UNA BIRRA COL KAISER Le Pagelle Valkenswaard!

Dopo una domenica esaltante,come potevano mancare le pagelle del nostro mittttico Kaiser,mi accenna delle pagelle via telefono,raccontandomi un aneddoto di gara che mi lascia la voglia di guardarmi il GP di Valkenswaard,visto che oggi ero fuori sede,facendomela salire con i suoi soliti commenti perfetti!!!

 

Niente di meglio di un bel GP di motocross alla TV per riprendersi dopo un sabato sera di quelli un po’ troppo “a gomiti alti”… acqua fresca la mattina, poi pasta al forno, caffè, divano, salone trincerato e gare che si sono susseguite in un crescendo di spettacolarità, partendo dal mortorio della prima manche MX2 per concludere con la strepitosa seconda manche MX1, già da ora considerata senza dubbio una delle gare più belle dell’anno.

Prima di venire al dunque, una riflessione veloce: com’è possibile che dei ragazzini di quindici anni, che ancora non hanno neanche i brufoli, dominano in questo modo un campionato del mondo? L’esperienza non conta più niente e si “nasce imparati”? Sono fenomeni stile Holly e Benji, destinati a diventare forti ad un livello inimmaginabile, oppure sono scarsi gli avversari?

Ai posteri l’ardua sentenza… e al Kaiser le ardue pagelle J


MX2

J. HERLINGS: 10 Ma anche 11, 12, 13 o quanto vi pare… come commentare una prova del genere? Mai un errore, mai un’incertezza, mai un momento in cui la sua supremazia non sia stata netta ed inequivocabile. Le sue fughe avranno sicuramente ricordato a qualche spettatore olandese le galoppate furiose del grande Joel Smets, che a Valkenswaard era capace di rifilare 30 secondi in 10 giri a gente come Everts o Bervoets. Herlings non è arrivato a quei livelli, ma aveva comunque dietro un Roczen in stato di grazia e soprattutto è un ragazzino del ‘94 al terzo GP della carriera!

K. ROCZEN: 10 Correndo una gara praticamente perfetta ha strappato la prima tabella rossa della sua carriera; se non ci fosse stato di mezzo il “semidio” Herlings avrebbe potuto anche raggiungere l’apoteosi con una meritatissima doppietta, ma il livello straordinario della sua prova è espresso comunque dai distacchi abissali rifilati agli altri avversari, Musquin compreso.

M. MUSQUIN: 5 Ha visto i classici “sorci verdi” per tutto il weekend. Superato dai due ragazzini terribili (che messi insieme fanno meno dell’età di Coppins) e caduto violentemente al sabato, ha passato la domenica alle corde come un pugile suonato, soffrendo e cercando di prendere meno sberle possibile. Solo che ci si sono messi anche la rete incastrata nella ruota dietro in gara-1 (e si sa che sulla sabbia si frena solo col posteriore) e la caduta in gara-2, causata probabilmente dall’estrema fatica, a fargli perdere la tabella rossa. Urge recupero fisico e mentale.

S. FROSSARD: 8 Sta bene fisicamente e di testa, ha imparato a gestirsi e porta sempre a casa buoni punti: non a caso è l’unico che in classifica non è ancora sprofondato dietro i tre moschettieri. Sembra aver finalmente trovato la regolarità di piazzamenti, peccato che quest’anno non basta più per puntare al titolo.

S. SIMPSON: 7 In netta crescita rispetto ai precedenti GP, ma anche in netto calo rispetto al GP di Valkenswaard dell’anno scorso. Nel 2009, infatti, aveva vinto una manche ed era tornato con forza tra i grandi pretendenti al titolo (dopo una partenza di campionato difficilissima), salvo poi massacrarsi neanche una settimana dopo in allenamento, in un incidente che forse gli ha segnato la carriera; stavolta ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per mantenere la terza posizione in gara-1 e nella seconda uscita non è riuscito a staccarsi dal gruppetto degli inseguitori. Se non altro ha lottato con grinta e coraggio.

