UNA BIRRA COL KAISER:I Mondiali più belli(episodio 9)

Scritto giovedì 17 Febbraio 2011 alle 00:52.

Questa settimana il nostro viaggio all’indietro nel tempo sarà relativamente breve. Ci fermeremo, infatti, al 2006, un anno che ha regalato tanto al nostro sport e non solo, visto che proprio quell’estate il “pò pòpòpò pò” che i tifosi romanisti cantavano dopo un gol divenne il nuovo inno dell’Italia sportiva…

 

Ma volendo restare concentrati sul cross, il 2006 è innanzitutto l’anno di Stefan Everts, che stravince il suo decimo titolo iridato e poi al Nazioni saluta tutti annichilendo anche “l’uomo nero” Bubba Stewart. Il mondiale MX1 di quell’anno, pronosticato all’inizio come molto incerto, vive in realtà sul dominio assoluto di Stefan, che, contando anche sugli infortuni dei suoi principali avversari Pichon, Coppins e Tortelli (tutti fuori combattimento nel giro di tre gare), inanella una serie inarrestabile di vittorie e si laurea campione con largo anticipo. L’unico momento veramente eccezionale di quel campionato è la battaglia tra Stefan e Tortelli in Portogallo, forse una delle gare più belle della carriera del campionissimo belga, che si meriterebbe un episodio a parte solo per raccontarla; ma quella sfida, per quanto straordinaria, non può bastare da sola a reggere il confronto con un mondiale MX2 che ha regalato spettacolo dalla prima all’ultima manche. E se avrete la pazienza di rivivere con me quell’incredibile annata, credo proprio che alla fine mi darete ragione.


2006 (MX2): LA MANDRIA SCATENATA

Nel 2006 le 250 4T hanno ormai monopolizzato completamente il parco partenti del nuovo mondiale MX2, piegando anche le ultime resistenze del 125 2T, che almeno fino all’anno prima aveva resistito: questa stagione segna il definitivo passaggio alla nuova era a benzina e tutti i protagonisti si presentano al via in sella alle più performanti 250 4T.


La griglia di partenza fa quasi impallidire. Antonio Cairoli ha raggiunto il suo sogno di diventare campione del mondo nel 2005 ed ora porta fiero il n.1 sulla tabella della Yamaha del team diretto da Claudio De Carli. La KTM, però, vuole riprendersi subito il titolo vinto con Townley nel 2004 e ha messo in piedi uno squadrone di ben quattro piloti ufficiali: il più accreditato è Tyla Rattray, che ha saltato buona parte del 2005 per infortunio, ma quando è tornato ha fatto il bello e il cattivo tempo e così adesso ha tutti i pronostici a favore; Marc de Reuver è forse il più veloce di tutti, ma non è ancora stato abbastanza costante per puntare seriamente al titolo; David Philippaerts, dopo aver sorpreso tutti nel 2005 ed essersi guadagnato il posto nel team ufficiale a suon di risultati, per la prima volta in carriera parte per vincere e non si sa se saprà reggere la pressione; l’unico dei quattro che non ha ambizioni iridate è Carl Nunn. La Kawasaki si affida a due squadre satellite: il team francese Freeman Porter schiera due piloti di gran talento, Sebastien Pourcel per vincere e suo fratello più giovane Christophe per fare esperienza, mentre la squadra inglese Molson ha Gareth Swanepoel ed il debuttante Tommy Searle. La Yamaha, oltre che dal team De Carli (con Cairoli e Bonini), è rappresentata anche dal team Dixon, con Billy Mackenzie, e dalla squadra di Ilario Ricci, che punta sull’esperienza di Chicco Chiodi, sulla voglia di riscatto di Kenneth Gundersen e sulla giovane esuberanza di Davide Guarneri. Ci sono poi un mare di piloti pronti a dire la loro in ogni occasione, come Rui Goncalves (KTM Silver Action), Patrick Caps (Honda SRS), Antoine Meo (Honda Martin) e tanti altri giovani destinati a farsi un nome nel giro di pochi anni.


