“UNA BIRRA COL KAISER: i mondiali piu belli (episodio1)”

Scritto sabato 18 Dicembre 2010 alle 00:07.

Ed eccoci nel bel mezzo di questo lunghissimo e freddissimo inverno,dopo un giro di telefonate per salutare amici,parte un pensiero dal nostro pagellaro di fiducia,Alessandro Castellani(Kaiser),una nuova rubrica diretta da lui…

 

L’inverno è sempre la stagione più bella per rispolverare i ricordi: la frenesia e la “trasgressione” estiva lasciano il posto alla routine, il freddo fa scorrere tutto più lentamente e c’è tempo anche per fermarsi un attimo a riguardare le vecchie foto. E allora… perché non rivivere i momenti più belli del nostro sport preferito? Magari nel Bars/forum c’è chi non sa cos’era una CZ o non ha mai sentito parlare di Mike Healey… e non sa neanche cosa si è perso!

 

Il vintage mi ha sempre affascinato e credo che raccontare le edizioni più belle della storia del campionato del mondo sia un bel modo per cominciare la marcia di avvicinamento al mondiale 2011. Ma il compito è gravoso, da solo non potrei mai svolgerlo con la giusta completezza, per cui ho deciso di mettere in piedi una “task force” d’eccezione composta da grandi conoscitori ed appassionati vintage: Fabio Foresio (Famopar), Mauro Marica (Mariocross) e Daniele Sinatra (Pentolino). Insieme cercheremo, un episodio alla volta, di farvi viaggiare nella nostra personalissima macchina del tempo a ruote artigliate, raccontandovi le gesta e le storie che hanno preso un posto nella storia del motocross e non l’hanno lasciato più.

 

Ovviamente, se qualcuno sente di poter fornire il suo contributo alla causa, presenti la sua “candidatura” sul Bars/forum e sarà ben accetto.

 

E adesso… cominciamo.


1974 (250 cc): OMBRE ROSSE SUL MONDIALE CROSS

Siamo nel 1974, nel pieno degli anni ruggenti del motocross: tutta Europa impazzisce per il fuoristrada, decine di costruttori e semplici artigiani tentano “l’avventura”, motivati dal boom economico e dall’alto numero di praticanti a cui affidare le loro moto, migliaia di appassionati e curiosi affollano le piste (che nascono come funghi), raggiungendo numeri da stadio in occasione delle gare importanti. Ma siamo anche negli anni della Guerra Fredda, dell’Europa divisa e dell’accesissima rivalità tra Oriente ed Occidente. L’URSS, chiusa nel suo isolazionismo, ha tagliato i ponti con l’altra metà del mondo e disciplina in modo rigido la vita dei cittadini suoi e dei suoi Stati satelliti (attraverso regimi dittatoriali fedeli al Partito): tutti devono essere “inquadrati” in apparati statali e chi viene scelto per partecipare alle competizioni sportive internazionali non lo fa per soddisfazione personale, ma solo perché deve tenere alto l’onore sovietico di fronte al mondo.


All’inizio degli anni ’70 la scuola dei piloti cecoslovacchi è molto rinomata e può vantare su una punta di diamante eccezionale: Jaroslav Falta. Falta è un soldato dell’esercito cecoslovacco dotato di grandissimo talento (tanti sono gli aneddoti sulle sue straordinarie capacità di guida) e nel 1974 partecipa al Campionato del Mondo della 250, in sella ad una CZ (la Casa motociclistica nazionale), con le carte in regola per conquistare il primo titolo mondiale della sua carriera. Suoi principali avversari sono i belgi Everts (Harry, il padre di Stefan) e Geboers (Sylvain, il fratello di Eric), lo svedese campione in carica della Yamaha Andersson ed il sottufficiale dell’Armata Rossa Gennady Moiseev, alla guida di una KTM perché l’esercito sovietico ha concluso un accordo con la Casa austriaca per la fornitura dei mezzi, per cui lui e molti altri russi in quel periodo corrono con le moto austriache.


La stagione è molto combattuta e parecchi piloti si mettono in mostra, conquistando vittorie parziali, ma i due pretendenti più seri al successo finale risultano essere proprio i due campioni dell’Est: Falta e Moiseev. I sovietici fiutano l’occasione: nessun russo è ancora riuscito a vincere un titolo mondiale, Moiseev è in gran forma e la Cecoslovacchia è uno degli Stati satelliti, per cui sarebbe più facile far valere la propria “supremazia politica” su un pilota di quella nazione rispetto che su uno di un Paese occidentale. Anche perché Falta va davvero forte e non sarà facile batterlo “puliti”.

Jaroslav Falta,foto di repertorio


Alla terza prova, in Polonia (guarda caso altro Stato del blocco comunista), il primo segnale inquietante: Falta è costretto due volte al ritiro a causa di partite di benzina avariata, mentre la KTM di Moiseev vola come un siluro verso una doppietta che lo proietta in testa al campionato. Il cecoslovacco non si perde d’animo e, col passare dei GP, riesce a recuperare parzialmente il gap; in una delle ultime gare, in Olanda, nel corso della prima manche, la rivalità tra i due sfocia in una vera e propria guerra aperta e si arriva addirittura allo scontro fisico: ormai tutti hanno capito che la questione potrà essere risolta solo alla prova finale.