C. CHARLIER: 7 Ecco un altro pilota che con la grinta ed il coraggio sta cercando di emergere dalla mandria di ragazzini assatanati che popola la MX2. La condizione fisica cresce gara dopo gara e con essa, inevitabilmente, migliorano anche i risultati, l’unica vera medicina che cura tutti i mali, anche quelli della testa; probabilmente nelle prossime gare su piste dure potrà essere un osso duro per il podio.

Z. OSBORNE: 5,5 Partito malissimo in entrambe le manche, ha sprecato tutte le energie per farsi largo nel gruppo e, soprattutto sul finire della seconda manche, quando si arriva al punto che le buche si contano una per una, ha accusato lo sforzo fatto e non è riuscito a recuperare più.

A. LUPINO: 5,5 Altra gara “alla Lupino”: uscito dalla prima curva che dietro a lui c’era rimasta solo la ruspa che spianava il rettilineo di partenza, è stato costretto al ritiro nella prima manche, mentre nella seconda ha rimontato molto bene (alla fine ha raggiunto Osborne). Chi era presente potrà spiegarci per bene cosa gli ha impedito di correre la batteria di qualifica, obbligandolo a scattare da un cancelletto che si trovava più o meno nel giardino di casa sua a Viterbo: già parte male di suo, figuriamoci quando è in simili condizioni. E meno male che gli iscritti non arrivano a quaranta…

K. VONGSANA: 5 Dopo l’esperienza dell’anno scorso in Abruzzo con SRS, è rimasto nella zona del medio Adriatico salendo in sella alla TM; i risultati, però, non sono entusiasmanti e solo oggi in Olanda sono arrivati i primi punti dell’anno. Veramente un “fenomeno” strano questo Vongsana: originario del lontano Laos, me lo ricordo viaggiare come una scheggia all’Europeo MX2 a Cingoli nel 2007 (contro gente come Musquin, Paulin e Roelants), poi tornò a farsi vivo l’anno scorso con un sorprendente secondo di manche in Turchia. In mezzo a questo e dopo questo il nulla, ed è strano perché nel motocross non si va mai forte per caso.


MX1

A. CAIROLI: 10 Al termine della passeggiata di salute di gara-1 aveva la faccia di uno che non si stava divertendo, quasi come se sapesse che lo avevano inquadrato solo alla partenza e poi alla parata dell’ultimo giro: lui non è Everts, è un animale da spettacolo, deve essere al centro dell’azione e vivere la lotta fino all’ultimo metro. E così, nella seconda manche, complice una partenza non perfetta e due tostissimi Ramon e Philippaerts, Tony ci ha regalato senza dubbio la gara più bella da quando è in sella alla KTM. Sportellate, cadute, rimonte, numeri da brivido (dopo quello fatto per non cadere sulle gobbe in salita ho pensato seriamente di vendere la moto) e i 45 minuti della manche, apparsi interminabili in gara-1, sono passati senza neanche accorgersi. Sono le vittorie come queste che lasciano il segno di Cairoli sia nei tifosi che negli avversari.

D. PHILIPPAERTS: 8,5 Tanto carattere per David oggi, peccato che non aveva la velocità per regalarci uno di quei duelli da sogno con Cairoli che non vediamo dai tempi della MX2 (quando, tra l’altro, correvano a moto invertite). Restano comunque il primo podio stagionale, due manche concrete e grintose e la voglia ammirevole di non mollare di fronte a niente, anche se per arrivare ad insidiare seriamente Tony serve, oltre a questo, un cambio di passo che forse David non ha. Niente di cattivo o malizioso invece per quanto riguarda il contatto con relativa caduta di Cairoli, solo la voglia di due piloti di prevalere l’uno sull’altro.