La partenza del mondiale è in Belgio, a Zolder, e l’attesa di vedere chi sarà il più forte in questa selva di talenti è spasmodica. Nella prima manche Philippaerts spaventa tutti, andando a vincere d’autorità, ma nella seconda ne combina di tutti i colori e non va oltre il tredicesimo posto; il GP lo vince così Rattray, terzo e primo, davanti a Gundersen e de Reuver. Cairoli butta via un buon risultato nella prima manche con una caduta, poi nella seconda conquista la piazza d’onore.


Il secondo round è a Bellpuig, in Spagna. Un Kenneth Gundersen in grande spolvero vince gara-1 davanti a Chiodi, poi però al via della seconda manche rimane coinvolto in un mucchio e finisce solo diciannovesimo. Discorso inverso per Cairoli, caduto e ritirato in apertura e vincitore in gara-2, con tanto di nac nac sparato davanti alla faccia di Rattray; Tyla comunque si consola conquistando l’assoluta grazie ad un quinto ed un secondo posto, accompagnato sul podio da de Reuver e Mackenzie.


Ci si sposta ad Agueda, Portogallo, per la terza prova. Rattray si conferma ancora e vince il GP con un terzo e un primo, ma la grande sorpresa della giornata è il diciassettenne Christophe Pourcel, capace di dare filo da torcere a tutti e di finire entrambe le manche al secondo posto. Cairoli, dal canto suo, fatica a trovare continuità ed alterna alla vittoria in gara-1 (dopo una gran lotta col giovane francese) una scivolata alla prima curva in gara-2, che lo costringe a recuperare fino alla decima piazza. In classifica Rattray sta approfittando degli errori del campione del mondo e conduce con 128 punti, davanti a de Reuver e Pourcel appaiati a 108; Tony è quarto con 89, Chiodi quinto con 81.


La veloce pista tedesca di Teutschental è il teatro della quarta gara. Qui Pourcel compie un capolavoro e centra una doppietta che fa capire a tutti che il suo non è un fuoco di paglia; anche de Reuver sembra in forma come non mai e, grazie a due seconde posizioni, rosicchia anche lui un po’ di punti al compagno di squadra Rattray, che per la prima volta in stagione subisce gli avversari, ma con un terzo e un quarto posto mantiene comunque la leadership del campionato. Cairoli, invece, ha picchiato forte al sabato e corre solo per limitare i danni, raccogliendo un quinto e un settimo posto.


Ci si sposta in Giappone, a Sugo, e per Rattray è una giornata disastrosa: finisce sesto in gara-1 e cade nelle prime fasi di gara-2, rimediando anche un infortunio. Christophe Pourcel diventa così la nuova tabella rossa, ma dietro di lui incalza un de Reuver molto costante e concentrato, ancora una volta sul podio assoluto grazie a un terzo e un secondo. Cairoli cade nella prima manche e finisce quarto, poi nella seconda si scatena in una galoppata solitaria, ma deve lasciare la vittoria di giornata a Billy Mackenzie, straordinario specialista del tracciato giapponese (ha vinto tre GP in carriera, cioè quelli corsi a Sugo dal 2005 al 2007, e non è andato oltre solo perché dal 2008 in poi non si è più corso lì).



La splendida pista bulgara di Sevlievo ospita il sesto appuntamento. Marc de Reuver vince il GP con un sesto e un primo posto, ma Pourcel, secondo e quarto, totalizza i suoi stessi punti e rimane in testa alla classifica; Cairoli continua a buttare via occasioni e, dopo la vittoria in gara-1, nella seconda manche scivola ancora di nuovo alla prima curva; Rattray invece si riprende un po’, ma è ancora lontano dalla forma migliore. La grande notizia è il ritorno in alto di David Philippaerts, che, dopo la sfuriata iniziale di Zolder, era entrato in una crisi psicologica tanto profonda da spingere la KTM a spostarlo nella struttura di Georges Jobé (manager del team MX1 rimasto senza piloti) per fargli ritrovare serenità: la scelta è determinante, perché tra David ed il leggendario campione belga s’instaura subito un’intesa formidabile, destinata a cambiare radicalmente la stagione del nostro David. In Bulgaria, alla prima gara sotto la nuova guida, Philippaerts coglie due terzi posti e finisce secondo assoluto, a pari punti con de Reuver e Pourcel.


