E rieccoci qui,dopo una presentazione della prima mondiale a Sevlievo,ritorna il nostro amato Kaiser,lui e la sua poltrona accessoriata di tastiera PC per comporre comodamente seduto le pungenti,ma veritiere,PAGELLE DEL MONDIALE MOTOCROSS!!!
Superati gli impicci universitari e le colombe pasquali, con una settimana di ritardo (quindi più o meno in linea coi distacchi che rimedio quando vado a correre) tornano le pagelle sul mondiale cross. Prima di cominciare, però, vorrei fare una breve introduzione per chiedere al telecronista che digita codice d’attacco di essere più preciso quando al centro dei suoi attacchi ci sono i “pagellieri”: oggi, infatti, ho ascoltato con stupore delle parole poco simpatiche nei confronti di chi “spara giudizi o mette voti guardando le gare dal divano”. Tralasciando il vecchio discorso che ognuno deve essere libero di dire quello che vuole sulle prestazioni di uno sportivo (naturalmente nei limiti del rispetto e dell’educazione), quello che spero è che questi attacchi non fossero rivolti direttamente o esclusivamente a me (che tra l’altro questa settimana me ne sono stato buono buono), perché sennò ci sarebbe qualcosa di strano, visto che spesso e volentieri mi capita di “riconoscere” con piacere alcuni miei commenti riportati fedelmente su Sportitalia…
Momo, invitami a commentare una gara con te che ti faccio vedere come lavora un pagelliere professionista!
Fatta questa doverosa (e scherzosa, sia chiaro) precisazione, possiamo cominciare.
MX2
M. MUSQUIN: 10 Lui, giovanissimo ventenne, si ritrova con due ragazzini in età da impennate col Booster al parcheggio che gli ronzano intorno come due mosche fastidiose. In questa MX2 piena di facce da liceo Marvin ha vinto ancora, faticando ma ha vinto. E forse ha convinto anche più che a Sevlievo, perché è sembrato padrone della situazione in momenti di difficoltà che in Bulgaria non ha vissuto. Alzi la mano chi all’inizio dell’ultimo giro di gara-1 credeva veramente che Roczen potesse riuscire nel colpaccio, poi la alzi chi all’ultimo di gara-2 non era convinto che Marvin fosse in grado di superare Herlings. Gli è andata bene, soprattutto col ragazzino olandese, ma è adagio popolare che piove sempre sul bagnato.
J. HERLINGS: 9 Paga inevitabilmente l’inesperienza, compensata però dall’altrettanto inevitabile entusiasmo dato dalla consapevolezza di andare così forte nell’anno del debutto e già con una moto ufficiale sotto il sedere. Per passarlo nella seconda manche Musquin ha dovuto prenderlo per sfinimento, sfruttando l’unico errore di una gara praticamente perfetta a due curve dall’arrivo. Questo dice tutto, vale la pena solo aggiungere che il prossimo GP è a casa sua.
K. ROCZEN: 8,5 Nella prima manche è arrivato ad impensierire seriamente Musquin, ma resta il fatto che in quattro gare non è mai riuscito a mettere nemmeno per un attimo le sue ruote davanti a quelle del francese. Sicuramente la loro superiorità nei confronti degli altri è quasi imbarazzante, ma adesso che rischia di inserirsi anche Herlings e che sta per tornare Paulin, Ken deve in qualche modo scalfire la solidità di Musquin: non può più solo accontentarsi di restare dietro e aspettare l’occasione buona.
Z. OSBORNE: 7 Il podio al momento non è cosa per Zach, troppo forti i Kappa e i Suzuki. Così lui si mette di passo, parte male ma recupera e porta a casa punti importanti; sperando che prima o poi qualcuno davanti faccia qualche errore che gli consenta di salire ancora. Sono quattro manche che corre così: per uno come Ozzy, abituato a vincere una gara e sfasciarsi come una botte in quella dopo, è un record.
