RYAN DUNGEY…IL PILOTA VELOCE…

Scritto mercoledì 29 Settembre 2010 alle 16:33.

Immagine by Cox

Articolo by Racerxonline

Traduzione by Federico Cassolato

 

L’ anno scorso al MXoN, Ryan Dungey era un perfetto sconosciuto su una 450 fino a quando finito l’ evento, il team USA vinse il trofeo e Dungey vinse la classifica generale MX1. Quest’ anno il Team Usa non ha avuto il vantaggio di arrivare schivando i riflettori, ma essendo il team di casa e composto da due campioni National AMA, erano al centro dell’ occhio di bue. Ma ce l’ hanno fatta comunque. Abbiamo raggiunto Dungey dopo la gara.


Racer X: Quanto è stata diversa la vittoria di quest’ anno al MXoN, rispetto a quella dell’ anno scorso, prima tua volta nell’ evento?
Ryan Dungey: L’ anno scorso ci siamo arrivati come dei sicuri perdenti e non ci aspettavamo realmente di vincere. Il primo è sempre bello anche se siamo stati minimizzati un po’. Ero uno dei tanti, soprattutto al MXoN con Ivan [Tedesco] e Weimer [Jack] e fino a quando non abbiamo vinto, non credo che stavamo veramente realizzando quello che stava succedendo, fatta eccezione per Ivan. Come ho detto, il primo è la sensazione più bella, ma allo stesso tempo, quest’anno è negli Stati Uniti. Ci si aspetta di vincere c’ è stata molta pressione sulla squadra, ma penso che abbiamo lavorato tutti insieme e siamo stati bene. Abbiamo avuto un gran da fare questo week end e ora dobbiamo pensare un po’ a noi stessi e riposarci. Credo che abbiamo lavorato insieme, non abbiamo mai perso di vista l’ obbiettivo, e siamo arrivati al top. Ogni vittoria è grande. Ci piace vincere …


Racer X: Cosa stava succedendo alla riunione di squadra prima dell’ ultima manche? Era a proposito di Shorty  che è andato giù e aveva avuto una gara difficile nella manche precedente?
Ryan Dungey: Per essere onesti, non c’ era alcuna riunione di squadra. Andando all’ ultima manche, ho potuto vedere lo sguardo sui volti di tutti, e tutti sapevamo che eravamo sotto di alcuni punti. Anche l’ anno scorso lo eravamo, ma allo stesso tempo, dobbiamo andare li fuori e gareggiare. Non ci si può preoccupare dei punti e in che posizione si è o se si sta vincendo o meno. Eravamo seduti sulla linea di uscita e proprio prima dell’ entrata in scena, ho detto ad Andrew, “Hey, non importa cosa accade, almeno abbiamo dato tutto e fatto del nostro meglio e possiamo camminare a testa alta raccontandolo”. Abbiamo goduto appieno l’esperienza e per fortuna siamo arrivati primo e secondo. Entrambi abbiamo fatto una grande partenza. Andrew acceso il suo controllo di trazione e gli sono andato dietro. E ‘stato bello. Eravamo in testa ed è stato veramente bello essere noi due davanti in lotta uno contro l’ altro. Forse questo ha fatto calare un po’ la pressione. Ci è piaciuto molto e ne siamo contenti.


Racer X: A un certo punto, lo vidi guardare indietro verso di te sopra il panettone in discesa come a chiedersi “Chi è questo attaccato al mio culo?” Poi, quando ti ha riconosciuto, ha fatto un cenno, come per dire: “Vai avanti, Ryan”. Non ti è mai successa una cosa simile nel National con Andrew …
Ryan Dungey: [Ride] No, il National è un’ altra storia. Non bisogna farsi superare da me. Andrea e Trey hanno corso in modo impressionante. Io, ho avuto una pausa, il che aiuta. Andrew e soprattutto Trey sulla 250F, avevano entrambi le manche una di seguito all’ altra, e questo è veramente difficile, specialmente qui con quest’ altitudine. Nella prima manche in aggiunta hanno avuto un sacco da superare e hanno dato il massimo, ma poi la seconda manche hanno guadagnato grandi soddisfazioni.


Racer X: Non hai ancora fatto una manche di seguito all’ altra..
No, io no.


Racer X: E sono sicuro che non vorrai mai farle.
No e sono molto grato per il lavoro della squadra durante il giorno e mi congratulo con loro. Sono contento che ce l’ abbiamo fatta.


Racer X: In Italia, era una cosa diversa perché per la maggior parte, i tifosi non erano americani ovviamente, ma qui ci sono migliaia di americani tra la folla, tu stai li in piedi sul podio e poi l’ inno nazionale inizia. Tutti cantano e sventolano le bandiere … Parlaci di quali sensazioni si provano a stare lassù.

La sensazione è incredibile. Ognuno di noi si fa il culo tutto l’ anno. Lavoriamo duro, non per andare là fuori e arrivare secondo, ma per vincere. Questo è l’obiettivo. Quando tutto è stato detto e fatto e ti trovi in cima al podio, sventolando la tabella numero uno e la bandiera e l’inno nazionale si avvia, dai tuoi occhi escono lacrime. Nel 2007, io e Trey [Canard] eravamo a Budds Creek insieme [come spettatori del MXoN]. Li guardavo lassù sul podio ed in mente avevo un solo pensiero: “Voglio essere lì un giorno. Voglio essere in grado di correre per il mio paese e gestire questa pressione”. Penso che Trey  e Short siano senza parole, come del resto lo sono anch’ io, ma è una grande sensazione e rende tutto il duro lavoro che abbiamo affrontato molto più facile.