Si arriva finalmente in Italia, a Montevarchi. Il campionato della MX2 fin qui sta regalando emozioni a non finire e gli italiani non si sono mai tirati indietro nello spettacolo, per cui il pubblico è venuto numeroso e caloroso a sostenere i propri beniamini. Dal canto loro Cairoli, Philippaerts, Chiodi, Guarneri e gli altri hanno tutti i loro buoni motivi per rilanciarsi nella gara di casa; solo Chicco sembra un po’ fuori dai giochi, per via di un infortunio che lo sta condizionando già da qualche tempo sia nel fisico che nel morale, ma gli altri sono tutti carichissimi e al massimo della forma. In classifica Pourcel è davanti a de Reuver con 2 punti di vantaggio: 236 a 234; dietro di loro c’è Rattray a 219; Cairoli e Philippaerts sono quarto e quinto, molto staccati (187 e 160), e per rientrare in corsa hanno bisogno di fare fuoco e fiamme in questa seconda metà di campionato.


Al Miravalle nella prima manche Philippaerts prende il comando dopo aver superato Cairoli e comincia ad allungare; nel finale, però, Tony produce un forcing irresistibile e gli si riporta addosso, cercando in tutti i modi il sorpasso, ma il pilota della KTM resiste strenuamente e conquista la vittoria con un arrivo al fotofinish. Gara-2, se possibile, è ancora più bella e prima di leggere com’è andata vi do un consiglio: su Youtube c’è caricata tutta la manche, se non l’avete mai vista prendetevi un’oretta di tempo, cercatevela e gustatevela, perché vi posso garantire che è uno spettacolo di quelli che non si dimenticano più. Se invece non volete vederla lo stesso J ve la racconto. Philippaerts scatta in testa e, complice un mucchio tra i suoi immediati inseguitori causato da una scivolata di Gundersen, chiude il primo giro con un vantaggio esagerato; neanche il tempo di realizzare la situazione che David cade a sua volta, riparte settimo e si ritrova dietro a tutti i grandi favoriti. Goncalves rileva il comando e resiste con tenacia agli attacchi di Cairoli e Rattray per diversi giri, tenendo compatto il gruppo dei primi; poco dopo metà gara Tony riesce finalmente a liberarsi del portoghese, ma dietro di lui è già arrivato uno scatenato Philippaerts, che lo attacca subito e si riprende al comando. Il pilota di De Carli però non molla e resta vicino a David, poi negli ultimi due giri aumenta il ritmo e pressa il rivale in ogni metro della pista, proprio come in gara-1, ma contro il Philippaerts di oggi non c’è davvero niente da fare. All’arrivo è un tripudio: David si getta a terra quasi incredulo, poi va da Cairoli, lo abbraccia e si rivolge verso la tribuna, da dove il pubblico in delirio acclama i due campioni, indicando “i migliori siamo noi”.

 

La bellezza della gara fa passare in secondo piano tutto il resto, ma anche in ottica campionato quello di Montevarchi è un GP decisivo. Pourcel, col terzo posto assoluto, rafforza nettamente la sua leadership grazie alla giornataccia dei suoi diretti inseguitori: un irriconoscibile de Reuver finisce nono nella prima manche e si ritira nella seconda, mentre Rattray è più combattivo, ma gli gira male e dopo il quinto posto in apertura si deve ritirare in gara-2 per una caduta mentre sta attaccando Goncalves.


Neanche il tempo di rifiatare e la settimana dopo si corre sulla pista di Matterley Basin, in Inghilterra. Philippaerts conferma il suo momento di forma e vince di nuovo il GP, grazie ad un primo e un secondo posto; Cairoli, invece, torna a complicarsi la vita con le partenze e, pur vincendo gara-2, non va oltre la sesta piazza in apertura e deve accontentarsi della seconda posizione assoluta. Tommy Searle completa il podio, mentre Pourcel è secondo e dodicesimo a causa di una caduta al via, ma Rattray e de Reuver vanno sempre peggio: il sudafricano, che corre infortunato, si piazza diciassettesimo e quindicesimo, l’olandese invece sembra aver perso completamente la bussola, rimedia solo 4 punti ed accusa pubblicamente la KTM di non averlo più assistito a dovere dopo la vittoria in Bulgaria. È il preludio di un divorzio che arriverà inevitabile a fine stagione.


