CHRISTOPHE POURCEL INTERVISTA: Curiosità e alcuni perhè!!!

Scritto mercoledì 14 Novembre 2012 alle 19:29.

 

Articolo by Luca Serafini

Nel numero di novembre di Mx magazine francese, c’è una bella intervista a Christophe Pourcel, ovviamente fatta prima dei due supercross di Genova e di Bercy e, quindi, del suo infortunio alla milza.

Ecco un estratto dove CP parla di due temi sui quali c’è stata anche una certa discussione nel nostro MxBars/forum: l’incostanza di rendimento con i suoi misteriosi “malesseri” e la rivalità con Paulin sulla questione del cancelletto.


Mx: Hai ritrovato la tua capacità fisica per la vita di tutti i giorni, ma non quella che ti permetterebbe di allenarti come vorresti. Puoi spiegarci meglio?

CP: Come conseguenza del mio incidente, l’aspetto più difficile rimane quello logistico e le restrizioni che implica. Devo, infatti, fare delle cure ogni due giorni. Se non trovo un hotel che mi permette di fare i miei trattamenti medici, poi ho male al ventre per tutto il weekend ed è complicato correre. Se, invece, riesco a farli in buone condizioni, allora va tutto bene.


Mx: Perché tu sei l’unico pilota del circuito dei Gran Premi a non preparare il cancelletto di partenza?

CP: Perché non ne vedo l’utilità. Se tu non dai gas al momento giusto, puoi anche aver preparato il cancelletto, ma non partirai davanti.


Mx: I piloti a cui prendi il cancelletto spesso non sono contenti…

PC: Non è un mio problema. Facciamo delle manche al sabato per definire la nostra posizione di partenza. Quelli che si lamentano non hanno che da essermi davanti nelle qualifiche.

Io non ho voglia di prepararmi il cancelletto, ma non è per questo che dovrei andare a mettermi in una posizione sfavorevole, con il pretesto che qualcun altro ha preparato la traccia nella posizione che volevo io.


Mx: Al penultimo GP tu hai preso quello di Paulin. Una guerra psicologica?

CP: Non di certo! Io non faccio mai il giro di ricognizione. Non ne vedo l’interesse. Facciamo non so quanti giri al sabato, conosciamo la pista a occhi chiusi, un giro in più non cambia le cose. Per farla breve, io arrivo al cancello di partenza all’ultimo minuto e non so neanche chi abbia preparato quella traccia. Io prendo il cancello che ritengo migliore per me. In questo caso era il suo e, apparentemente, questo l’ha fatto incazzare. Ancora una volta, ribadisco che io non sapevo niente e, per dirla tutta, non era affatto il “suo” cancello, era il mio perché io sono entrato nello schieramento prima di lui. Avrebbe dovuto fare il miglior tempo se voleva essere sicuro di prendere la posizione che gli conveniva.

Quindi si è scagliato contro di me fin dall’abbassarsi del cancelletto. Questo comportamento mi ha un po’ sorpreso. Ho rimontato e l’ho superato senza neppure toccarlo e voilà. Poteva tornare a piangere tutto solo nel suo camion.

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