, arrivano tanti ottimi piloti, ma è dal 2009, quando debuttò Cairoli, che deve arrivare un campione del mondo, così il primo avversario di Tony finisce per essere sempre lui.

K. DE DYCKER: 7,5 La stagione della definitiva rinascita del gigante belga, che torna sul podio mondiale per la seconda volta in carriera (la prima fu nel 2008) e si lascia definitivamente alle spalle la pericolosa parabola discendente che sembrava aver imboccato prima di approdare in KTM. La sua guida arrembante e la sua personalità guascona gli permettono da sempre di godere della simpatia dei fan; in più, da quando è con De Carli, Keeno è migliorato parecchio in termini di costanza fisica e mentale, due doti che gli erano mancate in momenti cruciali della carriera, quando magari avrebbe potuto anche portarsi a casa un titolo.

K. STRIJBOS: 7,5 Anche per lui, come per De Dycker, questo 2013 è stato la stagione del definitivo rilancio, dopo tanti anni trascorsi tra luci ed ombre: nonostante l’anno scorso avesse dato segnali incoraggianti, nessuno, neanche il più ottimista, avrebbe pensato di vederlo finire il campionato al quarto posto. Invece, adesso che ha riacquistato completamente la condizione fisica e mentale, Kevin si trova davanti a sé ancora qualche anno di carriera ad alti livelli.

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G. PAULIN: 6,5 Ormai sono diversi anni che corre il mondiale e tutte le volte ci ritroviamo a fare lo stesso discorso: va forte, ha una guida splendida, se trova la giornata giusta è in grado di dare fastidio persino a Cairoli, ma non riesce a reggere una stagione intera allo stesso livello. Anche quest’anno è stato eccezionale fino a Maggiora, quando qualcuno s’era addirittura illuso che potesse rappresentare una minaccia seria per Tony; dopo la gara italiana, però, si è spompato, non è più riuscito a salire sul podio e ha anche rimediato una bella briscola nel GP tedesco. Evidentemente Gualtiero è fatto così, bisogna rassegnarsi; magari al Nazioni tornerà a fare fuoco e fiamme.

T. SEARLE: 5,5 Non si è ritirato mai, è stato quasi sempre nella top ten e questo gli è valso un sesto posto finale che significa titolo di miglior rookie; però è evidente che per uno che negli ultimi due anni aveva combattuto quasi alla pari con Herlings e Roczen non riuscire a fare neanche un podio di GP è troppo poco. Penso che il suo problema sia stata la difficoltà ad adattarsi alla 450: la sua guida grintosa ed aggressiva, infatti, mal si confa alle moto potenti, mentre rende molto meglio sulle 250.

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J. VAN HOREBEEK: 6,5 In classifica finale è dietro a Searle, ma è stato lui il debuttante che ha destato le impressioni migliori, forse anche perché da lui ci si aspettava di meno rispetto all’inglese. Tante belle gare, un crescendo continuo che sul finire di stagione lo ha portato anche a qualche manche da podio; non sarà mai un campione, ma può affermarsi tranquillamente nel giro delle seconde guide veloci.

E. BOBRYSHEV: 5,5 Un’altra annata difficile, tormentata da infortuni piccoli e grandi che non gli permettono di emergere nella classifica finale. Quando è in forma può lottare per il podio su tutte le piste, il problema è che è fuori forma per mezzo campionato.

S. SIMPSON: 6 L’esempio di come una sola gara in certi casi possa essere sufficiente a salvare una stagione. L’inglese, al suo terzo anno di MX1, non era mai riuscito nemmeno ad avvicinare il podio e probabilmente si stava rassegnando ad una onesta carriera ai margini della top ten, maledicendo il giorno in cui quel volo clamoroso quanto misterioso con la KTM ufficiale del 2009 lo fece rompere come un fiasco. Poi, all’improvviso, arriva la giornata in cui tutto gira per il verso giusto e lui riesce a togliersi l’enorme soddisfazione di vincere un GP davanti a Tony Cairoli.

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D. PHILIPPAERTS: 5 Il viale del tramonto è ormai inesorabilmente imboccato per il nostro ex campione; mai tra i primi cinque e troppo spesso addirittura fuori dai dieci, David ha messo in mostra la solita, indiscutibile buona volontà, ma quella da sola non può bastare. Adesso bisognerà vedere se continuerà a retrocedere in classifica oppure riuscirà a mantenersi su livelli accettabili per qualche anno ancora prima di chiudere la carriera. Nel frattempo lo aspettiamo al Nazioni, una gara in cui i miracoli succedono ed in cui lui non ha mai deluso.

J. BARRAGAN: 4 A proposito di ex piloti, niente sembra in grado di far uscire dal tunnel il povero spagnolo, confinato ormai ai margini della zona punti ed inquadrato solo quando è doppiato o si ritira. Che non sia un maestro di stile è evidente, così come era evidente che negli anni scorsi sopperisse alle carenze tecniche col fisico e la grinta; paragonare questi risultati a quelli del Barragan che lottava per vincere i GP deve far capire quanto sia importante la condizione mentale nello sport.

M. NAGL: 5 Come per il compagno di squadra Bobryshev, anche quest’anno i guai fisici condizionano la sua posizione nella classifica del mondiale. C’è anche da dire, però, che non ha mai dato l’impressione di poter emulare le prestazioni che forniva sulla KTM ufficiale.

D. GUARNERI: 6 Finché c’è stato ha corso discretamente, senz’altro meglio dell’anno scorso, e stava anche andando in crescendo. Magari sul finire di stagione, con i vari infortunati, avrebbe potuto pure provare a finire qualche manche nei primi cinque e coronare un bel campionato nella top ten; peccato che tra gli infortunati c’è finito pure lui ed è andato tutto in fumo.

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J. ROELANTS: 4,5 La grande delusione della stagione, l’emblema di un 2013 da dimenticare in fretta per Rinaldi. Dopo tanti anni in MX2 ha faticato enormemente ad adattarsi alla nuova moto ed alla nuova categoria e, mentre Searle e Van Horebeek piano piano prendevano le misure e miglioravano i piazzamenti, lui è rimasto sempre fuori dalle posizioni che contano.

R. GONCALVES: 5 Il ritorno in KTM dopo due anni di Honda non gli ha portato fortuna, anzi, ne ha peggiorato i risultati. Qualche sprazzo qua e là, qualche partenza davanti, ma anche tante gare anonime ed un gran volo in Germania che ha rischiato di chiudergli la carriera: ecco il riassunto della stagione del portoghese.

S. FROSSARD: 4 La storia di Strijbos insegna che è possibile tornare ad alti livelli anche dopo anni passati più in infermeria che in pista, ma purtroppo sono molto più numerosi i casi di piloti che si perdono definitivamente. La sua vicenda è davvero particolare e sarebbe interessante sapere da chi lo gestisce perché non riesce a finire questo tremendo calvario di infortuni e perché ogni tanto ritorna quando non è ancora in condizioni per farlo.

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