Nona prova in Svezia, a Uddevalla. Nella prima manche Philippaerts e Cairoli regalano un altro duello incredibile, sullo stile di quelli a Montevarchi, e chiudono nell’ordine, distanziati dalla miseria di 1 decimo di secondo; in gara-2 Pourcel s’impone alla grande, ma a Philippaerts basta finire alle sue spalle per aggiudicarsi il terzo GP consecutivo, mentre Cairoli è dodicesimo dopo l’ennesima caduta al via. In classifica Christophe è sempre in testa con 350 punti, ma adesso ad inseguirlo ci sono i nostri: David secondo a 304, Tony terzo a 302.


La decima tappa si corre in Sudafrica, a casa di Rattray. Tyla, tornato in forma, vuole vincere, ma deve piegarsi ai due azzurri: Philippaerts lo precede nella prima manche, Cairoli nella seconda. Tony, finalmente, riesce a tenersi lontano dei guai per tutta la giornata ed alla vittoria di gara-2 somma un terzo posto nella prima manche che gli vale il primo GP dell’anno, davanti proprio a Rattray con i suoi due secondi posti; David, invece, porta a casa solo i punti della vittoria in apertura, perché nella seconda uscita cade ed è costretto al ritiro.


A Loket, in Repubblica Ceca, Rattray torna al successo nella prima manche, ma si ritira nella seconda e perde le speranze di vincere il GP. In gara-2 si assiste invece ad una battaglia incredibile tra i primi tre della classifica, a colpi di sportellate e manovre ai limiti della follia; alla fine ne escono soddisfatti tutte e tre: Cairoli vince e rimedia all’undicesimo posto della prima manche dopo l’ennesimo mucchio in partenza, Pourcel finisce secondo e nell’assoluta guadagna punti su Tony, Philippaerts è terzo e, sommando a questo il secondo posto di gara-1, conquista la vittoria assoluta.


Dodicesimo appuntamento sulla mitica Namur, in Belgio. Su questa pista Cairoli nel 2004 ha vinto il primo GP della sua carriera e nel 2006 si ripete con una fantastica doppietta. In gara-1, però, per vincere Tony deve aspettare l’errore di Philippaerts, che viaggia come un indemoniato fino a quando non s’incastra nella rete verde di bordo pista, perdendo irrimediabilmente il comando; nella seconda manche David è costretto al ritiro già al primo giro e compromette seriamente le sue speranze iridate, mentre Cairoli parte davanti e ci rimane d’autorità, precedendo Pourcel, che comunque a fine giornata (grazie anche al terzo posto in apertura) lascia sul piatto solo 8 punti al campione siciliano.


La pista irlandese di Desert Martin apre il trittico finale di gare che consegnerà il titolo. Christophe Pourcel conduce la classifica con 458 punti davanti a Cairoli, che ne ha 432; Tony è rimasto l’unico ancora concretamente capace di compiere l’impresa, perché Philippaerts, terzo a quota 398, può tornare in gioco solo con un miracolo. Il tracciato sabbioso vede un Rattray particolarmente ispirato dominare in lungo e in largo; con la sua doppietta Tyla interrompe la striscia d’imbattibilità dei piloti italiani, che durava da ben 6 GP consecutivi. Nel frattempo i due sfidanti per il mondiale cominciano a marcarsi stretto, a fare calcoli e a guidare nervosi: nella prima manche Cairoli finisce secondo davanti a Pourcel, nella seconda Tony cade nelle prime fasi e non va oltre il settimo posto, mentre Christophe è quarto dopo aver rischiato una caduta clamorosa (si tocca col fratello Sebastien all’atterraggio di un salto e resta in piedi per miracolo), ma riesce comunque a chiudere il GP con 2 punti in più del rivale.


