UNA BIRRA COL KAISER: Il rumore dei Lucchetti!

Scritto martedì 10 Gennaio 2012 alle 15:00.

Dalla tastiera del nostro Kaiser, arriva un articolo molto interessante sulla questione che sta girando attorno al Miravalle di Montevarchi, il tutto partito da un topic all’interno del forum/MxBars, arrivato a cinque pagine di discussione.
Buona lettura.
IL RUMORE DEI LUCCHETTI

Ieri mattina, durante la mia quotidiana “sfogliata” veloce dei titoli dei topic in cerca di qualcosa che mi stuzzichi la curiosità, mi sono imbattuto in un “MIRAVALLE (MONTEVARCHI) A RISCHIO” in primissima pagina, grosso così, in stampatello.

Io sono un appassionato morboso di piste: quando ero bambino, se vedevo una pista di motocross, anche da lontano, anche deserta, stavo fermo ad ammirarla magari per un’ora, immaginandoci chissà quali gare e chissà quali piloti. E immaginandomici, un giorno, anch’io. Per me le piste sono come templi; vederle da vicino mi trasmette gli stessi brividi che mi scorrono quando entro in un luogo sacro e carico di storia.

Inevitabile, quindi, che il topic sul Miravalle mi abbia rapito. La conosco bene Montevarchi. Non ci ho mai girato in moto, ma tra le piste di livello internazionale è una delle più vicine a casa mia: ci ho visto una marea di gare, tra cui quel GP MX2 del 2006 su cui ho lasciato un pezzo di cuore; l’ho girata tutta, se mi chiedete com’è il disegno ve lo posso spiegare a memoria; una volta mi ci hanno pure chiamato per fare il giornalista della TV (in realtà passai tutta la giornata su una sediola davanti al doppio delle tribune, mangiando e bevendo come un democristiano, in attesa di capire per bene cosa dovevo fare). Insomma, in qualche modo mi ci sento legato.

Da quello che s’è capito leggendo i vari link circolati nella giornata sul forum, domenica mattina in pista si stava svolgendo un corso per ragazzini, quando, all’improvviso, è arrivata la Forestale, ha cacciato via tutti e messo l’impianto sotto sequestro. Motivo? C’è stata una segnalazione per disturbo della quiete pubblica e nessuna persona fisica o giuridica è attualmente autorizzata a tenere aperta la pista, poiché a fine dicembre è scaduta la convenzione comunale che assegnava la gestione allo storico Motoclub Brilli Peri e non è stata ancora rinnovata. Sembra che si sia trattato di un errore burocratico, di un cavillo, forse di una madornale leggerezza di chi quella pista l’ha aperta senza sapere che non poteva aprirla, ma per la cronaca dei fatti vi rimando alle fonti che potrete reperire sul web. A me non preme fare un’analisi dettagliata di questa vicenda, non ne ho le competenze. A me interessa solo fare qualche domanda.

Sapevo che negli ultimi periodi a Montevarchi c’era stato qualche problema coi vicini, ma questa notizia è giunta come un fulmine a ciel sereno. E, come me, credo che siano rimasti sorpresi anche tutti gli altri che hanno letto la storia su internet; sono rimasti sorpresi anche quelli che erano in pista, forse persino gli stessi uomini del Brilli Peri. Il calendario 2012 della FMI dice che il 26 febbraio al Miravalle si correrà la prima prova degli Internazionali d’Italia. Internazionali d’Italia, non il “trofeo della braciola”. Un evento del genere richiede mesi di preparazione, lo sappiamo tutti: non funziona che Paolo Sesti si alza la mattina e decide “domenica facciamo correre gli Internazionali sulla pista di Tizio!”. Ci sono contatti preliminari tra il Motoclub, la Federazione e, nel caso di questo campionato, anche il promoter; questi incontri portano a un qualche risultato solo se ci sono garanzie di qualità organizzativa dell’evento e di copertura economica dei costi. Insomma, è un impegno grosso e si prende solo se si è nelle condizioni di prenderlo.

È possibile che il Motoclub Brilli Peri abbia deciso, di comune accordo con la FMI, di organizzare gli Internazionali d’Italia senza sapere che avrebbe rischiato di non rinnovare la convenzione col Comune? Io non credo che avrebbero annunciato un evento del genere se avessero anche solo immaginato tutte queste difficoltà, perché adesso c’è il rischio che la gara salti, che il promoter non faccia in tempo a trovare un impianto pronto a rimpiazzarla e che addirittura la pista rimanga chiusa fino a data da destinarsi. È possibile che davvero siano stati tutti colti di sorpresa e che adesso non si possa fare niente per sbloccare la situazione?

