Intervista: Piloti AMA al Nazioni.
http://youtu.be/OHLBxNFOyjs
Traduzioni by Davide Mogetta
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KEN ROCZEN:
Sono decisamente entusiasta peril nazioni. E’ eccitante essere lì a rappresentare la tua nazione, non corri solo per te stesso, ma è una gara di squadra quindi è una gara che ho sempre voglia di correre: appena finisce un’edizione non vedo già l’ora di quella successiva. Quest’anno sarà un po’ diverso dal solito, correremo sul sabbione, non vedo l’ora davvero.. Mancano solo un paio di settimane e sono decisamente pronto. Sono sicuro che i fan saranno gasatissimi. Io sono contento di tornare a correre in Europa- è la seconda volta da quando mi sono trasferito qui e sono sicuro che tutti faranno un ottimo lavoro. I fan saranno fantastici e questo è molto importante per un pilota. Penso che la squadra della Germania abbia delle buone chance di centrare il podio e tutto è possibile, conosco Marcus Shiffer ed è molto bravo nella sabbia, mi sento quasi di direche va più forte sulla sabbia che sul duro ed anche Max Nagl ha un’ottima velocità qindi siamo a posto, io non guido sulla sabbia da un po’ di tempo ma sono sicurò che riuscirò subito a riprendere confidenza e che saremo una squadra forte.
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MARVIN MUSQUIN:
Sono entusiasta di essere di nuovo parte del team Francia per il Motocross of Nations- per me è molto importante dato che ci sono solo 3 piloti per nazione e rappresentare la propria nazione significa molto. A Lommel quest’anno troveremo il sabbione, ma anche un grande pubblico: in Belgio il motocross è molto seguito ed i fan sono pazzi- quindi sarà divertente. Il Team quest’anno è lo stesso di tre anni fa e penso sia un buon team. Gautier [Paulin] è sempre stato bravo sulla sabbia, è alto ed ha una buona tecnica. Anche Xavier [Boog] è un buon pilota sulla sabbia. Io penso di essere abbastanza bravo sulla sabbia: quando correvo in Europa facevamo 3 GP sulla sabbia all’anno quindi mi allenavo spesso in Belgio. Purtroppo sono circa due anni, da quando mi sono trasferito qui, che non giro sulla sabbia, quindi subito dopo Lake Elsinore andremo in Europa per girare un po’ sulla sabbia.
BLAKE BAGGET:
E’ decisamente un’onore essere stato scelto di nuovo come membro sel Team USA- ed essere stato scelto per il secondo anno di fila è fighissimo. Abbiamo vinto l’anno scorso quindi sarebbe bello tornare in Europa e vincere di nuovo. Il team è composto da Ryan Dungey, il capitano, il leader, ha partecipato ad un po’ di edizioni, sa quali sono le difficoltà e sa cosa bisogna fare ed aiuta molto noi novellini, ha aiutato molto me l’anno scorso e devo decisamente cercare di seguire il suo esempio. Justin Barcia è nuovo al nazioni ma correrò nella 450- abbiamo combattuto durante tutto l’anno ed ora siamo compagni di squadra. Sarà diverso e strano ma sarà bello lavorare insieme e penso che noi 3 formeremo un team solido e sarà interessante andare di nuovo in Europa e cercare di vincere. E’ davvero un sogno che diventa realtà: abbigliamento speviale, trattamenti “di favore” e quando arriviamo tutti si girano a guardare e pensano “Cavoli, il Team USA è qui” . Ho vinto delle gare Supercross, un titolo National ma essere sul podio del nazioni non ha nulla a che vedere: intorno a te hai gente da nazioni diverse, che parlano in lingue diverse e non si può spiegare a parole- bisogna esserci.
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JUSTIN BARCIA:
Onestamente a parole non riesco a descriverlo. E’ davvero fantastico per me essere membro del Team USA. E’ fantastico, incredibile.. Non si può descrivere a parole! Non sono mai stato in Belgio, andremo lì una settimana prima per allenarci un po’ sulla sabbia. Mi piace la sabbia, non sono un vero e proprio “sandman”, ma la sabbia mi piace- è molto diertente e penso che il mio stile di guida sul 450 andrà molto bene su quel tipo di terreno. Dungey ha già corso il Nazioni qualche volta quindi avrà molti consigli utili, anche Blake [Bagget] l’ha corso l’anno scorso e quindi ha già esperienza. E’ decisamente un sogno diventato realtà correre per il Team USA, ho sempre sperato che succedesse e non vedevo l’ora.
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RYAN DUNGEY:
Quest’anno non vedo davvero l’ora del Nazioni. Con Justin e Blake come compagni di squadra sono sicuro che saremo un buon team. Ora Barcia corerò col 450 e penso che sia un ottimo pilota con quella moto- l’ha già dimostrato l’anno scorso ed io e lui abbiamo battagliato un po’ (vi ricordato Unadilla 2011? n.d.r.) ma anche Bagget dimostra di avere una gran velocità e penso che tutti e tre siamo degli ottimi piloti sulla sabbia. Il terreno è molto pesante e morbio, si scava tanto, è davvero molto sabbioso. E’ una sensazione fantastica essere di nuovo il capitano del Team e sarò lì per aiutare i ragazzi in qualsiasi modo possibile grazie alle mie esperienze; ma essere lì con tutto il gruppo USA e con Blake e Justin riusciremo a mettere da parte le battaglie personali (Barcia-Dungey dal 2011 e Bagget-Barcia dal 2012 n.d.r.) e lavorare come un team per raggiungere l’obiettivo di vincere il Motocross of Nations. Il meglio che posso fare è dare tutto quello che posso dare alla squadra, guidare senza prendere rischi e trattarla come una gara normale. Vincere quella gara migliora ogni pilota sia sotto l’aspetto della velocità che della forza mentale; vincere lì ti rende più forte mentalmente sia come pilota che persona. Tutte le volte non c’è nulla di deciso fino alla terza manche e tutte le volte succede che il pilota della MX1 (io) e quella della MX3 ci raduniamo con Roger [DeCoster] e lui dice:”Bene, la cosa migliore da fare per poter vincere è finire primo e secondo, bisogna correre con quell’obiettivo” e prendi quella frase e la tieni dentro di te. Quando corri la tua ultima manche ti senti più carico, in più ad esempio l’anno scorso io e Villopoto eravamo primo e secondo in partenza, così come nel 2011 con Short. Essere in quella condizione subito dopo la partenza permette di finire la giornata con una nota sicuramente positiva.
Quindi americani -come al solito- belli carichi per il Motocross delle Nazioni, vogliono vincere come al solito! Torna il discorso del ruolo fondamentale di Roger DeCoster non solo nella scelta del Team USA ma anche come “guida spirituale” dei piloti.
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