RICORDANDO GEORGE JOBE’…

Scritto venerdì 21 Dicembre 2012 alle 18:59.

 

 

Georges Jobé è stato incoronato Campione Mondiale FIM Motocross 250cc nel 1980 e 1983, e in seguito ha continuato a essere incoronato FIM Campione del Mondo Motocross della 500cc nel 1987, 1991 e 1992. Jobé del 1987 500cc campionato è stato notevole come ha vinto in sella a una “privata” Honda CR500. La maggior parte dei suoi rivali erano gli ufficiali “factory” delle squadre di Honda, Kawasaki e KTM. Nel 1988, dopo essere stato incoronato Campione del Mondo nella classe 500cc.

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Ricordiamolo come dice un utente di MxBars, Old School, con questa immagine memorabile che appare vittorioso!

Pubblichiamo anche un pensiero di David Philippaerts riguardo l’amico che lo ha seguito negli ultimi anni, David lo vuole ricordare così!

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“Da quando sono entrato in KTM, nel 2006, mi ha sempre aiutato. Ci siamo conosciuti proprio quell’anno. Da lì in avanti abbiamo sempre lavorato assieme. A metà 2008 è stato fondamentale per la vittoria del titolo Mondiale. Mi ha sempre dato consigli al momento giusto.  Anche quando non lavoravamo più assieme ci siamo sempre tenuti in contatto, l’ultima volta l’avevo sentito a inizio novembre. Per me è stato un gran maestro, mi ha aiutato ad andare in moto, a capirla, su come ci si deve allenare, la vita del motocrossista in genere. E’ stato un punto di riferimento, una guida anche ‘spirituale’. Ogni volta che lo sentivo mi dava una gran carica.

Quando nel 2007 si era fatto gravemente male alla schiena, e dopo un anno l’ho rivisto in piedi mi si è stretto il cuore. Un giorno a casa sua mi raccontò dei sette mesi di calvario che aveva passato per tornare a camminare, ed è stato emozionante. Mi ha detto delle cose che mi rimarranno impresse per tutta la vita. Cose che tengo per me. Era un combattente, una persona che non mollava mai. Lui stesso si dava la stessa carica che infondeva ai giovani. Mi piaceva perché era diretto, le cose le diceva in faccia, senza giri di parole. Era schietto, non aveva mai problemi con nessuno perché metteva subito le cose in chiaro. Nel 2006, il venerdì prima della gara in Bulgaria, ricordo che mi disse: ‘Le prossime gare saranno tue’. E ci vide giusto. Vinsi quattro gran premi di fila. Mi aveva dato una carica bestiale. Era un gran motivatore. Da tempo sapevo della sua malattia, me lo disse appena gliel’avevano diagnosticata, come mi disse anche che i medici non gli avevano lasciato grosse speranze. Era fatto così, non stava lì a girarci troppo attorno. Sapeva ciò che lo attendeva.

Ho saputo della sua scomparsa attraverso un amico comune, quella notte non ho dormito. E’ una grossa perdita per tutti. Proprio un brutto momento. Di lui conserverò ogni istante del nostro rapporto, da amico, da idolo, da professionista.

Sarà sempre un riferimento nella mia vita. Spero un giorno di poter portare i suoi insegnamenti a qualche giovane”.

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