S. SIMPSON: 4,5 Non sta bene e si vede, ma molto probabilmente non ha neanche il passo per stare coi primi, perché altrimenti avrebbe resistito almeno qualche giro a Herlings e Musquin. Quest’inverno lo hanno lasciato sfogare e lui, che in teoria dovrebbe essere il più esperto del gruppo, c’è cascato alla grande, gasandosi e finendo per farsi male prima ancora di cominciare.
N. AUBIN: 3 Un pilota finito a 22 anni? Un’affermazione di questo tipo, non conoscendo nel dettaglio la situazione di Nicolas, è veramente troppo avventata e dal difuori non si può fare altro che esprimere la speranza di rivederlo presto ai massimi livelli; di certo c’è che attualmente a noi spettatori non resta che osservare una fotocopia sbiadita di quel pilota che nel biennio 2007-2008 rientrava tra i pochissimi capaci di vincere un GP della MX2 di allora. Un pilota che oggi è anonimo, spaesato, forse anche svogliato; anche perché tutto si può dire di Aubin tranne che non sia uno che non sa girare il gas.
A. LUPINO: 5,5 Nella prima manche ha fatto dignitosamente quello che deve fare, cioè partire nel gruppo dei buoni e lottare per inserirsi nei primi dieci; peccato che nella seconda uscita abbia compromesso tutto con l’ennesima partenza indecente. Se sia solo un problema di approccio sbagliato o ci sia anche qualcosa di tecnico su cui lavorare è una domanda a cui probabilmente non sa rispondere neanche Ilario Ricci, ma solo ed esclusivamente il Lupetto. E adesso, sprecati due GP potenzialmente “buoni” come quello bulgaro sul duro e quello di casa con queste partenze disastrose, bisognerà fare bene sulla sabbia.
G. MARTINI: 7 Di fronte a un quindicesimo posto sarebbe forse troppo, ma è giusto tenersi di manica larga per premiare il carattere di questo ragazzo, sorprendentemente miglior italiano della seconda manche. Ha dimostrato di meritarsi altre occasioni.
ALTRI ITALIANI: 5 Sono tanti per cui unifichiamo il voto, pur tenendo comunque conto delle differenti situazioni di ognuno. Maddii e Philippaerts sono i più deludenti non solo perché sono i più esperti, ma anche perché gli altri hanno dimostrato almeno a tratti di poter combattere con più grinta: Moroni quando non è caduto ha sempre battagliato in zona punti, mentre Battig se non altro ha mosso la sua classifica dallo zero. Certo, resta il fatto che rispetto a Herlings o gli altri ragazzini parliamo di poca cosa.
MX1
A. CAIROLI: 9,5 Alle vittorie ormai ci ha abituato, quindi quasi non ci si esalta più di fronte ad una galoppata solitaria, neanche se coincide con il primo successo assoluto con la KTM: dopo il “prestito bulgaro” a Nagl, il campione del mondo si riprende la tabella rossa e conferma ancora una volta la sua superiorità. Se proprio vogliamo trovare qualcosa che non convince del tutto parliamo delle prime manche, in cui sarà che parte male, sarà che gli avversari sono più freschi, ma Tony non sembra ancora quel travolgente rullo compressore che era l’anno scorso. Di sicuro però i suoi rivali hanno dei problemi più grossi da risolvere, la maggior parte dei quali ha il numero 222.
D. PHILIPPAERTS: 6,5 La prima manche è tutta sul suo groppone: al di là del silenziatore rotto e della conseguente penalizzazione che lo hanno costretto ad una miseria di punti, invece dei potenziali 16-18 che sarebbero arrivati, è stata la caduta mentre era in fuga da solo a compromettere tutto. In gara-2 è spuntato secondo e lì è rimasto, tenendo bene a distanza Nagl, ma non è riuscito nemmeno per un momento a mettere quel sale sulla coda di Cairoli che magari il pubblico si aspettava.
M. NAGL: 8 A Mantova è sempre andato fortissimo, ma stavolta gli è mancato qualcosa per lottare seriamente per la vittoria. Se non altro, fino all’anno scorso, quando Max non era in grado di vincere e magari partiva anche male, incappava in autentiche giornatacce, oggi invece ha saputo accontentarsi in gara-1 e rimediare alla grande in gara-2.