S. RAMON: 9 Quando guida così bisognerebbe aspettarlo sul podio con il cappello da laureato, non con la coppa! Ha un’intelligenza, una lucidità, una capacità di “leggere” e sfruttare la pista che fanno scuola. Neanche questo è sufficiente per piegare un Cairoli in queste condizioni, ma finire secondo dietro a un pilota di quel livello costringendolo a spingere al massimo significa non avere niente di cui rimproverarsi; se proprio vogliamo trovare qualcosa da rivedere ci sarebbe la partenza della prima manche, che ha costretto Steve agli straordinari per recuperare il podio, ma finché si recupera così non ci sono problemi.

M. NAGL: 6,5 Forse cominciavamo ad abituarci troppo bene, vedendolo sempre a ridosso di Cairoli, e a convincerci che potesse lottare per vincere ad ogni gara. Stavolta, invece, Max è stato abbastanza deludente, soprattutto in gara-2, quando è rimasto sempre fuori dal “giro che conta”; ha comunque fatto un discreto bottino di punti e si mantiene al secondo posto in classifica.

E. BOBRYSHEV: 7,5 Aveva già mostrato segnali interessanti a Mantova, oggi a Valkenswaard li ha confermati e rafforzati, con degli acuti di livello assoluto come la prima metà di gara-1 corsa al secondo posto (ad un distacco accettabilissimo da Cairoli) e la rimonta di gara-2 conclusa in quinta posizione. Se riesce a stare coi “buoni” anche sul duro significa che è venuto fuori un nuovo outsider del mondiale.

T. LEOK: 7,5 Quando il gioco si fa duro e il fisico è costretto a sforzi straordinari, poco ma sicuro che il buon Tanel c’è. L’attitudine al sacrificio non gli è mai mancata (com’è normale che sia per un pilota proveniente da terre ingrate per il motocross, dove la pioggia e la neve la fanno da padrone), in più ormai ha acquisito anche l’esperienza per gestire due manche su fondi impegnativi come il sabbione olandese, per cui in questo tipo di gare è il classico corridore che non bisogna mai dare per morto.

K. DE DYCKER: 5 Deve avere grossi problemi a livello mentale, più che fisico o tecnico, perché altrimenti non si spiega come faccia a correre gare così: quando perdi 5 posizioni in un giro vuol dire che hai problemi tali da doverti ritirare, mentre invece Ken è capace di riprendere il ritmo e magari recuperare anche qualcosa (come ha fatto in gara-1), e non è neanche comprensibile crollare letteralmente come ha fatto nell’ultimo giro di gara-2. Aveva l’occasione di chiudere due manche a podio, ha fatto sesto e settimo. A questo punto, a meno che la moto non abbia avuto misteriosi e momentanei problemi… chi lo capisce è bravo.

D. GUARNERI: 7 Ha tenuto botta alla grande sulla sabbia, portando a casa un bottino di punti importantissimo; peccato solo per il calo nel finale di gara-2 che lo ha fatto uscire dalla top ten, ma Davide si sta affermando in fretta in questa MX1 così agguerrita e competitiva e a questo punto è lecito anche sperare che, magari su una pista a lui congeniale, con una buona partenza (tipo quella della seconda manche), possa regalarci una bella sorpresa.

M. MONNI: 7 Buoni punti anche per l’altro “operaio” della nostra pattuglia in MX1, subito a ridosso della top ten in entrambe le manche dopo grintose battaglie nel gruppo. Lui è abituato a battagliare dalla partenza alla bandiera a scacchi ed evidentemente non deve aver trovato grosse differenze tra una manche di MX1 ed una di MX2.

M. DE REUVER: 4 Decimo nella prima manche, nella seconda, “sollecitato dal grande risultato di Herlings”, parte terzo e illude un po’ tutti, poi sparisce e ricompare davanti alle telecamere quando lo devono doppiare. Fine ingloriosa per quello che ormai è a tutti gli effetti l’ex-idolo degli appassionati olandesi.

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