Lierop, in Olanda, è il teatro della quattordicesima prova. Nella prima manche Philippaerts prende il comando e allunga imprendibile, ma negli ultimi tre giri rovina tutto cadendo due volte e finendo solo ottavo; ne approfitta Cairoli, che raccoglie la vittoria. In gara-2 Pourcel stravince e, forte del terzo posto conquistato in apertura, conquista anche il GP; Cairoli fa i suoi stessi punti, avendo finito terzo in rimonta la seconda manche, mentre Philippaerts chiude il suo weekend nero con un ritiro che gli fa perdere anche la terza posizione in classifica, superato da Rattray, due volte secondo a Lierop.


L’ultima gara si corre a casa di Pourcel, a Ernée. Christophe si presenta davanti al suo pubblico con un rassicurante vantaggio di 27 punti su Cairoli e quindi gli basterà fare gara d’attesa, ma Tony vuole comunque giocarsi le sue carte fino in fondo. Nella prima manche il siciliano fa il vuoto, andando a vincere alla grande; Pourcel, solidissimo, si piazza secondo, ma i 3 punti che lascia al rivale lo costringono comunque a rimandare la festa all’ultima manche, dovendo ancora espletare quella che ormai sembra a tutti gli effetti una formalità, avendo 24 punti di vantaggio su 25 disponibili. In gara-2 Cairoli parte di nuovo davanti, ma vede che Christophe gli è alle spalle e allora capisce che la sua unica possibilità è provare a far saltare il banco, innervosire il giovane francese ed indurlo all’errore: comincia così un gioco di sorpassi e controsorpassi, manovre provocatorie e sguardi di sfida (sempre comunque nei limiti della correttezza), fino a quando Pourcel non cade nel tranello e scivola. Cairoli, raggiunto il suo obiettivo, scappa veloce verso la seconda vittoria della giornata, mentre il pubblico di casa vive attimi di panico: Christophe scalcia sulla sua Kawasaki, che sembra non ripartire mai, e gli inseguitori cominciano a sfilare uno ad uno. Alla fine il francese riesce a riaccendere la sua moto, è quinto e questo gli basta per assicurarsi il titolo, così evita di forzare e attende solo che arrivi la bandiera a scacchi; nel finale scavalca uno stanco Nunn e taglia il traguardo al quarto posto, da campione del mondo. Sul podio del GP tra il campione e lo sfidante si piazza Philippaerts, che grazie a due terzi posti supera di nuovo Rattray in classifica. I tre si complimentano sportivamente tra loro per la splendida stagione, applauditi dal pubblico in festa per il trionfo del suo giovane fenomeno, già destinato ad andare alla conquista dell’America.


Nonostante spesso non sia stato il più veloce in pista, Pourcel ha stupito tutti per la straordinaria freddezza dimostrata, a dispetto dell’età e del parterre di grandi campioni che ha dovuto affrontare, e si è ampiamente meritato il titolo grazie alla capacità di gestirsi che gli altri per lunghi tratti della stagione hanno dimostrato di non possedere. In particolare questo limite è stato palesato da Cairoli, capace di vincere su tutti i terreni ma troppo spesso tradito dalla foga di strafare, soprattutto nella fase iniziale della stagione. L’inizio di campionato è costato caro anche a Philippaerts, che era andato totalmente nel pallone, ma poi, passato sotto le cure di Jobé, ha trovato una cattiveria agonistica impressionante, che gli ha permesso di recuperare quantomeno un meritatissimo posto sul podio. Discorso inverso per il quarto e il quinto classificato: Rattray e de Reuver erano partiti fortissimo, ma si sono persi, per vari motivi, nella fase centrale della stagione, salvo poi recuperare almeno in parte nelle ultime prove; soprattutto Rattray ha dimostrato di avere ancora molto da dire in futuro, mentre lo spaesato de Reuver a fine stagione ha ricevuto il benservito da KTM e da lì ha iniziato una parabola discendente che ormai sembra aver definitivamente chiuso la sua carriera ad alti livelli.


Per il prossimo appuntamento……..SEGUITECI!!!!!!!!!!