C. DESALLE: 8,5 Capolavoro nella prima manche, condotta con autorevolezza dall’inizio alla fine, ma nella seconda si è perso un po’ nella bagarre e quando ne è uscito era troppo tardi per agganciarsi a Nagl. In classifica Clement guadagna qualcosa sul tedesco e perde un’altra “qualcosa” su Cairoli: in attesa del tanto preannunciato scontro diretto tra lui e Tony, questi tre finora hanno monopolizzato il podio e in campionato ne stanno già andando.
K. DE DYCKER: 6,5 Non riesce ad ingranare fin dal primo giro e soprattutto non ha il passo dei primissimi, sebbene stia comunque portando a casa punti importanti ad ogni manche. Il momento della verità sarà a Valkenswaard: se non riuscirà a lottare per la vittoria neanche lì dobbiamo cominciare a pensare ad una stagione da comprimario.
J. BARRAGAN: 5,5 Da quando è sceso da quell’aereo che era la KTM Silver Action non riesce più a fare una partenza nei dieci, né una rimonta di quelle travolgenti che lo portavano da ultimo a terzo, né un pezzo di gara in lotta coi primi. Solo prestazioni anonime, risalendo da centro gruppo verso le posizioni da outsider. Se non altro non cade, cosa che invece quando aveva “l’aereo” faceva di continuo: forse lo “scrocchio” dell’anno scorso gli ha messo giudizio, oppure a Valkenswaard (una pista su cui ha sempre fatto grandi cose) tornerà il ciclone che era?
S. RAMON: 5 Sul terreno morbido e scavato di Mantova, dove la fluidità conta parecchio, un pilota tecnico come lui sarebbe dovuto assolutamente emergere, ben più che sul duro “acceleristico” di Sevlievo. E invece rispetto alla Bulgaria Steve ha fatto registrare un brutto passo indietro, soprattutto a causa di partenze disastrose che lo hanno obbligato a rimontare dal gruppo, cioè non esattamente la sua situazione preferita.
X. BOOG: 7,5 Questo giovanotto francese in teoria dovrebbe sfruttare la stagione 2010 per crescere sotto l’ala protettrice dei due “top” Pourcel e Barragan, e invece è stato il miglior pilota Kawasaki in entrambe le manche. Questo la dice lunga sulla condizione attuale dei due verdoni di punta, ma anche sulla bella gara che ha corso Xavier.
A. BOISSIERE: 7 Parte sempre bene il motivatissimo Anthony, che finché ce la fa combatte gagliardamente con tutti quelli che gli capitano a tiro. Stavolta è riuscito a concludere la seconda manche nella top ten: un risultato che, considerato il livello altissimo degli avversari in pista (gente come Coppins, Strijbos e De Revuer non c’è riuscita), è davvero degno del massimo rispetto. Il pilota giusto per dare credito alla TM.
M. MONNI: 6,5 Onestamente, dopo averlo visto in grossa difficoltà agli Internazionali di Montevarchi, temevo che avrebbe sofferto tantissimo il salto di categoria, invece in questi due GP è riuscito a fare buoni punti in tutte le manche e ad inserirsi appieno nello “spirito” di fisicità e sacrificio che impone la 450: quelle che in pratica sono sempre state le sue doti migliori. I presupposti per una stagione dignitosa ci sono tutti.
D. GUARNERI: 5,5 Dopo la bella gara di Sevlievo ha fatto un po’ di fatica in più a Mantova; in particolare nella seconda manche ha buttato via un piazzamento intorno alla top ten nel finale, ma ha comunque dimostrato di poterci stare. Certo, per uno specialista delle piste “vecchio stile” come Davide forse sarebbe stato meglio se il GP di casa si fosse corso a Fermo, ma purtroppo per lui il cross mondiale non va incontro ai suoi gusti. Adesso dovrà soffrire e tirare fuori quello che viene da Valkenswaard, per poi tornare ad attaccare nelle gare successive.
A voi i commenti al link e alla prossima……………………….