E’ possibile, invece, che chi ha segnalato l’infrazione sia stato così attento ai regolamenti amministrativi che disciplinano la gestione di una pista, ancora più dello stesso Motoclub gestore? Sembra quasi che ci sia stato qualcuno che aspettava al varco l’occasione buona. Qualcuno che è stato anche fortunato a ricevere un intervento così solerte ed efficace delle forze dell’ordine…

È possibile che, a poco più di un mese da un evento internazionale, bastano le lamentele di qualcuno a far sequestrare tutto e rischiare di mandare a monte mesi di preparazione di Motoclub e promoter? Non voglio fare il classico piagnone in stile “i calciatori prendono miliardi per dare calci a una palla”, ma è innegabile che la tendenza generale (non solo per il calcio) delle autorità amministrative sia quella di andarci coi piedi di piombo, di cercare un compromesso che permetta alle società inadempienti di mettersi in regola senza perdere di punto in bianco le proprie strutture, soprattutto quando ci sono in ballo eventi ed impianti di una certa rilevanza. Per il motocross, invece, sembra sempre che, in un modo o nell’altro, ci si trovi costretti a ricorrere alla misura più drastica.

Il fatto è che qui non stiamo parlando della pistarella privata costruita in fretta e furia, che rompe gli zebedei al contadino del campo di fronte che fino al giorno prima governava le galline in pace… Qui stiamo parlando di impianti (come Montevarchi anche Maggiora, Bra, Asti e tanti altri che magari ancora resistono, ma rischiano ogni giorno di chiudere) che esistono da decenni e che inevitabilmente influenzano la realtà economica e sociale del territorio in cui sono inseriti. Impianti su cui, tra l’altro, in molti casi sono stati fatti investimenti ingenti di denaro pubblico per dotarli di strutture di un certo livello. Non possono chiudere così, di punto in bianco, perché il nuovo piano regolatore s’è “scordato” che c’è la pista di motocross, perché il terreno è diventato edificabile e allora dietro al salitone della partenza ci si fanno le villette che poi hanno fastidio per il rumore, perché dopo 20 anni si scopre che la pista è in un’area protetta o perché un tizio ha trovato un cavillo legislativo che permette addirittura il sequestro penale di tutta l’area!

Il motocross, e più in generale il motociclismo, suscita reazioni diverse nella gente che non lo pratica: se parlate con chi l’ha visto solo qualche volta in TV vi sentirete dire “figo, magari un giorno ci provo anch’io”; se invece chiedete a chi ha una pista vicino casa è facile che vi risponderà “non li sopporto, fanno un casino della Madonna”. Il rispetto verso chi non ci ama è sacrosanto, così come è giusto riconoscere che di casino ne facciamo, soprattutto negli ultimi anni coi 4T. Ma è giusto anche che ci venga garantito il rispetto per ciò che amiamo fare: non è possibile essere sempre noi l’agnello sacrificale.

Visto che, è inutile girarci intorno, questo sito e questo forum lo leggono tutti… mi piacerebbe che qualcuno esca finalmente allo scoperto e ci spieghi davvero cosa si sta facendo nel concreto per difendere il nostro sport. Ci vogliono interventi legislativi che permettano ai gestori delle piste di essere meno esposti al rischio di chiudere da un giorno all’altro (magari buscando pure una denuncia penale); ci vuole una presenza più forte nelle agende politiche dei governi locali per difendere gli impianti, almeno quelli più rappresentativi. E non è solo un discorso di passione. In molti casi un luogo è conosciuto fuori dai suoi confini solo per via degli eventi sportivi. Per esempio lo sapete cos’è Murialdo? No? È un quartiere di Viterbo, esattamente come Chievo a Verona, solo che Chievo lo conoscono in tutto il mondo perché ha la squadra in Serie A e Murialdo no. E ancora… quanta gente non avrebbe saputo dove si trova Imola se non ci fosse stato l’autodromo? Beh, provate ad andare su Facebook e scrivete “Maggiora”: guardate un po’ qual è il gruppo con più iscritti…

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