Gennady Moiseev,foto di repertorio


Sulla pista svizzera di Wohlen, teatro dell’ultimo appuntamento, il pubblico accorre numerosissimo a vedere come si concluderà questa incredibile battaglia tra i due figli dell’Est. Gennady Moiseev si presenta in testa alla classifica con un vantaggio relativamente rassicurante: per assicurarsi l’iride, infatti, gli basterà arrivare al traguardo controllando le mosse di Falta, che dal canto suo deve piazzarsi almeno secondo e sperare in qualche guaio del rivale. All’epoca i guasti meccanici alle moto sono molto frequenti, quindi una situazione del genere, per quanto confortevole, non permette comunque a Moiseev di dormire sonni tranquilli. Ma i russi non hanno la minima voglia di veder sfumare il loro trionfo proprio all’ultimo e sono pronti a tutto…


Prima manche. Falta fa il suo dovere, parte in testa e scappa imprendibile, mentre Moiseev si ritrova tra gli ultimi e non riesce a recuperare per via di problemi all’ammortizzatore posteriore della sua KTM, ma invece di ritirarsi decide di cercare almeno di far perdere punti al suo rivale, così si fa raggiungere da Falta e comincia a disturbarlo ostacolando palesemente il doppiaggio: alla fine Falta cade e Harry Everts ed Andersson lo superano; solo a quel punto Moiseev rientra ai box, mentre il pilota della CZ è terzo al traguardo.

Foto d'archivio.

 

Seconda manche. Falta, che deve necessariamente vincere per sperare ancora, è determinatissimo, forse troppo, e infatti al via scavalca il cancelletto (che all’epoca cadeva in avanti e non all’indietro), ritrovandosi di nuovo da solo in testa al gruppo. Moiseev è terzo, ma dopo qualche giro è costretto a fermarsi di nuovo per problemi meccanici, lasciando così il titolo su un piatto d’argento al rivale: ormai, col russo inevitabilmente a zero punti, è infatti solo il risultato di Falta che determinerà le sorti del campionato. Da adesso in poi, però, la gara del pilota CZ si tramuterà in una incredibile corsa contro gli ostacoli, come in una specie di videogame.


Subito dopo il ritiro di Moiseev, i sovietici ordinano al compagno di squadra Popenko (che di solito corre in 500, ma è venuto a fare questa gara per aiutare Moiseev) e a Rybaltchenko (pilota CZ, ma russo anche lui) di aspettare Falta ed ostacolarlo: è un vero “posto di blocco” quello che organizzano i due russi, con inchiodate, sterzate brusche e tutta una serie di manovre volutamente pericolose che alla fine portano Rybaltchenko a buttare giù il nuovo leader del mondiale. Il pubblico è allibito, i sovietici sono sommersi di urla e fischi ogni volta che passano davanti ai tifosi, ed il direttore di gara decide di intervenire squalificandoli; Falta, nel frattempo, si è ripreso dalla caduta e sta rimontando come una furia scatenata, finalmente con la pista libera da pericoli e complotti. Ma la farsa non è ancora finita, perché i meccanici russi, privi ormai di ogni loro rappresentante in pista, decidono di intervenire alla disperata, lanciando sassi e pezzi di legno ogni volta che Falta gli passa davanti: uno di loro cerca addirittura di stenderlo infilandogli un bastone tra le ruote!

foto archivio


Nonostante queste incredibili manovre, Falta riesce comunque a raggiungere Rahier ed Everts al comando, li supera e conquista la vittoria che gli vale il meritatissimo titolo mondiale! Il pubblico acclama a gran voce il nuovo campione, che ha saputo vincere contro tutto e tutti.


Ma il trionfo di Falta dura lo spazio di un paio d’ore. Il team sovietico, infatti, presenta ufficialmente reclamo per il salto del cancelletto al via della seconda manche e la giuria lo accoglie, assegnando al cecoslovacco una penalità di un minuto che lo fa scendere dal primo all’ottavo posto: un piazzamento che consente a Moiseev di conservare il primo posto in classifica. A questo punto Falta presenta un contrappello per le scorrettezze subite dal team KTM nel corso di tutta la giornata, ma non ottiene che un rifiuto, finendo quindi clamorosamente scippato di un titolo che la pista aveva indiscutibilmente attribuito a lui.


Negli anni seguenti Moiseev dimostrerà di avere il talento per vincere anche senza aiuti, conquistando altri due titoli mondiali della 250 (1977 e 1978), mentre Falta non potrà mai raggiungere il suo sogno, a causa della perdita di competitività delle CZ al confronto delle nuove Case giapponesi e di gravi problemi fisici che lo terranno fuori anche nel momento più importante della storia del cross cecoslovacco: la grande vittoria nel Motocross delle Nazioni del 1975 sulla pista di casa di Sealcanska. A tal proposito Falta ricorda che, mentre si correva quella gara, lui si trovava in ospedale ed il personale e i pazienti stavano guardando la gara in TV; ad un certo punto ha sentito qualcuno dire: “Non ce la faranno mai a vincere senza Falta”, senza che avesse riconosciuto Falta proprio dietro di lui.


Ma questa è un’altra storia.


NELLA PROSSIMA PUNTATA “MADDII E RINALDI: IN DUE PER UN POSTO NELLA STORIA”